La società nel nome di Squinzi: «Come prima»
Roberto De Zerbi, nato a Brescia il 6 giugno 1979, è stato anche giocatore, un trequartista cresciuto nel Milan: ha giocato, tra gli altri, con Foggia, Arezzo, Catania, Brescia, Napoli, Avellino, Cluj.
Il suo primo incarico a 34 anni, nel 2013, con il Darfo Boario, in Serie D. poi la scalata (Foggia, Palermo, Benevento, Sassuolo) che l’ha portato fino alla A, prima con Palermo e Benevento e poi con i neroverdi
Nel nome del padre. Il Sassuolo del dopo Squinzi è uguale a se stesso, i figli Marco e Veronica hanno voluto che non cambiasse nulla. Spiega Giovanni Carnevali, da sette anni direttore generale del club emiliano: «Quando li ho incontrati subito dopo la morte della signora Squinzi (lo scorso novembre, cinquanta giorni dopo il patron della Mapei, ndr), mi hanno detto soltanto una cosa: “Ormai fai parte della famiglia, abbiamo totale fiducia in quello che fai”. Queste parole mi hanno dato la forza per continuare». Carnevali è rimasto l’uomo chiave, quello che decide in autonomia dopo aver chiesto un parere alla proprietà. Come prima: massima libertà, nessuna interferenza.
Sempre avanti
Non c’è mai stato il pericolo che il progetto venisse ridimensionato. La Mapei, l’azienda di famiglia, un colosso da 2,5 miliardi di fatturato nel 2018 e oltre 10 mila dipendenti distribuiti in 83 stabilimenti sparsi in tutto il mondo, garantisce i circa diciotto milioni di euro che costa in media una stagione del Sassuolo in Serie A. Veronica Squinzi, la vicepresidente, ha preso il posto della madre e ha un rapporto molto stretto con la squadra mentre Marco non ha incarichi ufficiali. Il presidente è Carlo Rossi; il direttore sportivo è un altro Rossi, Giovanni. Una struttura societaria snella che ha assorbito senza conseguenze la scomparsa dell’amatissimo capo: «Per me è stata una perdita enorme – dice Carnevali -, mi manca l’uomo, l’amico. Ma per il resto è tutto come prima».
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