La Gazzetta dello Sport

Maldini, Boban e il Milan storia di errori e lealtà

- Di Alberto Cerruti

Non c’è bisogno di questi momenti difficili per scoprire i valori autentici come l’amicizia e la lealtà. E allora, a calcio fermo, è bello ripensare al rapporto che ha legato Paolo Maldini e Zvone Boban, da felici compagni d’avventura come calciatori in un grande Milan a infelici compagni di sventura come dirigenti in un piccolo Milan. Quante volte abbiamo assistito anche nel calcio alla rottura di amicizie, evidenteme­nte calcolate e quindi fasulle? Maradona, per citare il più grande dell’era moderna, stravedeva per Passarella, suo primo capitano in nazionale, e il leader dell’Argentina campione del mondo nel 1978 voleva bene a quel suo compagno, più giovane di sette anni, come a un fratello minore. Poi, però, è bastata una staffetta della fascia da Passarella a Maradona per rompere un’amicizia mai più ricomposta. Per rimanere a storie più recenti, la Spagna di Luis Enrique poi passata a Robert Moreno, suo fedelissim­o “vice” e soprattutt­o amico, ha mandato indirettam­ente in frantumi il loro rapporto. Maldini e Boban, invece, continuano a vivere separati ma uniti, e nel loro caso lo slogan di questi giorni non c’entra nulla.

Amici veri, prima in maglietta e poi in giacca fin dal giorno in cui Maldini ha “convocato” a sorpresa Boban. «Alla Fifa stavo bene, ma quando mi ha chiamato Paolo non potevo dirgli di no, per il rapporto che ho sempre avuto con lui e per l’amore che ho per il Milan». Così ci disse Boban una sera di luglio, con l’entusiasmo di chi si sognava una nuova avventura, mescolando cuore e profession­alità. Sempre l’uno al fianco dell’altro, in sede, a Milanello, a San Siro, Boban e Maldini hanno parlato la stessa lingua, in ogni senso, anche se a volte con idee diverse, per esempio sulla scelta di Giampaolo. Nessuno è perfetto e anche loro possono avere commesso qualche errore, ma grazie alla reciproca lealtà hanno sempre remato nella stessa direzione e non per tornaconto personale, visto che nessuno dei due aveva bisogno di soldi. Il loro unico interesse è sempre stato il bene del Milan, che sicurament­e amano più di chi li ha progressiv­amente emarginati. E soltanto per amore del Milan, in tempi e modi diversi secondo i rispettivi caratteri, hanno espresso perplessit­à sul possibile arrivo di un nuovo tecnico, contattato a loro insaputa. Il risultato è che Boban ormai è fuori, mentre Maldini per non turbare ulteriorme­nte l’ambiente rimarrà fino al termine della stagione. Poi saluterà anche lui, con il dispiacere di lasciare la squadra della sua vita, ma con il piacere di non aver tradito un amico. E con la soddisfazi­one di andare sempre a testa alta, come gli ha insegnato il suo indimentic­abile papà Cesare.

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Tandem Paolo Maldini e Zvone Boban, entrambi 51 anni,dt ed ex Cfo del Milan
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