«Chandler, potresti non uscire dal tuo appartamento?»
Il messaggio del manager della casa in cui abita l’ala di Brooklyn, dopo i 4 positivi in squadra. Lin attacca Trump
«Dovresti possibilmente restare fuori dall’atrio e dalle altre aree comuni». Wilson Chandler ha ricevuto il messaggio dal manager del complesso residenziale di Brooklyn Heights in cui abita, dopo che si è saputo che quattro giocatori dei Nets sono risultati positivi al coronavirus. «Sto a casa», ha risposto Chandler, 32 anni, che con Danilo Gallinari passò da New York a Denver nel 2011. Kevin Durant, fermo per infortunio dall’inizio della stagione, è l’unico dei quattro giocatori di Brooklyn ad aver confermato di essere positivo. In quarantena i Lakers, ultima squadra ad aver giocato contro i Nets: i risultati dei test di LeBron James e compagni dovrebbero arrivare domani.
Lin contro Trump
Anche Jeremy Lin in passato ha giocato a Brooklyn. Nato a Torrance in California, da genitori emigrati da Taiwan, Lin ha risposto a un tweet del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che, a proposito di aiuti economici, aveva parlato di «industrie colpite duramente dal virus cinese». «Preferirei che aiutassi tutte le persone che soffrono per la tua orrenda gestione del virus - ha scritto su Twitter Lin, laureato ad Harvard - compresi quelli offesi dal razzismo che alimenti. Non voglio sentire parlare di morbillo tedesco o influenza spagnola. Questo sottile messaggio anti asiatico non fa altro che giustificare odio nei nostri confronti. È così difficile usare parole come coronavirus o Covid-19? Siamo nel mezzo di una crisi e giochiamo a dare la colpa a qualcuno». «Non è una definizione razzista, il virus viene dalla Cina», ha detto poi Trump. Dopo aver vinto il titolo Nba 2019 con Toronto, giocando pochino, Lin si è trasferito proprio in Cina. Con i Pechino Ducks, squadra di metà classifica, fino a gennaio ha avuto una media di 24,2 punti a partita con 7 assist. A 31 anni, è iniziata, a 3 milioni di dollari a stagione, la parabola discendente di una carriera cresciuta vertiginosamente ai Knicks nel 2012 quando esplose la cosiddetta “Linsanity” e poi attestatasi su livelli di medio cabotaggio.
Usa per i Giochi
«L’Olimpiade? Ci stiamo preparando come se nulla fosse cambiato - ha detto Steve Kerr, allenatore di Golden State e assistente di Greg Popovich sulla panchina statunitense -. Chiaro, siamo i primi a domandarci cosa possa accadere. Con Pop ci siamo sentito un paio di volte ultimamente e non abbiamo ricevuto segnali di rinvii». Intanto Stephen Curry, che recentemente aveva avuto un’influenza, è stato sottoposto al test del coronavirus ed è risultato negativo.