Merkel in ansia: come in guerra Il Regno Unito chiude le scuole
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una cosa seria, prendetela anche voi seriamente». Nelle parole di Angela Merkel, ora, c’è la presa di coscienza della situazione. La cancelliera tedesca, nel discorso sull’emergenza coronavirus rivolto ieri ai tedeschi dalla tv pubblica (il primo da quando è al governo), ha ribadito come «dalla Seconda guerra mondiale non c’era nessuna sfida che richiedesse al nostro Paese un agire comune e solidale di questa portata», ha aggiunto. «La situazione è seria e
IL VIDEO SUI SOCIAL fluida, vuol dire che non dipende solo, ma dipende anche da quanto ciascuno seguirà con disciplina le regole», ha sottolineato la cancelliera tedesca. L’Europa (che martedì ha stabilito il “no” ai viaggi verso il continente, aumentando i controlli alle frontiere interne tra gli Stati Ue, e che metterà da parte il Patto di stabilità per favorire gli aiuti di Stato) adesso ha paura. Ieri per la prima volta il numero delle vittime in Europa ha superato il dato dell’Asia (3.400 rispetto a 3.300 circa). Proprio in Germania, i casi di contagio sono oltre 10 mila e le vittime 27. «L’epidemia si sviluppa con un andamento esponenziale», ha dichiarato il presidente del Robert Koch Institute, che coordina la ricerca sulle malattie infettive, «se i tedeschi non rispetteranno le misure varate per il contenimento della diffusione del contagio, nei prossimi mesi potrebbero esserci dieci milioni di malati», è l’allarme. I contagi nel mondo hanno superato quota 200 mila, con oltre 8 mila vittime. I guariti sono 82 mila. In Gran Bretagna, il primo ministro Boris Johnson dopo giorni di pressioni e polemiche - ha deciso di chiudere le scuole da venerdì, accodandosi alla decisione già presa dai governi locali di Scozia e Galles. Johnson ha anche spiegato che «i bambini non dovrebbero stare con i nonni o con persone che rientrano nei gruppi vulnerabili all’epidemia di coronavirus». Nel Regno Unito il contagio accelera, con un nuovo incremento di quasi mille casi in più in 24 ore (2700 in tutto), e 104 vittime, secondo i dati del ministero della Sanità britannico. Il governo conta di effettuare 25 mila tamponi al giorno per individuare i positivi. Il premier Johnson sta per orientarsi sulla chiusura di Londra. In Francia, il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, ha annunciato circa un milione di mascherine in arrivo dalla Cina. Dieci milioni di francesi si sono visti recapitare un sms dal governo, che ricapitola le misure prese dal presidente Emmanuel Macron e annunciate in tv lunedì sera, davanti a 35 milioni di persone. La prefettura di Parigi ha fatto 518 multe per spostamenti e viaggi ingiustificati e ha denunciato quattro attività «non essenziali» che erano aperte nella notte tra martedì a mercoledì. La Spagna, il Paese europeo più colpito dopo l’Italia (14 mila contagi, quasi 650 morti), è scosso dalla morte dopo il contagio di un agente della Guardia civil, un 37enne senza patologie pregresse. Il governo ha confermato che da martedì tutti gli hotel saranno chiusi e i turisti dovranno andare via. Ieri il re di Spagna, Felipe VI, ha parlato alla nazione. «Questo virus non vincerà. Siamo più forti come società... siamo una società in piedi di fronte a qualsiasi avversità». Poi il re di Spagna ha ringraziato medici e infermieri, per il loro lavoro.
Negli Stati Uniti
La situazione dei contagi peggiora anche negli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump ha annunciato un piano speciale da quasi 1000 miliardi di dollari per sostenere l’economia, ma si teme che il dato della disoccupazione negli Usa possa toccare il 20%, dopo i dati ridottissimi (attorno al 5%) degli ultimi anni. Anche ieri giornata terribile per la Borsa americana. Wall Street ha perso quasi il 6,3%. L’Onu, attraverso la sua agenzia, stima il rischio che 25 milioni di persone perdano il posto di lavoro.
Questo virus non vincerà. La nostra società è più forte
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