GIORNI DI Ringhio
DISCIPLINA, CORAGGIO E DEMME NEL 4-3-3 IN 3 MESI GATTUSO HA NAPOLI AI SUOI PIEDI
Cento giorni di Napoli. Magari li avrebbe voluti festeggiare con i suoi giocatori, tenendo l’abituale seduta di allenamento e condividendo con loro il primo traguardo raggiunto, quello del sesto posto che gli garantisce, quantomeno, l’Europa League. Rino Gattuso è un leone in gabbia, chiuso tra le quattro mura di casa, in attesa che tutto finisca e che si ritorni alla normalità. Che per lui è rappresentata dal centro sportivo di Castel Volturno, dal lavoro sul campo, dal suo ufficio, dove studia i prossimi avversari e si relaziona col suo staff. Napoli, ormai, è al centro dei suoi pensieri e, perché no?, al centro del suo progetto futuro. In poco più di tre mesi è riuscito a imporsi nei sentimenti della gente e nella considerazione del club. Il rapporto con la proprietà è idilliaco, Aurelio De Laurentiis è soddisfatto per la svolta che c’è stata con il suo avvento. Ed è da lui che vuole ripartire per ritornare nuovamente al tavolo delle grandi d’Europa se non dovesse riuscirci quest’anno. La Champions League è l’obbiettivo unico. Per la prossima stagione, certo, anche se in quella attuale il Napoli è ancora in gioco, con il ritorno degli ottavi di finale, al Camp Nou, contro il Barcellona.
Disastro iniziale
Rino Gattuso viene annunciato l’11 dicembre, in piena notte, dopo che il Napoli ha battuto il
Genk nell’ultima gara del girone di Champions, conquistando il passaggio agli ottavi. De Laurentiis e Giuntoli, rintanati in un albergo sul lungomare, convocano Ancelotti per comunicargli l’esonero. Un incontro breve, ma essenziale per chiudere un ciclo e riaprirne un altro. Al neo allenatore tocca sostituire l’amico Carlo. Si presenta senza proclami, gli basteranno un paio di giorni per capire in che casino s’è cacciato. Tra ADL e la squadra la rottura è totale dopo l’ammutinamento del 5 novembre, lo spogliatoio è un insieme di cocci da rimettere insieme. L’impresa sembra ardua, ma non per Rino, uomo determinato e dal carattere d’acciaio. Ai giocatori parla chiaro, chi non lo segue finirà fuori squadra, senza riguardi. La condizione fisica è precaria, bisogna restituire al gruppo energie per risalire la classifica.
Quattro sconfitte
Il peggio si materializza subito, sin dalla gara di esordio, contro il Parma, al San Paolo. C’è attesa per il suo Napoli, ma la delusione è grande, perché arriva la prima delle quattro sconfitte che caratterizzeranno la fase
Oggi è il 100° giorno di Rino alla guida degli azzurri dopo Ancelotti Dalle difficoltà iniziali a Messi affrontato a testa alta: è sempre stato determinante La scintilla? Il successo con la Juve...
iniziale. Gattuso ha preso il Napoli al sesto posto a quota 21 punti. Dopo 5 giornate si ritrova undicesimo in classifica con 24 punti. Un disastro, che lascia pensare al peggio. Da Roma, arrivano indiscrezioni che raccontano della delusione di De Laurentiis che si sarebbe già pentito di aver esonerato Ancelotti. Ma indietro non si può tornare, l’amico Carlo ha già trovato una sistemazione, è volato a Liverpool e si è legato all’Everton per il prossimo quinquennio, con uno stipendio da favola, 10 milioni di sterline a stagione. L’uomo Gattuso si tormenta, non riesce a capire il motivo per cui la squadra non reagisca. E lo ammette pubblicamente, in uno slancio di pura necessità.
La svolta
Questo Napoli va cambiato, Gattuso ne ha già modificato l’aspetto tattico, passando dal 4-4-2 di Ancelotti al suo 4-3-3. Ma, soprattutto, va schermato, è necessaria una maggiore collaborazione tra i reparti. A Roma, contro la Lazio, Rino si chiude nella propria metà campo e tiene botta a Immobile e compagni. Probabilmente, avrebbe potuto ottenere un risultato positivo se la papera di Ospina non l’avesse condannato all’ennesima sconfitta. Due settimane dopo, c’è la Juve, al San Paolo. L’attesa cresce con l’avvicinarsi della gara insieme all’ansia che ha dentro di sé, l’allenatore. E’ la notte che aveva sognato di vivere, Rino. Il Napoli è schierato sulla difensiva, per la capolista ci sono pochi spazi da poter occupare nella metà campo avversaria. Il tridente juventino, Dybala-Higuain-Ronaldo, sbatte contro il muro eretto dal tecnico napoletano, mentre Zielinski e Insigne completano l’opera con due ripartenze che regalano al Napoli 3 punti pesantissimi.
L’equilibratore
Il mercato di gennaio è arrivato in soccorso del tecnico napoletano. Cristiano Giuntoli gli assicura Diego Demme, capitano del Lipsia. Con lui, Rino trova il mediano necessario per dare equilibrio al gioco: adesso sì che si può essere competitivi. Ed infatti, il Napoli lo diventa, non è più l’avversario materasso, contro cui poter racimolare punti inaspettati. Adesso, il Napoli è una squadra vera. Rino gestisce il gruppo con intelligenza, i giocatori sono tutti dalla sua parte. In campo, la difesa s’è ricompattata e Manolas ne è il leader. A centrocampo, Demme detta i tempi del gioco, mentre Zielinski e Fabian Ruiz, restituiti al loro ruolo di mezzala, evidenziano quel talento mortificato in precedenza. In attacco, Lorenzo Insigne e Mertens fanno tremare addirittura il Barcellona di Leo Messi, tenendo aperto il discorso qualificazione ai quarti, mentre Rino s’è già meritato la conferma per il progetto futuro. Con De Laurentiis c’è stato un primo incontro, prima che scattassero le restrizioni, per avviare la discussione sul rinnovo. Entrambi sono convinti di poter continuare, insieme,per riportare il Napoli lì dove merita.
La preparazione In tre settimane ha riportato la squadra ad una forma accettabile
Il decisionismo Non ha avuto esitazioni a mettere fuori un apatico Allan