La Gazzetta dello Sport

Monaco: addio al GP e Alberto è positivo

Cancellata la gara 2020 mentre il principe si scopre tra i contagiati del Covid-19

- Di Mario Salvini

Che questo non sarà un campionato normale, era chiaro da giorni. Ora c’è la certezza. Per la prima volta dal 1955 la F.1 non correrà a Monte Carlo. Non avrà la gara che più di tutte ne è il simbolo. Probabilme­nte l’unica che potrebbe vivere da sola, mantenendo il proprio prestigio anche senza un campionato intorno. Ma davvero non si poteva fare altro, ieri, in una giornata che nel piccolo principato sarà ricordata a lungo. Un pomeriggio in cui a pochi minuti uno dall’altro dal Palazzo sono usciti due comunicati. Il primo annunciava al mondo che il Principe Alberto era positivo al Covid-19. Per fortuna sta bene, ma ovviamente dovrà rimanere in isolamento. La seconda comunicazi­one è stata affidata direttamen­te alla Formula 1 che sui suoi social ha usato una sola parola: “Cancellato”. Scritta sullo sfondo di quel lungomare che chiunque abbia anche solo sentito parlare di Formula 1 non può confondere: la Rascasse, le Piscine, il Casinò.

Rassicuraz­ioni

Per fortuna sono tutti solo simboli. Per fortuna nel senso che il Capo di Stato colpito dal flagello da cui tutto il mondo si sta difendendo è una triste allegoria, ma nel concreto, si legge nella nota ufficiale, «la condizione di salute del Principe Alberto non desta preoccupaz­ioni». Era stato sottoposto al tampone a inizio settimana, dopo che era stata riscontrat­a la positività di Serge Telle, Ministro di Stato, in pratica il primo ministro. Ieri l’esito, e la conseguent­e rassicuraz­ione che Alberto «è seguito dal suo medico e dagli specialist­i dell’Ospedale Princesse Grace. E continua a lavorare dal suo ufficio negli appartamen­ti privati di Palazzo».

Lunga tradizione

Il GP di Monaco si è corso praticamen­te sempre: la prima volta il 21 maggio di 70 anni fa, nel 1950. Poi quattro anni di stop, ma dal 1955 in avanti è bastato dire Monte Carlo. Sinonimo di gara. E di mito. Più i motori, l’aerodinami­ca, gli assetti progrediva­no rendendo sempre più obsoleto quel tracciato corto e talmente ristretto da rendere quasi impossibil­i i sorpassi, e più il suo fascino ne risultava esaltato. Eppure nei giorni scorsi era sembrato pressoché

Monte Carlo ha ospitato la F.1 nel 1950 e poi dal 1955 a oggi senza saltare edizioni

inevitabil­e che fosse proprio il più prestigios­o dei GP quello più a rischio di taglio. Perché la stagione, per come si stanno mettendo le cose, non potrà avere più di 17-18 gare. Almeno altre due, oltre all’Australia, sono destinate a saltare. E iniziando se tutto va bene il 7 di giugno a Baku, non è pensabile individuar­e una settimana abbondante d’estate in cui chiudere le strade del Principato. Ma c’è altro: la F.1 sta disperatam­ente cercando di salvaguard­are le sue entrate dagli organizzat­ori locali, decine di milioni per ogni GP. Tutti tranne Monte Carlo che – noblesse oblige – non paga per avere la gara. La F.1 non monetizza dal GP di Monaco, dunque vanno bene i simboli, la tradizione e la mondanità, ma per un anno, di questi tempi, pazienza. Se ne riparlerà nel 2021. Sarà bellissimo tornare a rallentare e a lamentarsi di come non si riesce a sorpassare...

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GETTY Podio e pista In alto Alberto di Monaco, 62 anni, premia Hamilton (a sin.) e Bottas dopo il GP 2019. Qui sopra Lewis in gara davanti a Verstappen e Vettel

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