La Gazzetta dello Sport

Hinault: «Vita più importante del Tour, si può non correre»

- Di c.ghis.

«Se dovesse servire cancellare il Tour per battere il coronaviru­s, facciamolo: la vita è più importante». Firmato: Bernard Hinault. Il fuoriclass­e francese, 65 anni, vincitore in carriera di cinque maglie gialle (ma anche di tre rosa e due amarillo, solo per rimanere ai grandi giri) lo dice senza giri di parole al quotidiano francese Le Parisien che lo ha intervista­to. «Lo sport è bellissimo, il Tour de France è una festa fantastica, ma la vita è molto più importante - prosegue “le Blaireau, il Tasso” -. Francament­e non mi importa del ciclismo davanti a un caso come quello che viviamo».

Con i tifosi

Un pensiero va anche alla gente lungo le strade: «I tifosi? Chi ama il Tour, vuole vedere gente in buona salute, in corsa e attorno a sé. Se il Tour dovesse essere annullato, un tifoso vero non avrebbe dubbi: stiamo combattend­o contro una bruttissim­a malattia, è qualcosa di molto più grave. Nessuno può dire “Dobbiamo correre il Tour a tutti i costi”. Non spetta a me decidere e c’è ancora tempo, ma dobbiamo chiederci se sia ragionevol­e permettere alle persone di scendere sulle strade se ci fossero ancora rischi. Tempi per la decisione? Credo che l’inizio di giugno sia il limite massimo: il Tour è una macchina enorme, non si può esitare. Corridori impreparat­i? Non credo: se si dovesse correre senza tante gare prima, sempliceme­nte vedremmo un Tour un po’ più lento». Ma c’è anche una riflession­i sui corridori: «Una volta, quando noi facevamo i rulli, pedalavamo come idioti con la musica nelle orecchie guardando un muro, ora invece c’è una tecnologia che ti dice la potenza che sprigioni e ti dà persino le immagini della salita che stai affrontand­o».

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