Il team cinese: «Chiudete tutto, qui è come da noi»
Arrivano in Italia esperti e volontari E a Brescia un’azienda ha venduto mezzo milione di tamponi agli Usa
Il mondo dà una mano all’Italia (e viceversa): l’identificazione con la drammatica realtà dei contagi e dei decessi del nostro Paese è assoluta. E a sostegno dei governatori e dei sindaci del Nord, nel momento più difficile, si mobilitano non solo medici, infermieri e volontari di altre regioni, ma anche specialisti cinesi, americani e cubani.
Gli aiuti
La Cina, che ha appena raggiunto il record di zero casi, ha messo subito a disposizione il suo know how per gestire l’emergenza, inviando due team di medici (21 in tutto), atterrati negli ultimi giorni a Fiumicino e a Malpensa con 48 tonnellate totali di materiale sanitario (altri 100 milioni di mascherine arriveranno nelle prossime settimane). Esperienza impagabile, suggerimenti preziosi e appelli al governo e agli italiani, come quelli esplicitati ieri dal vicepresidente della Croce Rossa cinese Sun Shuopeng durante gli incontri all’ospedale di Padova e in conferenza stampa a Milano accanto al governatore della Lombardia Attilio Fontana: «Chiudete tutto, qui è come da noi», ha detto il capo dell’equipe cinese. Sul fronte dell’assistenza sul campo, intanto, domani giungeranno in Italia 65 medici e infermieri cubani «molto qualificati» che hanno già combattuto l’Ebola: «Li manderemo a Crema
per alleggerire il lavoro di chi è lì». A Cremona, stamattina, verranno invece trasferiti i primi malati nell’ospedale da campo donato dall’americana Samaritan’s Pursue, organizzazione umanitaria cristiana evangelica. E pure dalla Germania sono stati recapitati ieri a Pratica di Mare da Colonia 7 tonnellate di attrezzature. Nelle stesse ore in cui la Lombardia chiede infermieri e medici, anche il presidente della federazione medico sportiva Maurizio Casasco ha invitato i propri 4 mila medici a offrire un contributo nelle regioni più colpite. E nell’ottica di una «stretta collaborazione tra Stati» al tempo della pandemia (così si è espresso l’ambasciatore americano in Italia, Lewis Einsenberg), c’è spazio pure per la “contro-solidarietà”: 500 mila tamponi (100 mila quelli effettuati, finora, nel nostro Paese) prodotti da un’azienda di Brescia - tra le città più in difficoltà - sono stati venduti e spediti negli Usa.
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IL NUMER0 14