Higuain e le sue donne Così è “fuggito” a Baires
Il Pipita è legatissimo a mamma, compagna e figlia A Torino non stava bene e ha pianificato il viaggio
Lo hanno spinto gli affetti. Che sono stati più forti di tutto e di tutti. Anche di chi gli consigliava di non partire. E invece Gonzalo Higuain ha pianificato il viaggio con una scrupolosità quasi maniacale, perché per lui la mamma, e la sua famiglia in generale, valgono più di qualsiasi altra cosa. Anche delle feroci critiche che gli sono piovute addosso dai tifosi e da gente che mastica poco di calcio. Il Pipita, con in mano l’esito negativo del tampone, è riuscito a superare i controlli della Polizia all’aeroporto di Torino-Caselle e il suo viaggio, autorizzato, si è sviluppato in tre tappe: dall’Italia alla Francia, dalla Francia alla Spagna, dalla Spagna all’Argentina.
La ricostruzione
Il primo volo è stato effettuato con un aereo privato, non di proprietà come nel caso di Cristiano Ronaldo, ma noleggiato per l’occasione. Privatejetfinder, una delle società del settore, stima in 7.000 euro il costo di questa prima tratta. La differenza, per quanto riguarda il prezzo, è ovviamente sul volo intercontinentale, dalla Spagna all’Argentina. Un biglietto in business class con volo di linea costa sui 3.500 euro. Molto più caro un volo privato, che quasi sicuramente è stata la modalità scelta da Higuain. Il prezzo è quantificato da Privatejetfinder in 200.000 euro (serve naturalmente un aereo di dimensioni importanti) ma in caso di rapporti frequenti - e i calciatori prendono quei voli con una certa regolarità - il prezzo può scendere tanto. Anche per arrivare fino a Buenos Aires. Dove tra l’altro la situazione sta peggiorando per il coronavirus: tuti gli argentini sono in quarantena. In questo quadro non semplice si sta muovendo Higuain: il fatto che abbia in mano il tampone che lo certifica “sano” molto probabilmente non gli pregiudica i 14 giorni di quarantena forzata. 7.000 150-200 mila
BUENOS AIRES
Quattro fratelli
Che trascorrerà al fianco dell’adorata mamma, le cui condizioni sono gravi a causa di un ictus. E che per il Pipita è una figura fondamentale: del resto è stata Nancy a convincerlo di non smettere con il calcio quando lei, qualche anno fa, si ammalò. E fu sempre lei a salvargli la vita quando Gonzalo aveva solo dieci mesi: corse in ospedale e riuscì a “prendere” in tempo una meningite fulminante. Mamma Nancy è l’artista di famiglia. Ha la passione per la pittura ed è anche una cuoca provetta: le sue torte al formaggio hanno fatto impazzire Gonzalo fin da ragazzino. Ma «La forza di Higuain risiede nella sua splendida famiglia» come disse Aurelio De Laurentiis, quando l’argentino faceva sognare tutta Napoli. In effetti, il presidente azzurro aveva ragione, perché gli Higuain sono molto legati e si sono sempre aiutati a vicenda, in caso di necessità. Nancy partorì Gonzalo, quarto figlio maschio (gli altri sono Nicolas, suo procuratore, Lautaro e Federico) a Brest, in Francia, dove giocava suo papà 3.500
ARRIVO
In aereo da Madrid a Buenos Aires
con volo privato o di linea
Jorge, chiamato El Pipa a causa del naso particolarmente prominente.
Ecco Alma
E quando Gonzalo aveva dei momenti no, quando entrava nelle spirali negative, ecco che accanto a lui, oltre a papà Jorge, si precipitavano mamma Nancy e la bella modella argentina Lara Wechsler, stilista di biancheria intima e anche lei appassionata d’arte. Non a caso le donne preferite dal Pipita, prima dell’arrivo della figlia Alma: se indossa la maglia numero 21 è per lei, che in quel giorno (del maggio 2018) è nata, a Torino. Quello è stato il capitolo più bello di una storia d’amore nata a Madrid, proseguita ma poi interrotta a Napoli, e poi ripresa quando Gonzalo passo alla Juventus. Alma, il nome della bimba, significa “anima” e quella del Pipita è profondamente legata alla famiglia. Quella famiglia che l’ha portato lontano dall’Italia.
TEMPO DI LETTURA 3’45”
Bomber
La madre È malata e per lui è sempre stata una figura fondamentale
Tutta la famiglia Nei momenti di difficoltà si è sempre stretta attorno a Gonzalo
Il tampone ai calciatori? Ha deciso il medico del club, lo trovo piuttosto ragionevole
Possibilità che, dopo il tampone, Higuain sia un “falso negativo”? No, non ci sono rischi, sicuro
Roberto Testi
CHI È
Il viaggio di Gonzalo Higuain verso l’Argentina è stato uno dei temi di discussione sui social - quindi, nell’unico mondo di relazione esistente - per tutta la giornata di ieri. Soprattutto al mattino, quando le polemiche sulla sua decisione hanno attraversato l’Italia. Discussioni classiche da Parlamento del calcio juventini contro resto del mondo - ma anche da società civile, perché è evidente che il tema interessa tutti. Chi ha un parente all’estero, chi vorrebbe spostarsi per raggiungere parenti in difficoltà e preferisce non farlo, chi semplicemente è colpito da questi giorni terribili. La discussione ha diversi profili. Da un punto di vista etico, ognuno ha la sua opinione sulla scelta di Higuain... oltre che su quelle di Khedira e Pjanic, o in precedenza di Ronaldo e Ibrahimovic, che hanno fatto meno rumore. Il viaggio verso l’Argentina è una scelta comprensibile nel nome della famiglia o una mancanza di rispetto verso l’Italia? Da un punto di vista sanitario, invece, si può provare a chiarire qualche aspetto con Roberto Testi, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Torino. Cercando di capire anche se i giocatori al rientro in Italia dovranno restare 15 giorni in quarantena.
3Direttore, che cosa si può dire sul caso dei calciatori che hanno lasciato l’Italia negli scorsi giorni?
«Non conosco i calciatori, non seguo il calcio, però ho seguito il caso-Rugani interfacciandomi con il responsabile sanitario della Juventus, Luca Stefanini».
3Molti italiani si chiedono perché i giocatori, asintomatici, abbiano potuto fare il tampone. «I calciatori sono sottoposti a sorveglianza sanitaria di un medico competente, Stefanini in questo caso, che può decidere di sottoporre a tampone chi sia stato in contatto con persone positive, come Rugani. È una sua scelta e io la trovo abbastanza ragionevole. E i tamponi sono stati fatti in una struttura privata».
3Chi ha contatti con un positivo va in quarantena o in isolamento volontario domiciliare?
«In isolamento volontario domiciliare. La quarantena è differente, per la quarantena serve un’ordinanza».
3Higuain è risultato negativo al tampone dopo circa una settimana di isolamento e ha lasciato l’Italia prima del termine delle due settimane. Il rischio che sia un “falso negativo”, e quindi possa contagiare qualcuno in Argentina, è completamente da escludere?
«Non ci sono rischi, questo è sicuro. Io penso sia più probabile che Higuain prenda il virus in aeroporto».
3Chi rientra in Italia, nel suo caso a Torino, da Argentina, Lussemburgo o Germania dovrà restare 15 giorni in isolamento?
«In realtà non sappiamo che situazione ci sarà quando loro torneranno. E sinceramente, nel quadro delle problematiche italiane, non è certo uno dei temi più importanti».
3Certo, però il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro della salute, scrive che chi rientra in Italia deve essere sottoposto “alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per 14 giorni”. «Certamente. Io però credo che ragionevolmente il Sisp (Servizio igiene e sanità pubblica), in accordo con il medico di riferimento e la persona interessata, possa stabilire che dopo alcuni giorni di isolamento si faccia un nuovo tampone. E, in caso di esito negativo, il giocatore possa tornare ad allenarsi. Ma attenzione, magari a quel tempo le norme saranno cambiate ulteriormente».
TEMPO DI LETTURA 2’30’’