La Gazzetta dello Sport

IL NUMERO

- Di Alessandra Gozzini

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e trecentomi­la euro: il valore dell’ammontare complessiv­o del monte stipendi della Serie A. Da domenica 8 marzo in poi non ci sono state partite ufficiali e tutti i club si sono fermati anche con gli allenament­i, quasi tutti con la ripresa rimandata a data da destinarsi. La Federazion­e dei medici sportivi ha raccomanda­to di evitare gli allenament­i almeno fino al prossimo 3 aprile, giorno in cui verrà fatto un nuovo punto della situazione.

L’emergenza sanitaria preoccupa anche il mondo del calcio: non è più tempo di parlare delle ipotetiche date di ripartenza del campionato. La situazione impone massima cautela e prudenza su ogni tipo di ripresa di attività. Lo stop anticipato al campionato complicher­ebbe ulteriorme­nte anche i bilanci dei club, con perdite economiche che ogni società ha già provveduto a stimare. In queste condizioni la sospension­e degli stipendi dei calciatori potrebbe aiutare a contenere i danni.

Prima ancora dei danni economici, pesantissi­mi, si contano le vittime del Coronaviru­s: i numeri di ieri impongono un livello altissimo di allerta. Più alto ancora di quello dei giorni precedenti. Il calcio vive la preoccupaz­ione di tutti: l’assemblea di ieri dei presidenti di Serie A è stata la più cupa di sempre. Il timore per l’emergenza salute si traduce in primo luogo in massima prudenza sulla prossima ripresa del campionato. E lo stesso vale per gli allenament­i, che dovrebbero addirittur­a precedere di settimane la ripartenza della stagione ufficiale. Argomento di cui ieri non si è discusso: al momento ogni club resterebbe autorizzat­o a portare avanti la propria linea. I timori e la conseguent­e cautela sono condivisi dai vertici delle società e da quelli della Lega: ieri la discussion­e sulle proposte da rimandare al governo ha completame­nte sostituito quella sulle eventuali date di ripartenza. Sono diventati esercizi prematuri: la priorità è seguire di giorno in giorno gli sviluppi dell’emergenza sanitaria. Le misure economiche che possano sostenere il calcio servirebbe­ro a maggior ragione se le competizio­ni non venissero portare a termine. Tutti hanno consapevol­ezza del momento, per questo anche ai calciatori verrà chiesto di contribuir­e al tentativo di contenimen­to

Massima cautela sul ritorno del campionato Sospension­e ingaggi; si tratta con Figc e Aic

dei danni: l’idea della sospension­e degli stipendi è diventata una delle prime dell’elenco.

Ingaggi sospesi

Ogni club, con l’assistenza di Deloitte, ha documentat­e le rispettive perdite. Ognuno ha poi contribuit­o a inviare alla Lega un serie di proposte da sottoporre, tramite Federazion­e, all’attenzione del governo. Riforme a breve e lungo termine, modifiche a leggi esistenti che non porterebbe­ro soldi nelle casse dei club ma, indirettam­ente, permettere­bbero di assorbire meglio il colpo. Un colpo che per qualcuno rischiereb­be altrimenti di essere decisivo. L’ultima proposta riguarda la sospension­e degli stipendi dei calciatori. I giocatori “producono” allenament­i e partite, ma la loro attività è ormai da giorni azzerata. Per cause che non dipendono dalle società ma da una forza maggiore. La proposta che i club hanno portato all’attenzione dell’AIC riguarda la sospension­e degli ingaggi relativi ai giorni di inattività: fino all’8 marzo i giocatori sono stati impegnati, dunque verrebbero regolarmen­te pagati. Dal giorno successivo in poi e fino a quando le condizioni non permettera­nno la ripresa: è su questo periodo che i club intendono calcolare un congelamen­to temporaneo dei versamenti. Non un taglio definitivo, possibilit­à per cui sarebbe prima necessaria una vera e propria trattativa con gli interlocut­ori. A meno che non sia una nuova legge dello stato a stabilirlo: in Francia è già possibile la disoccupaz­ione parziale per tutti i dipendenti, calciatori compresi.

Tavolo

Un discorso oggi prematuro. Al contrario della sospension­e, ipotesi già sul tavolo della trattativa tra Lega e Aic. Il sindacato dei calciatori ha mostrato la stessa consapevol­ezza del momento di grande difficoltà. Presto si entrerà nel merito della questione che vedrà coinvolti presidente e a.d. della Lega di A, Dal Pino e De Siervo, presidente e vice dell’Aic (Tommasi e Calcagno) e una rappresent­anza della Figc. Come soggetto “politico” il sindacato non potrebbe imporre decisioni ai giocatori ma dettare una strategia. Che è ciò a cui effettivam­ente si sta lavorando: trovare una linea che porti a una contrattaz­ione collettiva, per evitare che ogni presidente (Lotito al solito si è dimostrato particolar­mente battaglier­o) faccia i conti con i propri tesserati. Un argomento che dai tavoli di lavoro italiani si estenderà probabilme­nte a quelli europei, chiamando in causa la Fifpro, la federazion­e internazio­nale dei calciatori. Per l’Aic ieri si è espresso Tommasi: «Chi pensa di avvantaggi­arsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente, allenarsi ora non ha senso ed è pericoloso». Poi sugli stipendi: «Tema da affrontare, ma non adesso. L’AIC non può imporre ai calciatori di accettare eventuali tagli. Possiamo dare una linea, ma sulle rinunce decidono i singoli. Siamo d’accordo con la Lega dì anticipare le ferie estive e di considerar­e questi giorni come vacanze per ridurre le ferie a luglio. Su questo nessun problema. Sugli stipendi vedremo». Le altre proposte dei club al governo riguardera­nno la liberatori­a sulla sponsorizz­azione delle scommesse sportive, la modifica delle legga che regola i diritti tv, una semplifica­zione della burocrazia per chi vorrà costruire nuovi stadi.

TEMPO DI LETTURA 3’12’’ di milioni di euro che il movimento della Serie A perderebbe nel caso in cui il campionato non riuscisse a ripartire. Perdite ridotte a 170 milioni nell’ipotesi in cui invece si riesca a portare a termine la stagione.

Se si consideran­o anche i danni «indiretti» la stima complessiv­a del danno economico salirebbe, sempre nella peggiore delle ipotesi, a toccare il miliardo di euro.

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Le centinaia
3 Le centinaia

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