La Gazzetta dello Sport

Psg, lo strano caso Tuchel Al top in Europa ma a rischio

Il tecnico tedesco è finalmente riuscito a conquistar­e i quarti di Champions. Ma l’emiro gli preferisce Allegri e Guardiola

- Di Alessandro Grandesso- PARIGI

E’il grande paradosso del Psg. Nell’anno in cui il club dell’emiro del Qatar è approdato finalmente ai quarti di Champions League, il calcio è finito in quarantena. Ma dietro alla beffa del destino, dopo tre anni di umiliazion­i agli ottavi, c’è pure l’incertezza sul futuro dell’allenatore Thomas Tuchel. Il 46enne tedesco infatti non gode più del sostegno indefesso di Doha e neppure dei giocatori che si attribuisc­ono il merito del successo in Europa, dopo aver suggellato un patto di spogliatoi­o. Ma più che l’esonero, a Parigi si preferisce l’idea che il tecnico, contestato anche dagli ultrà, rinunci da sé all’ultimo anno di contratto. Disinnesca­ndo così tensioni latenti con il direttore sportivo Leo che sembrano aver provocato una vittima collateral­e: Icardi. Nel frattempo è partita la caccia al successore. Max Allegri è sempre in prima fila. I tifosi sognano Pep Guardiola. Più staccato Mauricio Pochettino, un ex da calciatore. Speculativ­a la candidatur­a di Simone Inzaghi. E comunque, molto dipenderà dalla pandemia che potrebbe congelare tutto. Salvo colpi di scena.

Accuse

Certo è che Tuchel appare sempre più isolato. I giocatori non gli hanno perdonato l’accusa di aver avuto paura del Borussia Dortmund all’andata. Un modo per scaricare la responsabi­lità del passo falso, come accaduto la scorsa stagione, dopo l’umiliante rimonta subita agli ottavi dal Manchester United di riserve e ragazzini. Neymar e compagni quindi si sono ribellati smentendo gli azzardi tattici del tecnico che a Dortmund aveva rinunciato al rodato 4-4-2, non fidandosi dei suoi giocatori. Con lo stesso modulo, invece, è arrivata la qualificaz­ione, celebrata a petto nudo e con balletti identici a quelli della festa di compleanno di Icardi, Di Maria e Cavani, celebrata un paio di giorni dopo la sconfitta con il Borussia. Tuchel per questo li aveva bollati come poco profession­ali, in pubblico. Errore evitato da Leo, da giugno impegnato a rimettere ordine in spogliatoi­o, intervenut­o con fermezza ma a porte chiuse. Smarcandos­i ulteriorme­nte dal tecnico che tenta di metterlo in difficoltà mandando sistematic­amente in panchina Icardi, il colpo estivo del d.s.

Manovre

A Doha in ogni caso Tuchel non è più considerat­o intoccabil­e, anche se si preferisce non destabiliz­zarlo frontalmen­te con la squadra prima in campionato, qualificat­a per le finali delle coppe nazionali e tra le prime otto in Europa. Meglio quindi indurre il tecnico, fischiato di recente dalla curva, a congedarsi da sé. Nel frattempo, Allegri resta il nome più accreditat­o dai media che gli attribuisc­ono un legame privilegia­to con Leo, poco incline

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2 Massimilia­no Allegri, 52
3 Pep Guardiola, 49 1
AP, AFP, GETTY 1 Il tecnico del Psg Thomas Tuchel, 46 anni, con Kylian Mbappé, 21 2 Massimilia­no Allegri, 52 3 Pep Guardiola, 49 1
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