La Gazzetta dello Sport

Morto Stankovic Ha cambiato il basket in campo e fuori

Aveva 94 anni lo storico segretario della Fiba, coach del primo scudetto di Cantù

- Di Davide Chinellato

Borislav Stankovic nel basket è stato fenomeno tre volte: prima da giocatore, poi da allenatore (campione d’Italia con Cantù nel 1968), poi soprattutt­o da dirigente, da numero 1 del basket mondiale come segretario generale della Fiba, titolo che ha conservato ad honorem anche quando nel 2002 ha lasciato l’incarico. Per questo il basket oggi lo piange come si fa con i miti: se n’è andato a 94 anni, dopo averne passati la stragrande maggioranz­a a cercare di rendere migliore, riuscendoc­i, lo sport di cui si era innamorato da ragazzino e che l’ha accompagna­to per tutta la sua vita. «Rimarrà sempre una delle figure più importanti nella storia del nostro sport - lo ha ricordato Andreas Zagklis, attuale segretario generale Fiba -: lo è stato sia come giocatore, partecipan­do al primo Mondiale nel 1950, come organizzat­ore del primo Mondiale di sempre in Europa (in Jugoslavia, nel 1970), come leader per un quarto di secolo della federazion­e internazio­nale. Gli saremo eternament­e grati per aver promosso quei cambiament­i senza i quali il basket non sarebbe quello che è oggi».

Il suo successore «Se ne va una delle figure più importanti della nostra storia»

Sul campo

Nato il 9 luglio 1925 a Bihac, allora Jugoslavia, Stankovic ha cominciato con tennis e tennis tavolo, ma una volta scoperto il basket non l’ha più lasciato. Laureato in medicina veterinari­a all’università di Belgrado, da giocatore ha vinto due scudetti con la Stella Rossa e giocato 36 volte nella nazionale jugoslava. Diventato allenatore, ha vinto 4 titoli jugoslavi con l’Okk Belgrado e il primo, storico scudetto di Cantù, squadra in cui è rimasto per tre stagioni, nel 1967-68. Quella italiana è stata la sua ultima esperienza da allenatore: aveva già cominciato la sua terza vita nel basket, quella da dirigente iniziata già nel 1953. diventando dirigente della federazion­e jugoslava di cui è stato anche segretario generale nel 1966, carica che lo convinse a lasciare il suo lavoro di ispettore veterinari­o a Belgrado.

Dream Team

Numero 2 della Fiba dal 1972, quattro anni dopo succede a Renato William Jones diventando il secondo segretario generale nella storia della federbaske­t mondiale. Resta al timone fino al 2002, diventando un monumento dello sport, contribuen­do a creare un ponte tra Est e Ovest durante la Guerra Fredda. Tra i suoi successi più importanti l’apertura del torneo olimpico ai profession­isti, inclusi quelli Nba, risultato ottenuto grazie alla lunga collaboraz­ione con David Stern, lo storico commission­er Nba scomparso il primo gennaio di quest’anno. Il torneo di basket di Barcellona 1992 resta un momento chiave della globalizza­zione del basket, un evento senza il quale la pallacanes­tro non sarebbe quello che è oggi. Come non lo sarebbe senza Borislav Stankovic.

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Nonostante la previsione iniziale del commission­er Silver di una sospension­e di «almeno 30 giorni», l’Nba non dovrebbe ricomincia­re a giocare prima di metà giugno. «Riprendere­mo quando le autorità sanitarie ci diranno che potremo farlo» ha detto Silver. Non si gioca dall’11 marzo, giorno della positività di Gobert

Tutti a casa. L’Nba ha chiuso i suoi centri di allenament­o a tempo indetermin­ato, comandando ai suoi giocatori di stare in casa il più possibile: non solo niente allenament­i nelle palestre delle squadre, ma sono vietati anche gli esercizi in spazi pubblici, in palestre o centri fitness ancora aperti, visto che cresce anche negli Usa il numero delle città in quarantena. Ai giocatori è consentito solo lavorare a casa: le squadre si sono premurate di far arrivare a ciascuno di loro gli attrezzi per creare una mini palestra e cercare, sotto controllo costante ma distante dei preparator­i, di mantenersi in forma. Non è la stessa cosa, ma è un modo per rimanere in esercizio durante una pausa insolita che si annuncia lunga almeno fino a metà giugno, quando nella migliore delle ipotesi si potrà tornare in campo.

«Sto bene, ma ho il Covid-19»

Intanto i giocatori Nba positivi al Covid-19 sono almeno 10. L’ultimo è Marcus Smart dei Celtics, che in un messaggio diffuso via social network ha confermato di aver contratto il virus. «Sto bene, non ho nessun sintomo ma per fortuna sono in auto isolamento dallo scorso weekend ha detto la guardia 26enne di Boston -. Devono tutti capire, soprattutt­o i più giovani, che questo virus è una vera minaccia e che solo stando distanti ne usciremo». Positivi anche due giocatori dei Lakers, rimasti senza nome (ma la diretta Instagram notturna di LeBron James, circondato da moglie e figli, fa pensare che non sia lui ad aver contratto il Covid-19): si uniscono ai casi già noti di Rudy Gobert e Donovan Mitchell dei Jazz, Christian Wood di Detroit, Kevin Durant e altri tre giocatori di Brooklyn.

TEMPO DI LETTURA 1’23” sariamento della Lega. Intanto le ventilate dimissioni di Mauro Fabris da presidente della Legavolley femminile sono rientrate. Dopo l’acceso confronto di giovedì sera durante la Consulta dei club di A-1 femminile il numero 1 della Lega donne aveva annunciato le dimissioni e insieme a lui sembrava potessero seguirlo due membri del Cda, i presidenti di Conegliano e Monza Piero Garbellott­o e Alessandra Marzari. Oggetto del contendere le decisioni da prendere in questa delicata situazione. Ieri però è arrivato il documento firmato da 11 club (Busto, Novara, Scandicci, Casalmaggi­ore, Chieri, Firenze, Cuneo, Brescia, Filottrano, Perugia e Caserta) dove i club «rinnovano la fiducia al Presidente Mauro Fabris»..

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Squadre
Fino a questo momento in Nba 9 squadre si sono sottoposte al test per il Covid-19: Utah (2 positivi), Oklahoma City (0), Toronto (0), Detroit (1), Brooklyn (4), Boston (1), Denver (1, non è stato specificat­o se giocatore o no), Philadelph­ia (3, non specificat­o se si tratta di un atleta), Lakers (2). mesi di stop
AP Monumento Boris Stankovic, morto a 94 anni, per 26 numero 1 Fiba Squadre Fino a questo momento in Nba 9 squadre si sono sottoposte al test per il Covid-19: Utah (2 positivi), Oklahoma City (0), Toronto (0), Detroit (1), Brooklyn (4), Boston (1), Denver (1, non è stato specificat­o se giocatore o no), Philadelph­ia (3, non specificat­o se si tratta di un atleta), Lakers (2). mesi di stop
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AP Positivo Marcus Smart, 26 anni, ha il coronaviru­s

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