Percassi: «Atalanta e Bergamo La nostra alchimia ci darà forza»
L’emozione del patron della Dea, che abbraccia la città e la sua gente «Noi bergamaschi siamo abituati a lottare: torneremo felici insieme»
Non saranno, non potrebbero esserlo, la «medicina» in grado di risolvere ogni male e far dimenticare il dolore. Tuttavia, spesso le parole pesano. In senso positivo. E tanto: ascoltarle, può significare avere qualche attimo di sollievo. E probabilmente, i pensieri di Antonio Percassi avranno avuto questo effetto per una Bergamo in ginocchio. Lui è il presidente, l’uomo al quale, sportivamente parlando, la città si è aggrappata dieci anni fa, con il ritorno della famiglia a capo dell’Atalanta. Da allora, è stato un susseguirsi di risultati storici. Che restano, nonostante le mille difficoltà: «Come popolo siamo abituati a non mollare. E lo dico a modo nostro: Bérghem, mola mia!», è l’urlo di battaglia del patron nel corso di un collegamento con Rtl 102.5 nella mattinata di ieri. Parole, appunto. Dolci, dolcissime per i propri concittadini: «La nostra gente è super generosa ed è abituata a lottare. E noi, come Atalanta, abbracciamo chi sta soffrendo: rivolgo un immenso “grazie” ai medici, agli infermieri e ai volontari impegnati in prima linea per questa emergenza».
Un’intera generazione
Toccante questo passaggio, dedicato a chi non c’è più. Soprattutto a quelli che se ne sono andati con qualche ruga e capello bianco: «Il virus sta portando via la generazione più bella (i nonni, ndr): è una tragedia che definirei incredibile», prosegue il Pres. E ancora, dopo aver ricordato le otto persone decedute che lavoravano per la società: «È una situazione triste e dura, che sta toccando pure i più giovani. Ci troviamo di fronte a una bomba sanitaria: stiamo lottando contro un nemico trasparente, sembra di essere all’interno di una guerra mondiale. Le immagini dei camion dell’esercito, incolonnati all’esterno del cimitero di Bergamo, resteranno per sempre nei ricordi e nei cuori di ogni bergamasco. È un qualcosa di straziante...».
Il sorriso per Bergamo
L’unione fa la forza, dicono. Soprattutto di fronte ai problemi. A Bergamo non si dice, è realtà. E Percassi, parlando dei tifosi, diventa un mix di emozione e orgoglio: «I bergamaschi, anche in questa situazione, dimostrano un grandissimo carattere. Il rapporto tra il club e la tifoseria è speciale: gli atalantini sono incredibili, in primis nei momenti complicati. E parla la storia, in particolare quella degli ultimi anni. C’è un’alchimia speciale e mi auguro, con il cuore, che quanto conquistato dall’Atalanta ultimamente possa strappare un sorriso al nostro popolo. Sarebbe importante e bellissimo in questi giorni difficili e tristi...». Parlare di calcio non è poi così semplice. O forse sì, dato che lo sport può regalare tantissimo. Compresa la felicità: «Ciò che abbiamo raggiunto è stato un crescendo di forti emozioni», ancora il patron.
Valencia... che vittoria
«A giugno saranno dieci anni che, con la mia famiglia, sono tornato all’Atalanta: un periodo lungo, durante il quale siamo cresciuti sempre. Siamo partiti con la promozione in A, poi nove campionati consecutivi nella massima Serie, la partecipazione all’Europa League fino ad arrivare in Champions. E oggi siamo una delle otto migliori squadre del torneo europeo più importante». La gioia indimenticabile? Percassi chiude ricordando la sera del 10 marzo, quando a Mestalla il poker di Ilicic consegnò la qualificazione per i quarti di finale. E tanti saluti al Valencia: «Nel vedere la squadra dedicare la vittoria a Bergamo (con la maglia “Mola mia”, ndr) ho provato una sensazione unica: quella è una vittoria storica».
Antonio Percassi
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