«NOI DONNE SIAMO PIÙ FORTI TORNEREMO PRESTO IN CAMPO»
Acasa di Milena Bertolini non si sentono le ambulanze. «Vivo fuori città, a Reggio Emilia». Ma non fuori dal mondo. Milena, c.t. delle azzurre del calcio, e le sue calciatrici sono state messe in quarantena quando sono tornate dall’Algarve. La quarantena è finita giovedì scorso. La Federcalcio aveva mandato un charter per riportare le azzurre a casa dal torneo che stavano giocando in Portogallo: un sistema per evitare contatti in aeroporto e attese, ma niente è come lo si progetta di questi tempi. Perché poi si è scoperto che il pilota e una delle hostess erano positivi. «Ma avevamo tutti le mascherine, nessun contatto con l’equipaggio. Però ecco, la vita è così. Studi, precauzioni e per paradosso qualcosa sfugge. Abbiamo dovuto rinunciare alla finale e le calciatrici della Germania sono state carine. Hanno scritto: questa coppa è anche vostra. Magari quando tutto sarà passato organizzeremo un’amichevole con un valore molto ampio». Milena corre in giardino, non ha nessun problema di forma fisica riguardo alle sue ragazze. «Hanno i programmi dei loro club e sanno che cosa devono fare. Sono professioniste anche senza esserlo». Professioniste, ecco. Ma il disegno di legge che stava andando avanti forse non c’è più. «Certamente ci saranno tante cose alle quali dare la precedenza, però credo che questo sia il momento di avere un pensiero circolare più che di limare le circostanze. Io perdo questo, tu mi dai quello. Ma il pensiero circolare è molto femminile e non è che ci siano molte donne nel governo del calcio».
3 Il vicepresidente Uefa Michele Uva ha detto che la Uefa troverà spazi anche per l’Europeo femminile nel 2021.
«Mi auguro che sia possibile. L’anno prossimo sarà pienissimo, fra Europeo maschile, Olimpiade e altro. Spero che ci sarà spazio per il calcio femminile, con la necessaria risonanza mediatica».
3In Italia il calcio femminile era partito per la riconferma dopo l’estate calda del 2019... «Ripartiremo comunque. Il coronavirus è un dramma, ma anche un’opportunità per ricominciare. Pensando a un calcio meno egoista, meno fondato sul business».
3La legge sul professionismo nello sport femminile verrà accantonata perché magari ci sono altre priorità.
«Non discuto, ma il mondo femminile è importante. La virologa Ilaria Capua dice che le donne sono più forti e torneranno prima a lavorare, quindi chissà, magari torneremo anche prima in campo. Il virus ci ha messo di fronte alla fragilità del sistema calcio. Questo è un momento drammatico, ma è anche l’occasione per progettare qualcosa di nuovo. Un sistema che badi all’etica, che non metta soltanto delle toppe. Bisogna pensare a un calcio che sia in grado di autosostenersi. A una riforma che tenga dentro non soltanto lo sport femminile, ma il calcio cosiddetto minore, il calcio giovanile, la Lega Pro. È il momento di rilanciare l’attività di base». 3Ha delle idee?
«Credo, ripeto, che si dovrebbe ripartire da un pensiero circolare. Il conto delle perdite e di quello che si deve ricevere in cambio per ammortizzare il mancato guadagno non basta più. Il calcio rischia di fallire davanti a un imprevisto, per quanto drammatico sia. Lo abbiamo capito nel peggiore dei modi. L’importante è rivedere il sistema e andare oltre».
3Il calcio femminile passerà un altro periodo duro? «Ripartiremo quando sarà possibile, non si lascia per strada quello che si è conquistato».
3 Lei in quanto c.t. rappresenta l’Italia: si sente orgogliosa? «Ci sono stati dei ritardi, degli intoppi, ma non è da tutti fare un passo indietro per farne due avanti. Io mi sento orgogliosa di essere italiana, anche perché abbiamo dimostrato un senso di responsabilità non comune. E poi una vocazione per la solidarietà. Abbiamo fatto degli errori, ma anche tracciato la strada per gli altri. Il 97 per cento degli italiani segue le regole e sta a casa quando non è consentito uscire. Non mi pare poco».
3Come vive il momento? «Sono fortunata, ho un giardino dove correre. Raccomando a tutti di fare un po’ di attività fisica, certo che stando in un monolocale è complicato, ma è più divertente cercare qualcosa da fare. Usate le scale di casa, la cyclette, i pesetti. L’importante è rompere gli schemi, non piangerci addosso».
3 Parlando del calcio maschile, non finire il campionato e non assegnare lo scudetto sarebbe un dramma?
«Ci sono tragedie, come quella di Bergamo e delle bare portate dai camion dell’esercito. Il campionato finirà in qualche modo, altrimenti pazienza. Mi pare importante, ripeto, avere un pensiero circolare e per una volta guardare più lontano».
3Ha paura per il futuro delle azzurre? Alcune non sono giovanissime, e se i tempi delle grandi competizioni slittano .... «L’età è un numero, vale per le 35enni come per le 18enni. Non guardo l’età ma lo stato di forma e le nostre veterane sono professioniste formidabili, pur senza esserlo per legge».
3Tutti sul divano: lei che cosa consiglia di rivedere?
«Prima di tutto consiglio di alzarsi dal divano per fare un po’ di moto. Poi, che dire: le partite del Mondiale 82, che mi sono rimaste nel cuore. E quelle del Mondiale 2019, le mie ragazze contro l’Australia e dopo. Il cammino è tracciato: la qualificazione europea è ancora da conquistare, ma siamo abituate a combattere».
Il 2021 sarà affollato di eventi, ma mi auguro che l’Europeo donne possa avere visibilità
Sono orgogliosa di essere italiana Abbiamo mostrato disciplina e senso per la solidarietà
Bisogna progettare un sistema in grado di sostenersi Così l’emergenza può servire a ripensare tutto il calcio MILENA BERTOLINI - C.T. DELLA NAZIONALE FEMMINILE
La c.t. sul futuro del Paese La c.t. della nazionale femminile e l’emergenza: «Ora serve un pensiero circolare, un calcio etico. Altrimenti si continuerà a esplodere a ogni imprevisto»