IL SERBO Milinkovic Un anno da leader Interrogativo Lazio: tenerlo o incassare?
La svolta con il gol all’Inter di 12 mesi fa. Lo cerca il Psg Ma Champions e titolo possono cambiare tutto
Da quel gol la svolta. Per diventare decisivo nei giorni che contano. Un anno fa dal colpo di testa che diede la vittoria contro l’Inter spuntò un nuovo Sergej Milinkovic. Era il 31 marzo, il centrocampista serbo segnò l’1-0 che avrebbe portato la Lazio a tre punti dalla zona Champions, poi svanita nel naufragio delle partite successive. Non aveva mai segnato a una big storica in campionato (in Coppa Italia le due reti alla Roma del 2017). Un’inedita patente di trascinatore negli scontri d’alta classifica consolidata in questo campionato. Le reti contro Juventus e l’Inter hanno fatto decollare la Lazio nelle vittorie dell’Olimpico, rampe per balzare in zona scudetto. E in mezzo, c’è un altro gol: da vero uomo-partita in una serata che assegnava posti per la storia. Quello del 15 maggio nella finale di Coppa Italia con l’Atalanta. In panchina fino al 34’ della ripresa (causa freschi guai muscolari), quattro minuti dopo il suo colpo di testa che sbloccò la partita (poi chiusa da Correa) verso il trionfo della squadra di Inzaghi: più decisivo che mai.
Gradi da leader
Non è soltanto questione di gol, l’evoluzione di Milinkovic si è sviluppata a largo raggio. Il goleador che si delinea nel momento top di un big-match è l’aspetto più appariscente della crescita del giocatore. In un anno, il serbo ha allargato i propri compiti tattici. Non solo una fionda in più per la manovra d’attacco con le sue incursioni. Ma anche una tenaglia pronta per la fase difensiva. Infatti ha assorbito compiti da incontrista contribuendo a far promuovere la difesa biancoceleste come la migliore del campionato (23 gol subiti). Ed è diventato anche «Sergente», un soprannome scaturito dal suo nome, ma timbrato pure dall’autorevolezza che Sergej si è conquistato. Da leader che sta sbocciando. Accanto ai tocchi d’artista, si è rivelato il suo temperamento.
Prospettive
Un estate fa, è stato valutato sui cento milioni di euro dal presidente Lotito. Una quotazione a cui non hanno fatto riscontro offerte concrete dopo gli interessamenti di Paris Saint Germain e Manchester United. Così, Milinkovic, ancorato a un contratto con la Lazio allungato al 2024, si è rituffato nel progetto biancoceleste. Puntando al salto in Champions, il palcoscenico tanto desiderato e sfiorato beffardamente nel 2018. Lo stop del campionato ha congelato le ambizioni in chiave scudetto dopo che il piano Champions era stato approvato dalla classifica. L’emergenza coronavirus ha bloccato anche gli impegni di Milinkovic con la Serbia per affrontare la Norvegia e poi, in caso di vittoria, la vincente di Scozia-Israele verso la qualificazione all’Europeo che nel frattempo è stato spostato al 2021. Riconquistarsi un ruolo di rilievo in nazionale era ed è tra le sue priorità. A 25 anni, compiuti un mese fa, si avvicina a un bivio della carriera. Pur con i nuovi scenari economici previsti per il mercato internazionale, il suo nome si preannuncia tra i più gettonati per i top club europei. Da Parigi si riaffaccia la corte del Psg. Una destinazione gradita a Milinkovic. Il traguardo Champions ormai negli orizzonti della Lazio potrebbe però accentrare i suoi progetti in un’ottica biancoceleste. E quel sogno scudetto, sospeso sul destino del campionato, avrebbe anche ulteriori opportunità per realizzarsi.