JUVE, IL TAGLIO DELLO STIPENDIO È LA PIÙ BELLA GIOCATA DELL’ANNO
Clamoroso a JuveLandia. I calciatori e l’allenatore rinunciano agli stipendi di marzo, aprile, maggio e giugno, e così facendo,
oltre a trasmettere un messaggio al Paese nel momento più drammatico dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, garantiscono alla società un risparmio di 90 milioni di euro.
Il che fa sì che il prossimo bilancio sia meno negativo, ed essendo la Juve quotata in Borsa non è una quisquilia. Ma ciò che davvero deve essere messo sotto la lente di ingrandimento, per capirne il significato profondo, è il gesto compiuto da coloro che, spesso, vengono considerati soltanto bambini ricchi e viziati, cioè i campioni del calcio. Bene, dopo questa iniziativa, certi giudizi andranno rivisti e anche le crociate populiste contro i milionari del pallone dovranno essere corrette o, perlomeno, attenuate. Non è mai successo un fatto simile, così come non è mai successo che un maledetto virus mettesse in ginocchio l’intero pianeta. I calciatori, prima di altre categorie, hanno capito l’aria che tira e si sono adeguati scegliendo il bene comune rispetto all’interesse singolo. Non è poca cosa. Direte: ne hanno talmente tanti, di soldi, che se lo possono permettere. Obiezione condivisibile cui va, però, aggiunta una postilla: se tutti quelli che hanno di più (e sono tanti, in Italia, in Europa e nel mondo) aiutano chi ha di meno, forse si arriverà a costruire un futuro più equilibrato e più giusto. Che a compiere un’azione tanto clamorosa siano i giocatori della Juventus è un altro segnale da non sottovalutare. Quella bianconera è da anni la società leader in Italia e in questo modo può esercitare il ruolo di apripista per tutti gli altri club. Il mondo di questi giorni, tramortito dal virus e smarrito perché non riesce a immaginarsi misure economiche per costruire uno straccio di futuro, ha bisogno di esempi cui aggrapparsi:
Bonucci, Dybala e Buffon, e tutti i loro amici, Cristiano Ronaldo compreso (cioè uno dei calciatori più pagati del mondo), è qualcosa di epocale.
Adesso alle altre società, e ai loro tesserati, non resta che seguire il percorso tracciato: rinunciare agli stipendi significa garantire la vita del club, dunque anche degli impiegati e dei collaboratori che non
guadagnano montagne di soldi. Saremo retorici, ma per una volta ci sia concesso: questa è la più bella azione costruita dalla Juve in questa stagione. Palla in verticale, inserimento tra le
linee nemiche, tiro e gol! Si diceva che il nuovo corso bianconero, con Maurizio Sarri al comando, avrebbe aperto un nuovo scenario tecnico e avrebbe fatto da traino a tutto il movimento italiano. Se sul campo ancora non c’è stata l’auspicata rivoluzione, si può tranquillamente affermare che questa si è vista sul piano morale (ed è decisamente più importante). Cristiano Ronaldo che accetta di rinunciare allo stipendio, oltre a compiere un gesto di pura juventinità, dà corpo a un’immagine: è Re Mida che scende in mezzo al popolo, è l’eroe che si fa carico dei problemi della gente, è il Superuomo che abbandona i suoi privilegi e diventa parte della normalità. Il calcio, se tutti seguiranno l’esempio della Juve (e questo ci auguriamo), non solo dimostra di fare la sua parte (senza attendere i soliti aiuti dello Stato, che in questo momento ha altre urgenze), ma disegna un’autostrada per il futuro. Ora non resta che accelerare ed evitare pericolose sbandate.