La Gazzetta dello Sport

UN ANNO DI ANDREA «LAVORO, TENSIONE, LOTTA E SOFFERENZA: SI VINCE SOLO COSÌ»

Dovizioso parla del suo film e dei GP sul profilo Instagram della Gazzetta: «Facciamo un lavoro speciale ma siamo persone semplici. In pista a giugno? Magari»

- di Giusto Ferronato e Paolo Ianieri

«Speriamo di vederci in pista a giugno, che l’Italia si liberi presto da questa morsa per tornare tutti a una vita più normale». Andrea Dovizioso ha chiuso così l’incontro in diretta Instagram sul profilo della

Gazzetta dello Sport: un augurio di normalità, qualcosa di cui tutti in questi giorni sentiamo la mancanza, da un ragazzo che, pur campione di MotoGP, resta uno di quelli che per istinto percepisci sempre tra i normali. «Facciamo un lavoro speciale - ha detto Dovi - ma restiamo persone semplici». Tanto che durante la diretta ha pure fischiato il forno... «Scusate, è pronta la torta di mele». Ah in questo periodo cucina? «No, ha fatto tutto Alessandra, io le ho solo tagliato le mele scherza - ai fornelli se proprio posso evito. Preparo la colazione».

Prima volta in diretta

A suo modo quella di ieri è stata una diretta speciale, la prima di Dovizioso sui social. C’era da parlare del docufilm «Andrea Dovizioso: Undaunted», prodotto da Red Bull Media House con la regia di Paolo Novelli, una produzione che ha rivelato il Dovizioso più nascosto, quello dei GP. Come giudica il prodotto finale? «Mi è piaciuto - ha raccontato il forlivese - il mondo della MotoGP è chiuso, non è aperto come quello del cross. Avevo il desiderio di mostrare alla gente dei video che si avvicinass­ero alla realtà delle cose. Parlando col mio manager Simone (Battistell­a; n.d.r.) e col regista Paolo Novelli abbiamo lavorato con questo obiettivo, seguire un pilota negli allenament­i e poi in gara, per svelare cosa c’è dietro al lavoro. Il risultato mi è piaciuto». Ma non è uno svantaggio mostrare pure agli avversari una parte della propria intimità? «Io non lo vivo come un problema, non lo è nemmeno ai box con gli assetti della moto, se qualcuno mi deve battere è perché sarà stato più bravo. Se mi hanno detto già qualcosa? In realtà non li ho ancora incontrati, vediamo, sicurament­e lo guarderann­o per studiarmi un po’. Normale: ci guardiamo tutti». Non ha sentito nessuno in questo periodo? «Mi ha chiamato Franco Morbidelli per farmi gli auguri di compleanno e mi ha fatto piacere».

Viva la concretezz­a

C’è un altro aspetto di questo progetto che Andrea ha gradito, il fatto che le immagini raccontass­ero il concreto. La sua natura. «Odio la superficia­lità - ha detto Andrea, che non ama postare selfie o contenuti di se stesso -: la chiamo fuffa, il mostrare quello che si fa senza un senso logico, cose a caso e basta. A ma piace la realtà, le cose concrete, vedere degli altri quello che conta. Per esempio di un pilota amo studiare la tecnica, vedere come arriva allo stesso risultato in pista passando per un altro percorso, è qualcosa che attira. Se guardo una gara di supercross guarderò anche prove libere e qualifiche, solo così capirò il risultato. Ecco nel documentar­io c’è questo, il senso degli allenament­i per arrivare ai risultati in pista». Già, i risultati quello intorno a cui ruota tutto. L’ing. Gigi Dall’Igna dice che lei ha talento ma dovrebbe crederci un po’ di più. Il miglior Dovizioso lo dobbiamo ancora vedere? «Non lo so, cerchi sempre di migliorart­i, se pensi di essere arrivato è finita. Se guardiamo alle gare più recenti con la Ducati si vede una tale tensione frutto di una sofferenza e di un lavoro precedente che è difficile dire che non ci creda. Le vittorie sono arrivate anche grazie alle sconfitte. È un lavoro collettivo, ma in fondo chi non è te non sa cosa si provi nella lotta, quanto si è al limite. In sella ci sono solo io e solo io so quanto sia tirata una curva o una staccata».

Scontri col manager

Nel film non manca una parte ancora più speciale, il rapporto col manager, mostrato a volte in modo crudo, con accese discussion­i. «Un pilota ha bisogno di avere vicino una persona intelligen­te e matura che ti dia un punto di vista differente, mettendosi sul tuo stesso piano. Con Simone ci riesco e soprattutt­o non mi metto sul piedistall­o. I suoi punti di vista mi aiutano a ragionare da un’altra prospettiv­a. Il talento in moto conta, ma conta più non fare altri errori per restare in alto». Perché per il Dovi il talento non basta, e nel film si capisce, quando si affronta il tema della serenità di testa. «Mostro come quello che provo nel fare gli allenament­i di cross sia qualcosa che cerco di replicare nella MotoGP. Il talento lo abbiamo in tanti, quello che fa la differenza è come ognuno di noi gestisce la testa. Non è facile trovare allenatori e profession­isti che ti aiutino a vincere prima con la testa, negli anni ho lavorato molto su questo aspetto». Oggi non correrà contro i suoi rivali al videogioco della MotoGP, perché? «Mi piacciono, ma li considero dispersivi, meglio pensare ad altre cose». Tipo? «Riordinare casa. Con questo stop forzato ho sistemato pure il capannone! E poi di allenarmi, ora sì che ho tempo. Ma spero anche che finisca presto tutto: troppa gente sta soffrendo».

Odio la superficia­lità: la chiamo fuffa, il mostrare quello che si fa senza un senso logico, cose a caso e basta PARLANDO DELLE IMMAGINI CHE RACCONTANO LA SUA NATURA CONCRETA

 ?? AFP ?? In pista Andrea Dovizioso, 34 anni, sulla sua Ducati nei test di Sepang l’8 febbraio scorso e in primo piano (nel tondo). Ha chiuso gli ultimi tre Mondiali MotoGP da vice-campione alle spalle di Marc Marquez
AFP In pista Andrea Dovizioso, 34 anni, sulla sua Ducati nei test di Sepang l’8 febbraio scorso e in primo piano (nel tondo). Ha chiuso gli ultimi tre Mondiali MotoGP da vice-campione alle spalle di Marc Marquez
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Andrea Dovizioso era alla prima videochat su Instagram. Ma il debutto ieri con la Gazzetta non poteva andar meglio: ben 17 mila utenti collegati, record per la rosea. Una chiacchier­ata che trovate riassunta in queste pagine
LA CHAT Andrea Dovizioso era alla prima videochat su Instagram. Ma il debutto ieri con la Gazzetta non poteva andar meglio: ben 17 mila utenti collegati, record per la rosea. Una chiacchier­ata che trovate riassunta in queste pagine

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