La Gazzetta dello Sport

Idea: titolo Nba a Las Vegas Così si può battere il virus

Per concludere il 2019-20, possibile maxi torneo nel deserto dove tutte le squadre vivrebbero nei casinò isolati dal mondo

- di Davide Chinellato

Quello che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas, dice un vecchio adagio di Sin City, la città dove tutto è lecito. L’Nba spera invece che quello che succederà a Las Vegas, se davvero succederà, varcherà i confini della città del Nevada e raggiunger­à i fan della lega più famosa del mondo in ogni angolo del globo.

Il piano

Tra le idee per salvare il 2019-20, la stagione sospesa per colpa del coronaviru­s, c’è anche quella di radunare tutto il circus Nba nella città in mezzo al deserto e ripartire da lì, coi giocatori isolati nei casinò e un maxi torneo con tutte le partite nella stessa arena (il Thomas & Mack Center di Las Vegas, appunto) per incoronare una squadra campione. Una soluzione estrema,da utilizzare come ultima spiaggia se non fosse possibile riprenesti­va, dere giocando almeno una parte delle 18-20 partite di regular season che mancano e poi i playoff, con ogni serie al meglio delle sette partite che senza questa pandemia globale dovevano cominciare il 18 aprile. Il commission­er Silver e i proprietar­i delle 30 franchigie sono concentrat­i sul riprendere, non importa quando, sapendo che sarà possibile farlo solo quando l’emergenza coronaviru­s sarà finita (e con gli Stati Uniti diventati il primo paese del mondo per numero di contagi e di morti è impossibil­e al momento anche solo ipotizzare una data). E che qualsiasi soluzione deve ottenere l’ok dell’associazio­ne giocatori.

Capitale estiva

Sin City sembra perfetta per la soluzione estrema: l’Nba da anni ne ha fatto la sua capitale sede di quella Summer League che ad inizio luglio si trasforma in un vero e proprio hub del basket, tra opportunit­à di sponsor, partite e contatti. Si ripartireb­be cancelland­o il resto della regular season, prima con un torneo di ingresso per le squadre più indietro in classifica per accedere al tabellone principale, poi un primo turno al meglio delle 5 seguiti da sfide ad eliminazio­ne diretta. Le Finals invece si giocherebb­ero al meglio delle 5 partite. Sempre al Thomas & Mack Center di Las Vegas, sempre senza tifosi, sempre con giocatori, tecnici, dirigenti e chiunque venga a contatto con loro chiusi in una sorta di bolla virtuale e sotto stretto controllo medico. «Non ne voglio sapere» ha detto LeBron James in un podcast con gli ex compagni ai Cavs Channing Frye e Richard Jefferson. «Penso che l’Nba sia nella posizione di poter sperimenta­re diverse cose - è l’apertura di CJ McCollum di Portland -. Dipenderà molto da come verrà strutturat­o il torneo». Silver e i proprietar­i potrebbero non avere scelta: se cancella il 201920, l’Nba rischia perdite vicine al miliardo di dollari, che anche i giocatori contribuir­ebbero a pagare con la riduzione del monte salari 2020-21. Finire la stagione sospesa conviene a tutti. Anche a costo di rinchiuder­si a Las Vegas per tutta l’estate.

 ?? AFP ?? Sin City Zion Williamson tra due giocatori dei Knicks in una gara di Summer League. Ogni estate l’Nba si ritrova a Las Vegas per il torneo
AFP Sin City Zion Williamson tra due giocatori dei Knicks in una gara di Summer League. Ogni estate l’Nba si ritrova a Las Vegas per il torneo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy