La Gazzetta dello Sport

«Ora il fisico conta di più E il talento si vede meno»

- Luca Marchegian­i

3Marchegia­ni, quanto è cambiato il ruolo del portiere?

«Negli ultimi 20 anni tantissimo. Prima ragione: i regolament­i. Vedi il divieto del retropassa­ggio, nel ‘92. Io fui una delle prime vittime: Italia-Svizzera .... Non ero abituato a giocare la palla. A volte non facevo neppure il rinvio, veniva il difensore. Seconda ragione: tattica. Noi ci allenavamo a parte e con la squadra facevamo solo la partitella. Ora il portiere fa tutto con la squadra, imposta l’azione. Anche se la costruzion­e dal basso spesso diventa moda, l’iscrizione a un partito, più che vera necessità».

3Non c’è il rischio che la nuova attenzione ai piedi riduca la cura dei fondamenta­li classici? «Certo. Ci si prepara di meno sulla parte tecnica del portiere. Non è vero che certi gol siano colpa dei nuovi palloni... Quelli di una volta non erano più semplici da prendere. Il problema vero è che oggi esistono tecnologie avanzate per far migliorare un portiere. E forse si confida troppo in quelle. Cioè: prendo un portiere dal gran fisico e poi lo miglioro io. Una volta invece la selezione veniva fatta per il talento».

3Come lo definirebb­e? «La capacità di risolvere un problema nel più veloce tempo possibile. Ognuno aveva il suo stile. Infatti ai miei tempi eravamo tutti diversi: io, Peruzzi, Bucci... Oggi se vedi una squadra a passeggio, riconosci subito il portiere: è il più grosso Oggi forse non sarei arrivato in serie A con le mie caratteris­tiche fisiche. Il talento conta meno e se ne vede meno».

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