La Gazzetta dello Sport

Albania, per ringraziar­ti ospiterò i tuoi tennisti

- Di Riccardo Piatti (ALLENATORE DI TENNIS)

Anche io, come tanti, ho ascoltato con attenzione il discorso del primo ministro albanese Edi Rama. Parole importanti, piene di significat­o e di sincerità. Piene di riconoscen­za, un sentimento sempre più raro nel mondo. «Tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere - ha detto -, anche Paesi ricchissim­i hanno girato la schiena agli altri, ma forse perché non siamo ricchi ma neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonan­o mai l’amico in difficoltà». Ecco per questo ho pensato che appena tutto questo disastro, questa pandemia sarà finita, e il tennis potrà finalmente ripartire mi piacerebbe molto contattare la federazion­e albanese e invitare qualche ragazzo ad allenarsi da noi. Mi farebbe piacere, nel mio piccolo, ricambiare l’appoggio che il popolo albanese ci ha offerto. Perché ricordarsi il bene che qualcuno ti ha fatto è una cosa importante. L’Albania si è ricordata di noi e di quando abbiamo aiutato un popolo in difficoltà, e mi ha colpito perché noi italiani siamo sempre considerat­i meno di quello valiamo. Sì, ci vogliono bene tutti perché siamo simpatici, e poi tirano fuori il cibo buono, e i soliti

Maestro&allievo

stereotipi ma poi, alla fine, quando abbiamo bisogno sono pochi quelli che ci aiutano. In questo momento, per tutti noi, è importante ritrovare il valore della fratellanz­a, della riconoscen­za. Anche nello sport. Io ho allenato tanti tennisti nella mia carriera, lo faccio perché è il lavoro che amo e raramente ho ottenuto gesti di riconoscen­za. Ma a me non importa, perché a me piace essere disponibil­e, faccio il mio lavoro con passione. Proprio per la passione che mi anima ho pensato di aiutare qualche giovane tennista albanese alla Piatti Tennis Academy. Perché è quello che so fare e che posso fare. Era da qualche tempo che l’Italia si stava risollevan­do anche nel tennis, stavamo tornando grandi guadagnand­oci il rispetto e l’attenzione che meritavamo, ma è arrivato questo virus a bloccare tutto. A imporci di fermarci e riflettere anche sui rapporti umani. E dare un aiuto a chi può avere bisogno penso sia una piccola, ma significat­iva goccia nell’oceano. Anche Jannik Sinner, che ha sentito questa mia idea è stato d’accordo. Lui è un ragazzo splendido, che ha un fratello adottivo e che quindi capisce molto bene il valore dell’accoglienz­a. Dobbiamo stare uniti, riscoprire la fratellanz­a e l’unità anche in questo periodo in cui siamo costretti a restare distanti. E noi italiani dobbiamo essere orgogliosi di quello che stiamo facendo per combattere la pandemia. Questo è un momento che ci ha colto impreparat­i, soprattutt­o a livello umano, dobbiamo avere fede e pian piano tutto si sistemerà.

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Riccardo Piatti, 61 anni, con Jannik Sinner, 19 anni
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