Dal rinnovo di Vettel al futuro di Hamilton Ecco cosa succede al mercato congelato
Le ipotesi per ingaggi e scadenze: tagli difficili, spalmature possibili e pronte trattative lampo di
Si dice che normalmente l’inizio delle trattative vere ogni anno sia a Montreal. Prima si fanno chiacchiere, corteggiamenti, ipotesi. E poi è in Canada che ci si siede e si comincia a far di conto sul futuro dei piloti in scadenza di contratto. A luglio si assestano gli scossoni e si affinano i dettagli. E tra Budapest e Monza si conclude, spesso si annunciano anche i trasferimenti, o i prolungamenti. Quest’anno, se tutto andrà bene, ma davvero bene, a Montreal comincerà il campionato. Più verosimilmente nemmeno lì, piuttosto al Castellet (28 giugno) o a Zeltweg (5 luglio). Si capisce quindi che anche dal punto di vista pratico - prima ancora di quello legale, finanziario e contrattuale- il mercato di quest’anno non potrà che essere atipico. E però qualsiasi decisione che dovrà essere presa avrà bisogno di qualche nuovo riscontro su cui basarsi. Mattia Binotto, per dire, ha confermato di essere in trattativa con Sebastian Vettel: «È importante per noi e per lui che le cose siano chiare in fretta», ha detto. Ma qualche gara su cui basare quantomeno le sensazioni sarà pur necessaria. E stiamo parlando di un rapporto consolidato con un pilota che ha vinto quattro Mondiali. È dunque da immaginare l’incertezza tra certi team e i loro più giovani e meno blasonati colleghi di Seb. Cioè quasi tutti, considerando che alla fine del 2020 scadranno i contratti di 16 dei 20 sulla griglia. Solo quattro hanno certezze più a lungo raggio: il rientrante Esteban Ocon resterà alla Renault fino al 2021, Sergio Perez ha rinnovato con la Racing Point fino al 2022 (quando presumibilmente si chiamerà Aston Martin…), Max Verstappen è certo di rimanere alla Red Bull fino al 2023 e Charles Leclerc sarà sicuro ferrarista da qui al termine del 2024.
Tutti restano fermi
È da definire dunque, oltre a quello di Vettel, il futuro — più o meno incerto — di Lewis Hamilton e di Valtteri Bottas, di Daniel Ricciardo e di Carlos Sainz. E bisognerà farlo in fretta: «Ho paura che il mercato esploda, c’è da stare all’erta», ha detto non a caso il gran capo della Renault Cyril Abiteboul a Canal Plus. Forse timoroso che al suo Ricciardo venga voglia di cambiare aria. E abbia occasioni di farlo. Di sicuro, se la drastica riduzione dei GP decurterà le entrate dagli sponsor, i team prima ancora di trattare coi piloti per il 2021 vorranno rinegoziare questo 2020. E se è difficile immaginare tagli agli stipendi, è possibile un’altra soluzione. «Tutti insieme potrebbero decidere di congelare la situazione, di mantenere lo status quo», dice Enrico Zanarini, agente, tra gli altri, di Antonio Giovinazzi. In pratica sarebbe una specie di spalmatura dei pagamenti pattuiti su un termine più lungo. Come si cristallizza tutto sul fronte di abitacolo e tecnologia, così resterebbe immutata la griglia: Ognuno resta dov’è. «Storicamente non è un modo di agire nelle corde della F.1, ma intanto parliamo di una mentalità che sta cambiando, e poi qui siamo di fronte a un problema senza precedenti. Sarebbe buonsenso. Per i team, specie per i più piccoli, in queste settimane ci sono già troppe variabili incerte da andare ad aggiungerne un’altra». Certo se, con le dovute proporzioni, il discorso sarebbe applicabile tanto a Hamilton quanto a George Russell, è invece da capire come la rispalmatura dei pagamenti potrebbe essere applicata a chi, come i golden boys Verstappen e Leclerc, ha già accordi a lungo termine. «E poi – prosegue Zanarini – basta un team che faccia una scelta diversa e tutto il sistema rischia di saltare. Penso per esempio a un pilota che dovesse dominare la Formula 2. Davvero nessuno proverebbe a prenderlo?».
Sponsor e ingegneri
Ma le contrattazioni non riguardano solo le stelle. Spiega Gianpaolo Matteucci, agente, tra gli altri di Luca Ghiotto (pilota di F.2): «Ci sono ingegneri e tecnici in scadenza di contratto. Ci sono sponsor che ridiscuteranno i loro contratti al ribasso coi team considerando che le gare diminuiscono. Per le squadre più piccole della F.1 la situazione è difficile. Per la maggior parte di quelle di F.2 non poter pagare stipendi per mesi è un rischio concreto ed enorme. E’ in questo contesto che bisogna immaginare il mercato. Questa è la situazione».
I team potrebbero decidere a favore dello status quo: ognuno resta dov’è
Ho paura che il mercato esploda Seb da noi? Non voglio dire di no