IL CONTELAB NONCHIUDE
Lo smart working di Antonio Conte è un’ora buona di tapis roulant al pomeriggio. Benedette endorfine, benedetta ricerca di un’attività fisica che liberi la mente, accarezzi il corpo e mandi a quel paese lo stress. Smart working è anche un computer per scomporre analiticamente l’Inter, una tv per aggiornarsi, i dati fisici a portata di mano, i pensieri su quel che è stato, quel che poteva essere e non s’è visto, quel che domani potrà davvero diventare l’Inter.
Lo studio
Eccolo, l’«iorestoacasa» del premier nerazzurro. Conte non è mai stato un gestore di uomini, ha sempre rifiutato quell’idea di essere allenatore, peraltro ormai superata, non più sufficiente neppure a fronte di una squadra composta esclusivamente da campioni. E allora Antonio studia. Ok, sì, guida i suoi campioni a distanza, non facendo mancare il suo supporto, indirizzandoli attraverso il suo staff sull’attività fisica da svolgere. Sarebbe facile finirla qui. Diverso è invece trasformare una limitazione in un’opportunità. Conte sta sfruttando questi giorni per fare quel che in condizioni normali avrebbe fatto solo a fine stagione. Punto primo: la scomposizione dell’Inter. Funziona così: frazionando e studiando il particolare, è poi possibile avere un’idea complessiva migliore. E allora grazie allo staff, con l’aiuto del fratello Gianluca, Conte ha “appesantito” il suo computer di tutte le partite stagionali dell’Inter. Cosa che un allenatore non riesce quasi mai a fare du