Gosens Robin da nazionale Rinviata la prima Ma Löw lo aspetta e la Dea lo spinge
Avrebbe esordito con l’Italia oggi No problem: il sogno è solo rinviato
Probabilmente via email, magari con un semplice messaggio su WhatSapp. Oppure, direttamente con una telefonata. Così bella da emozionarsi, perché la aspettava da parecchio tempo. Non sappiamo, con esattezza, come il c.t. Joachim Löw abbia, un paio di settimane fa, messo in «caldo» Gosens in vista di Germania-Italia, super amichevole che si sarebbe dovuta giocare oggi al «MaxMorlock-Stadion» di Norimberga, poi annullata per l’emergenza che sta colpendo il mondo. In ogni caso, l’Atalanta e il ragazzo sapevano che la convocazione sarebbe arrivata, puntuale. Per ora rimane sulla «carta», per il momento «Danke und auf wiedersehen». Tradotto: «Grazie e arrivederci». Così, però, non suona particolarmente bene. Meglio aggiungere: «Sarà per la prossima», in riferimento a un debutto con la nazionale che sarebbe arrivato questa sera e che, ancora una volta, slitterà. Nonostante tutto, sportivamente parlando, poco male: basterà avere ancora un po’ di pazienza.
Cerchio e «rivincita»
L’ennesimo ritardo può sembrare una sorta di maledizione per chi insegue da una vita la prima convocazione, ma il Gosens formato 2019-20 dovrà giusto attendere che passi questo momentaccio prima di vestire una maglia che sogna e che, ovviamente, ama più di quella olandese. Considerando il doppio passaporto, potrebbe anche accettare l’eventuale chiamata di Ronald Koeman: non sarà così, di dubbi non ne ha mai avuti. Impossibile che il «motorino» ammirato finora in maglia Dea non possa macinare chilometri su chilometri pure sull’out di sinistra della Germania: a questo punto, quando potrebbe arrivare questo benedetto appuntamento? Il calendario prevede un altro test il 31 maggio, contro la Svizzera (pressoché da escludere, per chiare ragioni), mentre il 3 settembre partirà (dovrebbe partire) la Nations League, contro la Spagna: difficile, allo stato attuale, avere già un quadro definitivo, ma se il Covid-19 andasse in archivio in tempi relativamente brevi probabilmente Gosens potrebbe chiudere con le Furie Rosse quel personalissimo «cerchio della rivincita».
Il provino al Borussia
Sì, «rivincita». Nei confronti della Germania: terra di fenomeni e dalla leggendaria tradizione calcistica, che un po’ a sorpresa ha finora ignorato la crescita di un giocatore arrivato a Bergamo nel giugno 2017, da perfetto sconosciuto, e che ha raggiunto livelli assolutamente top in Europa (tra gol realizzati, assist e azioni decisive, solamente Max dell’Augusta, Hakimi del Borussia Dortmund e AlexanderArnold del Liverpool incidono quanto lui). Il ds. Giovanni Sartori - che intuizione - lo prese dall’Heracles Almelo per 300.000 euro. Tre anni dopo, per chi fosse interessato, sarebbe un obbligo aggiungere due zeri per poterne quantomeno parlare: Gosens vale almeno 25 milioni, forse 30. Altrimenti «Danke und auf wiedersehen», appunto. Chissà, di fronte a certe statistiche (otto reti e cinque assist in 30 presenze stagionali tra Serie A, Champions League e Coppa Italia), cosa avrà pensato proprio il BVB: quando si tratta di talenti da scoprire, lanciare e valorizzare, da sempre un esempio di lungimiranza che non sbaglia mai... o quasi. Con un giovanissimo Robin lo fece, eccome: «Ti faremo sapere...», gli dissero dopo un famoso provino. Quei puntini non sono mai stati riempiti.
Due zero in aggiunta
E si torna in Olanda, ai tempi delle giovanili tra Fortuna Elten, Bocholt, VfL Rhede e Vitesse: periodo che portò al debutto tra i professionisti con il Dordrecht. Siamo nel gennaio 2014, ormai sono passati sei anni. Poi ecco il salto con l’Heracles Almelo, il successivo arrivo in Italia e la definitiva consacrazione grazie (anche) all’Atalanta, club che in estate dovrà resistere ai (sicuri) assalti delle big: a gennaio ci hanno provato Chelsea e, soprattutto, Lione, pronto con un assegno non banale, da 25 milioni. Quando (e se) la stagione riprenderà, chissà chi altro busserà al «Bortolotti» di Zingonia. Tuttavia, con una possibile conferma nell’Europa più bella, sarebbe assurdo escludere a priori la permanenza del gioiello tedesco (fresco di rinnovo fino al 2023, mantenuta la promessa della società fatta a ottobre), tra i più ambiti nel ruolo. Chi l’avrebbe mai detto sei anni fa: da allora, quante cose sono accadute. Parecchie, tantissime. Tranne una: un obiettivo che somiglia a un grande sogno, ciò che Gosens avrebbe voluto realizzare (finalmente) oggi. Per ora, «Danke und auf wiedersehen». Poco male, di certo «sarà per la prossima».