Quegli audaci che osano da una porta all’altra
Di gol i portieri ne hanno sempre segnati, soprattutto su rigore, su punizione o con qualche disperato arrembaggio all’ultimo respiro. Ma quelle traversate oceaniche a gioco fermo, per cercare il calcio da fermo o l’inzuccata della gloria, sottolineavano ancora di più la straordinarietà della cosa: un portiere all’attacco. Cioè, un pinguino all’equatore. E, se l’impresa riusciva, restava inchiodata per sempre nella memoria e diventava proverbiale. «Gol alla Rampulla» significa un portiere che avanza a tempo scaduto e segna di testa su angolo, come fece l’allora portiere della Cremonese. Con l’evoluzione del ruolo, il portiere invece avanza palla al piede mentre l’orologio dell’arbitro cammina: è un’altra cosa, un altro mondo. Portiere goleador dell’era precedente è stato Rogerio Ceni, brasiliano del San Paolo che a fine allenamento sfidava su punizioni e rigori il giovane Kakà. E non perdeva sempre. Mostruoso il bottino di
Rogerio: 131 gol, 69 su rigore, 61 su punizione e uno anche su azione. Decimo cannoniere nella storia del club. Un portiere... Caldo anche il piede mancino del paraguaiano Josè Luis Chilavert: 67 gol, tra dischetto e punizioni, con la ciliegina della tripletta al Ferro Carril Oeste. Bizzarro come le casacche da Arlecchino, che si disegnava personalmente, era il messicano Jorge Campos, che ogni tanto salpava all’avventura con relativa tachicardia del suo mister: 46 gol e altri 38 giocando da punta vera. Rigorista spietato il bulgaro Dimitar Ivankov: 42 gol, nessuno in Nazionale. Non classificabile tra i «regolari» il colombiano René Higuita che brevettò «la parata dello scorpione»: 41 reti e tante fughe improvvise palla al piede lasciando la propria porta aperta. In Italia, il portiere bomber resta Lucidio Sentimenti (classe 1920), il quarto dei 5 fratelli (5 gol). Poi Rigamonti (3), Amelia (1), Rampulla (1), Taibi (1) e Brignoli (1) che Gattuso, ogni tanto, sogna ancora.