La Dea piange Cometti, uno degli eroi della Coppa 1963
Per Emilio oltre 30 anni con l’Atalanta La figlia Laura, via social, mostra una serie delle sue parate: «Ti ricordo così»
Se ne è andato Zaccaria Cometti, un altro mito atalantino. Bergamo, nel suo momento più drammatico, ha un motivo in più per piangere: a ottantatré anni, si è spento uno dei simboli dell’Atalanta, portiere e poi tecnico.
Mito nerazzurro
Uno degli eroi della Coppa Italia 1963, anche se nella finale contro il Torino giocò Pizzaballa. D’altronde, l’Atalanta si è sempre distinta per i suoi grandissimi portieri: oltre a loro due, Ceresoli e Casari. Ceresoli fu anche il maestro di Zaccaria, che prendeva appunti e riuscì a ritagliarsi una grande carriera tra i pali. Giocò praticamente solo con l’Atalanta, dai venti ai trentatré anni, chiudendo in C, nel Trento. Il portiere di Romano di Lombardia vestì la maglia dell’Atalanta 211 volte, 178 in campionato. E restò a lavorare per la sua squadra anche dopo essere uscito dai pali: lunga la parentesi nello staff tecnico, come allenatore del vivaio, allenatore in seconda e preparatore dei portieri, fino all’inizio degli anni ’90. In totale, più di trent’anni con la maglia della Dea.
L’incontro con il papa
La figlia Laura, per annunciare la sua morte, ieri mattina ha pubblicato sui social un collage delle sue parate, scrivendo: «Ti voglio ricordare così: pronto per un’altra partita. Ciao papà». L’Atalanta ha pubblicato un messaggio: «Il presidente Antonio Percassi e la famiglia
Atalanta partecipano al dolore dei familiari, ai quali rivolgono le più sincere condoglianze». Di recente, rientrato da una vacanza al mare, Cometti non era stato bene e aveva avuto un’embolia polmonare, che gli aveva causato un’insufficienza respiratoria. Ieri all’alba se ne è andato, senza fare rumore, a modo suo: la sua timidezza non gli impedì, comunque, di duettare in bergamasco stretto con Papa Giovanni XXIII nel 1959, quando la squadra fu accolta in udienza. La leggenda di Cometti narra anche questo.
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