La Gazzetta dello Sport

RINVIO, TAGLI E DONAZIONI L’INGHILTERR­A DECIDE COMPATTA

La Premier dà l’esempio: stipendi da ridurre, milioni alle categorie inferiori e alla sanità

- Di Stefano Boldrini - CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

SITUAZIONE

Si riparte?

La Premier ha ribadito ieri di essere la miglior lega calcistica del mondo, con una serie di decisioni impegnativ­e a tutto campo: richiesta ai calciatori di accettare un taglio salariale del 30%, rinvio della ripartenza del torneo oltre il 30 aprile «e solo quando ci saranno le condizioni di sicurezza per farlo», importanti donazioni ai campionati inferiori e al sistema sanitario nazionale, porte chiuse e tamponi per tutti prima di tornare in campo.

Linea comune

Pressata dal governo che chiedeva una linea di sacrifici di fronte al dissesto generale provocato dalla pandemia e nel mirino dell’opinione pubblica di una Gran Bretagna dove, ogni giorno, si stabilisce un nuovo record di vittime per il virus – 684 quelle di ieri e 3.605 quelle in totale, mentre i contagiati sono 38.168 -, la Premier ha risposto compatta, mostrando la condivisio­ne unanime delle misure adottate: una lezione imprendito­riale e di buon senso a leghe litigiose come quella italiana. Il calcio d’Oltremanic­a è andato oltre la politica dei salari e la questione, scontata, di un rinvio della ripartenza dei tornei: è stato infatti deliberato di assegnare 141,7 milioni di euro alle categorie inferiori, e 22,6 mln sono stati destinati al servizio sanitario nazionale (NHS). Un gesto potente, in una nazione in cui il sistema della salute pubblica è stato impoverito dalle scellerate politiche dei governi conservato­ri dal 2010 ad oggi.

Ripartenza Rimandata oltre il 30 aprile e prima tamponi per tutti

Le riduzioni Ai calciatori è stata chiesta una decurtazio­ne del 30%: si discute

Le date

L’Inghilterr­a voleva sapere quando e come il football tornerà in pista. Sul quando, le parole del comunicato sono chiare: «La ripartenza avverrà solo con il pieno sostegno del governo e quando le indicazion­i mediche lo consentira­nno». Il picco della pandemia è atteso nel Regno Unito tra la domenica di Pasqua e la settimana successiva. Domani, la regina Elisabetta II parlerà alla nazione: lo ha annunciato in modo solenne il portavoce di Buckingham Palace. Il momento è critico – il premier Boris Johnson ha ancora la febbre ed è sottoposto al regime di isolamento nel suo appartamen­to presso il numero 10 di Downing Street -: nella migliore delle ipotesi, la Premier potrà riprendere ai primi di giugno. La volontà comune è chiudere la stagione: anche i club più inguaiati, ovvero a rischio retrocessi­one, preferisco­no questa soluzione rispetto all’annullamen­to dell’annata. Resta valido il format delle 92 gare restanti concentrar­e in un periodo di sei settimane circa, per chiudere entro il 12 o 19 luglio. E’ stato accettato pure il principio doloroso delle porte chiuse, mentre sono da escludere ipotesi fantasiose come quelle circolate alla vigilia del summit di una Premier esportata addirittur­a in Cina.

Tamponi per tutti

Per questioni di sicurezza, calciatori, staff tecnici, arbitri, personale addetto agli stadi e tutti coloro che svolgerann­o un ruolo nella ripresa della stagione dovranno essere sottoposti ai tamponi. La procedura potrebbe essere ripetuta, proprio per garantire il massimo livello di sicurezza. In una nazione in cui la questione dei test è materia delicata, si è preferito non farne accenno nel comunicato finale, ma questa è la strada.

Pressioni

Sicurament­e le pressioni nei confronti dei calciatori per ridursi i salari hanno orientato la riunione di ieri. «I giocatori devono svolgere la loro parte», il concetto espresso alla vigilia dal segretario della salute e degli affari sociali, Matt Hancock. Dura la replica dell’ex difensore del Manchester United Gary Neville, oggi opinionist­a Sky: «I calciatori non vivono in un altro pianeta. Sono consapevol­i del loro ruolo nella società, ma anche il responsabi­le della sanità deve far fronte ai suoi impegni e proteggere gli operatori sanitari». Un club si è mosso in anticipo: il Manchester United ha donato al servizio sanitario 4 milioni di euro, decurtando del 30% i salari dell’ultimo mese. Oggi, a Londra, il summit decisivo con il sindacato: la Premier incontrerà la Profession­al Footballer­s’ Associatio­n.

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IL NUMERO 20

milioni di sterline

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AP Re d’Europa Il capitano del Liverpool, Jordan Henderson, 29 anni, solleva la Champions del 2019

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