RINVIO, TAGLI E DONAZIONI L’INGHILTERRA DECIDE COMPATTA
La Premier dà l’esempio: stipendi da ridurre, milioni alle categorie inferiori e alla sanità
SITUAZIONE
Si riparte?
La Premier ha ribadito ieri di essere la miglior lega calcistica del mondo, con una serie di decisioni impegnative a tutto campo: richiesta ai calciatori di accettare un taglio salariale del 30%, rinvio della ripartenza del torneo oltre il 30 aprile «e solo quando ci saranno le condizioni di sicurezza per farlo», importanti donazioni ai campionati inferiori e al sistema sanitario nazionale, porte chiuse e tamponi per tutti prima di tornare in campo.
Linea comune
Pressata dal governo che chiedeva una linea di sacrifici di fronte al dissesto generale provocato dalla pandemia e nel mirino dell’opinione pubblica di una Gran Bretagna dove, ogni giorno, si stabilisce un nuovo record di vittime per il virus – 684 quelle di ieri e 3.605 quelle in totale, mentre i contagiati sono 38.168 -, la Premier ha risposto compatta, mostrando la condivisione unanime delle misure adottate: una lezione imprenditoriale e di buon senso a leghe litigiose come quella italiana. Il calcio d’Oltremanica è andato oltre la politica dei salari e la questione, scontata, di un rinvio della ripartenza dei tornei: è stato infatti deliberato di assegnare 141,7 milioni di euro alle categorie inferiori, e 22,6 mln sono stati destinati al servizio sanitario nazionale (NHS). Un gesto potente, in una nazione in cui il sistema della salute pubblica è stato impoverito dalle scellerate politiche dei governi conservatori dal 2010 ad oggi.
Ripartenza Rimandata oltre il 30 aprile e prima tamponi per tutti
Le riduzioni Ai calciatori è stata chiesta una decurtazione del 30%: si discute
Le date
L’Inghilterra voleva sapere quando e come il football tornerà in pista. Sul quando, le parole del comunicato sono chiare: «La ripartenza avverrà solo con il pieno sostegno del governo e quando le indicazioni mediche lo consentiranno». Il picco della pandemia è atteso nel Regno Unito tra la domenica di Pasqua e la settimana successiva. Domani, la regina Elisabetta II parlerà alla nazione: lo ha annunciato in modo solenne il portavoce di Buckingham Palace. Il momento è critico – il premier Boris Johnson ha ancora la febbre ed è sottoposto al regime di isolamento nel suo appartamento presso il numero 10 di Downing Street -: nella migliore delle ipotesi, la Premier potrà riprendere ai primi di giugno. La volontà comune è chiudere la stagione: anche i club più inguaiati, ovvero a rischio retrocessione, preferiscono questa soluzione rispetto all’annullamento dell’annata. Resta valido il format delle 92 gare restanti concentrare in un periodo di sei settimane circa, per chiudere entro il 12 o 19 luglio. E’ stato accettato pure il principio doloroso delle porte chiuse, mentre sono da escludere ipotesi fantasiose come quelle circolate alla vigilia del summit di una Premier esportata addirittura in Cina.
Tamponi per tutti
Per questioni di sicurezza, calciatori, staff tecnici, arbitri, personale addetto agli stadi e tutti coloro che svolgeranno un ruolo nella ripresa della stagione dovranno essere sottoposti ai tamponi. La procedura potrebbe essere ripetuta, proprio per garantire il massimo livello di sicurezza. In una nazione in cui la questione dei test è materia delicata, si è preferito non farne accenno nel comunicato finale, ma questa è la strada.
Pressioni
Sicuramente le pressioni nei confronti dei calciatori per ridursi i salari hanno orientato la riunione di ieri. «I giocatori devono svolgere la loro parte», il concetto espresso alla vigilia dal segretario della salute e degli affari sociali, Matt Hancock. Dura la replica dell’ex difensore del Manchester United Gary Neville, oggi opinionista Sky: «I calciatori non vivono in un altro pianeta. Sono consapevoli del loro ruolo nella società, ma anche il responsabile della sanità deve far fronte ai suoi impegni e proteggere gli operatori sanitari». Un club si è mosso in anticipo: il Manchester United ha donato al servizio sanitario 4 milioni di euro, decurtando del 30% i salari dell’ultimo mese. Oggi, a Londra, il summit decisivo con il sindacato: la Premier incontrerà la Professional Footballers’ Association.
TEMPO DI LETTURA 3’5”
IL NUMERO 20
milioni di sterline