La Gazzetta dello Sport

«Che errore lasciare Roma Grande Inzaghi: è una squadra da primo posto»

L’ex biancocele­ste ora al Boca Juniors «Che emozione i gol nel derby e in finale di Coppa. Con Simone ogni tanto ci sentiamo»

- di Francesco Pietrella

Chiamatelo ribelle e lui sarà d’accordo: «Che male c’è? Basta avere i giusti modi». I tocchi magici di Mauro Zarate. «Parto da sinistra, mi accentro e calcio a giro. La mia ‘mattonella’. Quando prendevo palla in quella zona, l’Olimpico iniziava a vibrare». Oggi Zarate gioca e segna nel Boca, alla Bombonera: «Abbiamo vinto il titolo all’ultimo turno - dice il 33enne - vorrei chiudere la carriera qui. I tifosi mi vogliono bene».

Come alla Lazio.

«Il mio primo amore, impazzivan­o per me. Arrivai a Roma a 21 anni e diventai un idolo. I primi mesi, nel 2008/09, ero imprendibi­le. Segnai nel derby, vinsi la Coppa Italia con gol in finale e la Supercoppa. L’unico neo è quel rigore sbagliato contro l’Udinese che ci costò la Champions. Tornando indietro calcerei sotto l’incrocio. Il rapporto con i tifosi è stato unico, ad Auronzo dovevo nasconderm­i nel pulmino per arrivare in tempo a pranzo. Mi cercavano tutti».

Anche la Nazionale italiana. «Volevano naturalizz­armi, ma io sognavo l’Argentina».

Che pensa di questa Lazio? «Da scudetto. Immobile è da Scarpa d’Oro».

Lei, Luis Alberto e Correa insieme. Come la vede? «4-2-3-1: io a sinistra, il Tucu a destra e Luis in mezzo. Qualità pura».

E il 10 a chi lo diamo? Mauro sorride. «Una bella lotta, ma è di Luis…».

Inzaghi l’ha sentito?

«L’ho visto un paio di volte a Londra, quand’ero al Watford. Ci scambiamo qualche messaggio…».

Le ha mai chiesto di tornare? «No, ma ci abbiamo scherzato. Lui mi prese sotto la sua ala, siamo amici. È un grande tecnico».

L’addio alla Lazio le fa ancora male?

«Non lo rifarei, mi sono pentito subito. L’Inter era il club migliore d’Italia, ma non riuscii ad esprimermi. Quando tornai a Roma si era rotto qualcosa, inutile parlarne ancora. Non potevo più restare. Mi volevano in Premier, ma l’offerta non andava bene a Lotito, così tornai al Velez. Il miglior Zarate si è visto alla Lazio però. Mi sono sentito amato».

Anche alla Fiorentina. «Un’oasi. Mia moglie lo dice sempre: ‘Perché sei voluto andar via?’. I tifosi, durante la malattia, mi mostrarono un affetto mai visto. Ricordo il destro a giro contro il Carpi, un colpo dei miei. Il primo ad abbracciar­mi fu Astori. Abitavamo a 50 metri di distanza, la sua morte fu uno shock. Poi ho discusso con Sousa: non mi vedeva, ma andarmene fu un altro errore».

Il Boca è casa sua? «Passione estrema. Ora siamo fermi, sento ancora De Rossi e mi racconta di un’Italia che soffre. Fa male anche a me. Daniele è stato un grande compagno. Ogni tanto scherzavam­o sui derby». E su quel gol dalla mattonella di Maurito.

 ?? LAPRESSE ?? Argentino Mauro Zarate, ora 33 anni, ai tempi della Lazio
LAPRESSE Argentino Mauro Zarate, ora 33 anni, ai tempi della Lazio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy