«Il Crotone in A? Prima correvamo, ripartire sarà dura»
Il presidente e lo stop dopo quattro vittorie «La città soffre: merita la promozione»
Nei giorni scorsi, Gianni Vrenna, presidente del Crotone, ha fatto muovere i camion della sua azienda di smaltimento rifiuti e bonifiche ambientali: la città è stata sanificata a costo zero. «Non voglio essere ringraziato, l’ho fatto per amore verso la mia gente e per senso di appartenenza».
3 E la squadra quando andrà in campo?
«Non mi sento di fare previsioni, rischierei di essere smentito in fretta. L’ultimo decreto scade il 13 aprile, secondo me i divieti, ridotti, andranno avanti fino al 4 maggio. Se si comincia a fine maggio, ci sono le possibilità di chiudere il campionato. Ma servirebbero anche una ventina di giorni di ritiro, senza una preparazione adeguata c’è il rischio concreto che i giocatori si facciano male».
Bene anche la Reggina che vola verso a B: sarebbe un altro colpo importante per questa regione
3 Come vive la città questo momento?
«Con una certa preoccupazione, anche se la situazione non è paragonabile a quella di Bergamo o Brescia».
3Vi siete fermati sul più bello, dopo 4 vittorie di fila.
«Vero, virus o no, questo stop non ci voleva. La squadra stava giocando bene e soprattutto era carica a livello mentale. E questo conta moltissimo quando si sta per entrare nel momento
Che partita a Venezia: spettacolo per 70’ e gran gol di Benali. Eravamo i più in forma...
Gianni Vrenna
decisivo della stagione».
3Oggi il Crotone sarebbe in A. «Un traguardo meritato: siamo partiti bene, abbiamo avuto una flessione, poi siamo tornati a correre. I risultati confermano che eravamo la squadra più in forma. Ora non so».
3L’anno scorso vi siete salvati all’ultima giornata.
«Un campionato nato male perché i giocatori erano mentalmente preparati al ripescaggio in A e non sono riusciti a calarsi nella categoria».
3L’anno scorso: Stroppa esonerato, poi richiamato.
«Un errore mandarlo via».
3La partita chiave? «L’ultima, quella vinta a Venezia. Non c’ero, mio figlio Raffaele (d.g. del Crotone, ndr), mi ha detto che avevamo dominato per 70 minuti».
3Il gol copertina?
«Quello di Benali sempre a Venezia».
3 Ha un’anzianità aziendale record: quasi trent’anni.
«Ho comprato le prime quote nel ’92 pagandole 5 milioni di lire, con una ventina di soci e la squadra in Prima categoria. I soci se ne sono andati, siamo rimasti io e mio fratello Raffaele, poi soltanto io: nel 2017 sono diventato presidente. Il legame che mi lega a questa squadra non è cambiato».
3 E’ vero che sua moglie all’inizio le ha fatto la guerra?
«Sì, non voleva che prendessi il Crotone, poi è diventata una grande tifosa. Ma capisce poco di calcio. Quando si perde, è uno scontro continuo».
3La prima promozione in A nel 2016 con Nicola. «Indimenticabile, come la rimonta salvezza l’anno dopo».
3La seconda promozione in B nel 2004 con Gasperini.
«Non mi sorprende cosa sta facendo con l’Atalanta. Anche qui dava spettacolo, con gente come
Foggia, Mirante, Pellè, Vantaggiato. Ha cominciato da noi una grande carriera».
3Due anni fa la retrocessione: errori da non fare? «Avevamo la salvezza in pugno, nei due scontri diretti con Benevento e Spal abbiamo fatto zero punti. Inesperienza».
3A quale giocatore è legato di più?
«Cordaz, il capitano. Ho fatto personalmente la trattativa col Parma per portarlo qui».
3 E Simy, capocannoniere della squadra con 13 gol?
«Non solo fisico, è anche tecnica e velocità».
3La Reggina vola verso la B. «Questa doppia promozione sarebbe un gran colpo per una regione martoriata».
3Ha sempre ricordato quanto è difficile fare calcio al Sud. «Purtroppo la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata, la crisi morde, c’è la disoccupazione giovanile, le infrastrutture non sono all’altezza con un aeroporto che funziona a singhiozzo e non parliamo dei treni. Peccato, perché Crotone meriterebbe di vivere di turismo tutto l’anno».