La Gazzetta dello Sport

Alexander-Arnold come De Bruyne

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Un tempo dicevi «palla lunga e pedalare» e pensavi ai terzini inglesi che, se cancellavi la linea di fondo, tiravano dritti fino alla Manica. La semina di tanti tecnici stranieri ha portato sull’isola tecnica e tattica. Oggi l’Inghilterr­a può vendere un terzino in Spagna per 22 milioni: Kieran Trippier dal Tottenham all’Atletico Madrid. Oggi Trent Alexander-Arnold, inglese, e Andrew Robertson, scozzese, gioielli di Klopp, sono quanto di più raffinato il ruolo possa offrire. I numeri di Alexander-Arnold in questa Premier sono mostruosi. Assist: 12. Secondo solo a De Bruyne (City, 16). Robertson quarto con 7. Occasioni create: 75. Secondo solo a De Bruyne (96). Cross: 195, primo di tutta la Premier League, con oltre 50 di vantaggio sul secondo, Traoré (144, Wolverhamp­ton). Terzo è De Bruyne (134), quarto Robertson (131). Capite? Il terzino del Liverpool se la gioca testa a testa con il regista di Guardiola. Il concetto di terzini colletti bianchi, a questo punto, dovrebbe essere evidente in modo definitivo. Altra verità: ridurre il Liverpool a Salah e Mané è un abbaglio. Alexander-Arnold e Robertson mettono insieme 19 assist. I due reattori posteriori non contano meno delle due frecce anteriori. Mentre, come visto, i grandi club europei investono molto in terzini di qualità, la sensazione è che in Italia sia considerat­o ancora un ruolo meno nobile rispetto ad altri che meritano più spesa. E ci si arrangia con prestiti o parametri zero. Salvo poi scoprire in coppa quanto sia doloroso incrociare esterni di talento. Vedi l’Inter sorpresa a Dortmund dal marocchino Hakimi. Il confronto tra i terzini della migliore squadra italiana, la Juve, e il Liverpool è impietoso. Come deducete dalle statistich­e in pagina, i due Reds sono in vantaggio di 1.173 passaggi, 213 cross, 28 tiri, 15 assist e 2 gol. La buona notizia per Sarri è che non sono più in Champions.

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