La Gazzetta dello Sport

A giorni in Italia Lukaku, Eriksen e gli “espatriati”

- Anche per il calcio. Ci si anche dopo il... cal-

Lautaro non si è mai mosso da Milano, sono attualment­e sette i giocatori nerazzurri all’estero, avendo ottenuto l’ok dal club per tornare dalle proprio famiglie alla fine del periodo di auto-isolamento. L’Inter però si vuole cautelare in vista di una possibile ripresa degli allenament­i e quindi li ha richiamati tutti. In settimana, qualche giorno prima di Pasqua rientreran­no a Milano Brozovic, Handanovic, Lukaku, Eriksen, Young, Moses e Godin. Quest’ultimo, tornato in Uruguay, è il più lontano e potrebbe rientrare per ultimo: gli altri sono tutti a non più di un paio di ore di volo da Milano (Zagabria, Lubiana, Bruxelles, Copenaghen e Londra). Una volta rientrati in Italia i giocatori dovranno osservare altre due settimane di isolamento, previste per tutti gli stranieri che rientrino nel nostro paese: solo dopo saranno pronti per un’eventuale ripresa degli allenament­i.

3Ha fatto il contrario di molti che sono scappati dalle regioni più colpite.

«Non so perché la Lombardia sia stata così invasa dall’epidemia, non va neppure di pensare al perché, di cercare i colpevoli. Ho mia mamma che vive a Sonnino (provincia di Latina, ndr), per fortuna il paese non ha neppure un contagiato. Alla gente dico: non pensiate di fare i furbi, il virus usa le vostre gambe per diffonders­i. Quindi restate a casa. Poi, una volta finita l’emergenza, tireremo una riga e faremo tutti i conti su chi ha lavorato bene e chi male. È in momenti così difficili che si vede il vero valore di chi governa».

3Vale è fermati troppo tardi? «L’emergenza è stata sottovalut­ata, nessuno all’inizio aveva capito la gravità della situazione. Penso che avrebbero dovuto fermare prima il campionato, non si sarebbe dovuto giocare Juventus-Inter, ma mi riferisco soprattutt­o ad AtalantaVa­lencia...si sono fatte le cose in ritardo, ci saremmo potuti risparmiar­e qualche morto. E invece qui a Brescia è un continuo...».

3 Ci crede a una ripresa di questo campionato?

«Oggi il mondo del calcio è in ginocchio dal punto di vista economico, capisco la voglia dei presidenti di ripartire. Io sono anche d’accordo, a patto che i medici diano il via libera. In questo momento non avrei neppure voglia di pensare a un nuovo inizio, se solo penso alle immagini di quanto accade qui a Brescia... Non vedo grandi possibilit­à, onestament­e. Ma in caso devesse arrivare il via libera, però, allora si giochi fino ad agosto, anche più in là, basta che si concluda questo campionato».

3A proposito di chi è rimasto... Lautaro non è volato in Argentina come hanno fatto alcuni suoi colleghi.

«È dai piccoli gesti che si riconoscon­o i grandi uomini: restare a Milano, nel marasma, vuol dire in qualche modo aver sposato le difficoltà della città».

3Resterà ciomercato?

«Lo dissi otto mesi fa, ormai. Lautaro per me vale Neymar. Dico davvero: non ha neppure 23 anni, è giovane, è un talento oltre che un ragazzo serio, è uno dei più forti al mondo nel suo ruolo, ha fatto vedere che razza di giocatore è. Capisco gli possa far piacere che lo cerchino i club come il Barcellona. Ma mi sento di dirgli questo: l’Inter oggi è tornato ad essere un club che vuole vincere. E che può farlo, soprattutt­o. Resti qui, allora, Lautaro. E vinca con l’Inter, perché quello nerazzurro un progetto destinato ad alzare i trofei».

3Riuscirà il club a rinunciare

Il calcio si è fermato tardi. E qualche morto si poteva evitare...

3Giusto che l’Inter di domani riparta dalla Lu-La?

«Tutto è migliorabi­le, per carità, i campioni non sono mai troppi in nessun reparto. Ma non è lì che farei le prime mosse. E neppure in difesa, dove ci sono giocatori che farebbero i titolari in qualche club europeo. Se devo individuar­e un punto da migliorare, indicherei le due fasce».

3L’Inter ha lasciato un’ultima immagine di sé un po’ così, con quella sconfitta a Torino con la Juve...

«Lasciamo stare le condizioni in cui si è giocato...penso però che Conte abbia fatto un grande lavoro quest’anno, c’è un progetto chiaro e riconoscib­ile. Il gap con la Juve era importante, se ripensiamo alla stagione precedente. I bianconeri poi hanno una rosa lunghissim­a, tante armi a disposizio­ne. Eppure fino al k.o. di Torino l’Inter era in scia in classifica».

3Se si riparte, chi lo vince il campionato?

«C’era tanto equilibrio, prima dello stop, un peccato si stata interrotta proprio questa stagione... dico solo che Lotito sarà anche antipatico, ma ci sa fare. E guai a chi dice che la Lazio è stata una sorpresa: ame personalme­nte sorprendev­a quando negli anni passati chiudeva a tanti punti di distacco dalla vetta».

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Alessandro Altobelli Sull’emergenza Coronaviru­s

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