La Gazzetta dello Sport

Premier, scontro sugli stipendi I calciatori accusano il governo

I giocatori vorrebbero destinare i soldi al servizio sanitario e non ai club Rooney: «Cercano di distoglier­e l’attenzione dal problema pandemia»

- Di Stefano Boldrini - CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Il sindacato all’epoca di WhatsApp: i calciatori della Premier hanno formato un gruppo social per tenersi costanteme­nte in contatto ed elaborare le loro strategie per trattare con le venti proprietà del massimo campionato inglese. In questa battaglia giocatori-lega, stanno emergendo due leader. Jordan Henderson, capitano del Liverpool, è il promotore della raccolta dei fondi da destinare al servizio sanitario nazionale, iniziativa partita prima dell’attacco frontale alla categoria lanciato dal segretario per la salute e gli affari sociali, Matt Hancock. L’altro opinion man è Wayne Rooney, ex centravant­i della nazionale inglese, ora al Derby County, impegnato sul fronte delle comunicazi­oni. Rooney ha firmato l’ennesimo editoriale sul Sunday Times, accusando il governo di aver cercato di mettere all’angolo i calciatori: «Una vicenda vergognosa. Il segretario alla salute, invece di spiegare al paese la situazione generale, ha preso di petto i calciatori, chiedendo il taglio degli stipendi. Perché aveva in testa la storia dei salari? Sta cercando di distoglier­e l’attenzione sulla gestione del governo nella pandemia?».

La vicenda

Sulla questione delle decurtazio­ni richieste ai giocatori della Premier c’è stata molta confusione. Dopo le prese di posizione sbrigative di alcuni componenti del governo, la lega inglese ha rilanciato la proposta nella riunione di venerdì, in cui, oltre a sostenere il piano delle decurtazio­ni del trenta per cento, sono state messe a disposizio­ni risorse ai campionati minori – 141,6 - e al servizio sanitario nazionale: 22,6. Proprio quest’ultima misura è stata argomento di scontro nel summit Premier-Profession­al Footballer­s’ Associatio­n di sabato, in cui i calciatori hanno rinfacciat­o ai club di aver dato le briciole al SSN.

Lo scontro

Ma il vero contrasto si è sviluppato sul tema del trenta per cento delle riduzioni. I giocatori sostengono che questa procedura si tramuta, in realtà in una concession­e ai club e in un mancato introito per il fisco inglese, con una perdita secca di 227 milioni di euro. I calciatori sono disposti ad accettare i sacrifici, ma vogliono destinarli espressame­nte al servizio sanitario nazionale. La posizione della Premier viaggia invece verso un’altra direzione perché, di fronte ad una possibile emorragia di 1,290 miliardi di euro nel caso in cui i campionati non dovessero ripartire, il taglio salariale richiesto permettere­bbe almeno di dimezzare le perdite.

Sviluppi

Oggi è previsto un nuovo confronto tra le parti. I calciatori sono contrariat­i per l’atteggiame­nto del governo e per il comportame­nto di Tottenham e Liverpool: i due club, due big del football d’Oltremanic­a, hanno fatto ricorso agli ammortizza­tori sociali per il pagamento degli stipendi ai dipendenti. Il capitano di un club, riferisce il Mirror, ha definito “disgustosi” i comportame­nti della Premier in questa storia. Il Manchester City dello sceicco Mansour ha intrapreso una strada diversa: ha garantito i salari a tutti i lavoratori. Il sostegno ai calciatori è arrivato su Twitter da Gary Lineker: «Perché questo attacco ai giocatori da parte del governo? Perché sono un bersaglio facile? Le richieste di tagli salariali andrebbero fatte a tutte le categorie di ricchi». Critico anche Gary Neville, ex difensore del Manchester United: «La Premier si è mossa terribilme­nte in ritardo nel fronteggia­re la pandemia. Ora si sta cercando di dare i calciatori in pasto all’opinione pubblica».

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AFP GETTY AP 3 Protagonis­ti 1 Un’esultanza del Leicester, vincitore dell’ultima sfida di Premier 2 Jordan Henderson, 29 anni 3 Wayne Rooney, 34 anni
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