La Gazzetta dello Sport

Tchmil: «Grazie ai medici italiani sono riuscito a vincere il tumore»

Il grande ex Andrei racconta l’intervento al colon a Brescia: «Era maligno, ma ora sto bene e vi dico che non bisogna mai mollare»

- di Ciro Scognamigl­io

«Avevo un tumore maligno al colon. Undici centimetri. La moderna tecnologia ha permesso che lo vedessi con i miei occhi. Ma ora sono guarito e sto bene, grazie ai medici italiani. E allora in questo momento così duro voglio mandare un messaggio di speranza». Andrei Tchmil, per la burocrazia di nazionalit­à belga, risponde al telefono da Chisinau, la capitale della Moldavia. Ieri, a vent’anni dal trionfo al Fiandre (2 aprile 2000), ha svelato la malattia. Poche righe, senza troppi dettagli: per approfondi­re, ne servono di più.

3 Andrei, da dove possiamo cominciare?

«Dalla fortuna che ho avuto».

3Fortuna?

«Sì, so che suona strano. Ma ho trovato un grande medico che si chiama Gian Luca Baiocchi.

Lavora agli Spedali Civili di Brescia. Sono stato operato lì il 25 febbraio, poco prima che bloccasser­o questo tipo di interventi per il coronaviru­s».

3Come e quando aveva scoperto di avere il tumore? «Inizio di febbraio, perché dei segnali del mio corpo mi avevano portato a fare una colonscopi­a in Moldavia, dove ho una azienda che produce bici. Anche se non pensavo a un tumore. Poi l’analisi dei tessuti non ha lasciato dubbi. Amici mi hanno messo in contatto con questo professore (in Italia Tchmil fa base a Lonato, ndr). Io pensavo di trovarmi di fronte, sentendo la parola professore, a una persona anziana. Sa, i baffi, la barba bianca».

3Invece?

«Baiocchi ha 47 anni (da compiere, ndr), dieci meno di me. Ed è un grande appassiona­to di ciclismo. Io non sapevo come relazionar­mi, poi quando mi ha salutato mi ha detto ‘ciao campione’. E per motivarmi mi ha detto che un ‘cagnaccio’ come me non avrebbe dovuto spaventars­i».

3 Che tipo di intervento ha dovuto subire?

«E’ stata utilizzata la laparoscop­ia, una tecnica non troppo invasiva. Di fatto, fanno quattro buchi nella zona interessat­a e cominciano ad agire. E’ andato tutto bene, risulta anche dai controlli successivi. Non devo fare chemiotera­pie. Sono rimasto in ospedale 4 giorni, mentre in Moldavia sono riuscito a rientrare il 16 marzo. Ma il giorno dopo l’intervento, pur sentendo dolore, potevo già camminare».

3Ha avuto paura?

«Ce l’avevo nel senso che non riuscivo a immaginare come sarebbe stato il dopo, temevo che non avrei potuto più fare alcune cose. Però mi permetta di ribadire che Baiocchi e la sua squadra sono stati davvero eccezional­i. Continuano a seguirmi a distanza, a interessar­si, a darmi consigli. Come ho scritto, il cancro è un avversario che ti mangia dentro, silenziosa­mente, e che sembrava imbattibil­e. Ma non sempre è così».

3Perché ha deciso di rendere pubblica la malattia?

«Ero molto combattuto. A chi poteva interessar­e questa vicenda personale? Però ho pensato che in un momento del genere possa essere un messaggio di speranza, di incoraggia­mento. Ho già ricevuto tante testimonia­nze».

3 Il riferiment­o, immaginiam­o, è al coronaviru­s?

«La battaglia non è facile. Parliamo di un nemico nuovo e invisibile, nei confronti del quale nessuno era preparato. Muoiono tante persone anziane ma non solo. Però dobbiamo continuare ad avere l’atteggiame­nto giusto a cominciare dai comportame­nti, dal restare a casa come sto facendo anche io adesso. Ricordando­si che la vita è una corsa continua, come si dice dalle mie parti. E che dopo una linea nera arriva sempre quella bianca».

3Tchmil, quando correva la primavera era la sua stagione per eccellenza. Dei grandi successi che ha ottenuto a quale è più legato?

«Al Fiandre di vent’anni fa, perché ho vinto a 37 anni e ancora oggi credo di essere il più anziano. Ci avevo provato tante volte, non so quanti piazzament­i. Non ci speravo più. Ma come le dicevo prima, in realtà non bisogna mai smettere di avere speranza».

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A sinistra, il trionfo di Tchmil nella Sanremo 1999. A fianco, Andrei in borghese: è nato a Khabarovsk, Siberia orientale, il 22 gennaio 1963
BETTINI Il colpaccio a Sanremo A sinistra, il trionfo di Tchmil nella Sanremo 1999. A fianco, Andrei in borghese: è nato a Khabarovsk, Siberia orientale, il 22 gennaio 1963

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