La Gazzetta dello Sport

L’Olimpiade a 80 anni

DA TOKYO 1964 A... TOKYO 2021 IL MITO HOKETSU A CAVALLO DELLA STORIA

- di Nicola Melillo

Il giapponese partecipò ai primi Giochi «casalinghi» nel salto ostacoli. Dopo una carriera da top manager è tornato nel dressage da pensionato: «Sono meglio rispetto a quando ero quarantenn­e». Ora è nella lista del c.t. e cerca il record di longevità per un olimpico

Il merito è tutto della signora Motoko. Fu lei a spingere il marito Hiroshi, cavaliere dilettante, a lasciare il salto ostacoli per una disciplina affascinan­te qual è il dressage. Ed è stata lei a convincere il suo Hiroshi, una volta andato in pensione, a rimettersi in sella sul serio e tentare il record di più anziano atleta olimpico di sempre. In realtà non c’è voluto molto per convincere Hiroshi Hoketsu, nato il 28 marzo 1941 a Chuo, distretto di Tokyo, a restare in sella. L’obiettivo adesso è la partecipaz­ione ai Giochi di Tokyo del 2021 a 80 anni compiuti. Il più anziano olimpico resta al momento il tiratore svedese Oscar Swahn, 72 anni e 289 giorni quando vinse l’argento a squadre ad Anversa 1920. Il più anziano cavaliere olimpico resta invece l’austriaco Arthur von Pongracz de Stent-Miklos, che in sella a Ovar gareggiò a Berlino 1936 all’età di 72 anni appena compiuti. Hoketsu ha debuttato ai Giochi nel 1964, proprio a Tokyo. Il fatto che l’Olimpiade torni a casa è un’opportunit­à rara: «Avrei potuto fare il record già a Rio de Janeiro, ma il mio Brioni W si infortunò. Avere di nuovo l’Olimpiade a Tokyo è commovente. Se le forze mi sosterrann­o farò di tutto per esserci». Qualificaz­ioni non ne deve fare. Per i padroni di casa la scelta dei 4 cavalieri spetta al c.t. locale, che lo valuterà insieme a connaziona­li più giovani anche di 50 anni. Ma Hiroshi in Giappone è una bandiera e un personaggi­o di cui anche i bambini sanno qualcosa. E lui è uno tosto. Anche adesso...

Poker

Sarebbe la quarta volta a un’Olimpiade, per il signor Hoketsu. Nel 1964, allora 23enne, il giovane Hiroshi, salito in sella a 12 anni presso il Tokyo Riding Club, approfittò della wild card per i padroni di casa e debuttò nel salto ostacoli. Ricorda ancora tutto nei dettagli. Era l’ultimo giorno dei Giochi: «Entrai come 21°. Non andò benissimo, commisi qualche errore in sella a Raro. Non avrei mai partecipat­o se l’Olimpiade si fosse fatta altrove, all’epoca significav­a fare un viaggio di un mese in nave col cavallo, quel che contava era esserci». Finì 40°, il Giappone chiuse 12° nella prova a squadre. Grande appassiona­to di cavalli,

un amore coltivato e se possibile cresciuto nel tempo, Hiroshi ha passato un’intera vita tra maneggi e concorsi, facendo base all’Avalon Hillside Farmdi Yokohama. Ma anche durante i suoi studi in America e nel periodo in cui lavorava da top manager in Germania. Preso un Master in Economia alla Duke University in North Carolina, il signor Hoketsu è diventato top manager di grandi industrie farmaceuti­che, prima in Giappone poi anche in Germania. «Ogni giorno mi alzavo alle 5 del mattino, andavo in scuderia, mi allenavo e poi andavo a lavorare. Così per 30 anni. Adesso che sono in pensione è un lusso dormire due ore di più». La signora Motoko, che si innamorò del dressage guardando i concorsi ad Aquisgrana, convinse il marito a cambiare disciplina e lui conquistò un posto da riserva nel dressage a Los Angeles 1984 e uno per gareggiare a Seul 1988. «Ma il mio cavallo si infortunò durante la quarantena».

Pensione

Poi, nel 2003, la signora Motoko lanciò la sfida al marito, neo pensionato: «Sei in forma, provaci, torna ai Giochi col dressage. Ce la puoi fare». È iniziata così la seconda carriera dell’ex top manager Hoketsu. Se ne andò un anno ad Aquisgrana, dal trainer Ton De Ridder. Da allora è stato tutto un avanti e indietro Giappone-Germania con due medaglie d’argento ai Giochi Asiatici, due qualificaz­ioni per i World Equestrian Games (2006 e 2010), 5 titoli nazionali e la partecipaz­ione a due Olimpiadi, con la bellissima Whisper, una saura di razza Hannover: a Pechino 2008 finì 34° nell’individual­e e nono a squadre, a Londra 2012 si piazzò 41° a titolo individual­e, diventando a 71 anni e 134 giorni il giapponese più anziano a cinque cerchi. «Rispetto al 1964 conta meno esserci e più vincere, anche per la politica e per i soldi, ma l’atmosfera è rimasta unica» disse dopo la gara, celebrato a Greenwich Park come fosse un re dai giornalist­i di Sua Maestà. Nel 2013 un infortunio irreparabi­le costrinse i medici all’eutanasia per la povera Whisper mentre, per Rio 2016, l’infortunio a Brioni W impedì a mister Hoketsu di gareggiare a 75 anni. Ora, con l’Olimpiade in casa, è arrivato il momento di riprovarci: «Mia moglie si è pentita, vorrebbe che lasciassi. Lo farò dopo i Giochi di Tokyo. Finché mi sento in forma e riesco a migliorare la mia qualità in sella non smetto. E oggi sono più bravo di quando avevo 40 anni. Peso sempre 62 chili. Ho mantenuto una vita sana e una buona alimentazi­one. La sensibilit­à conta più dei muscoli». Dal 2010 in poi, Hoketsu ha preso parte a 28 gare internazio­nali, con una vittoria. Era nella long list di cavalieri fra i quali, a metà giugno, si sarebbero dovuti scegliere i 4 titolari e la riserva per i Giochi. Poi il rinvio per coronaviru­s... Il Paese lo aspetta, lo vuole. La signora Motoko se ne farà una ragione.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy