F.1 da salvare: gare in 2 giorni senza tifo Partenza da Monza?
OGGI RIUNIONE TRA LIBERTY E TEAM UNITÀ CERCASI PER LA RIPARTENZA Subito una bozza di calendario (si può arrivare fino al via a Monza?) e ipotesi di gare in due giorni a porte chiuse. Ma le squadre minori lottano con Ferrari, Mercedes e Red Bull sulle cif
Le power unit potranno essere sviluppate, non avendo girato a Melbourne
Il coronavirus, che ha già fermato tutto lo sport mondiale, per la F.1 rischia di essere letale. Le scuderie inglesi hanno già ridotto, o stanno per farlo, gli stipendi: in McLaren per esempio il taglio — su base volontaria e con adesione totale — è stato del 50%. E per ora i team sopravvivono grazie agli introiti garantiti da Liberty Media, che sta elargendo i compensi ottenuti nel 2019. Domani verrà annunciato un ulteriore stop dei reparti corse per almeno altre due settimane. Ma non basta. Per questo si susseguono riunioni e iniziative: una su tutte riguarda il taglio delle spese. Anche guardando al 2021, con l’adozione del budget cap da 175 milioni di dollari, considerato però troppo elevato dalle piccole squadre. I big team sono disposti a risparmiarne altri 25, non di più. Mentre l’offerta, avanzata anche da scuderie storiche come McLaren e Williams, è pari a 100 milioni. Cifra ritenuta troppo bassa da Ferrari, Mercedes e Red Bull che paventano il rischio di licenziamenti all’interno delle loro realtà. Almeno 300 persone sono quelle che, secondo un team principal, rischierebbero il posto se si procedesse a un taglio così ampio della possibilità di spesa. «Ma sempre meglio – fa sapere un esponente della corrente opposta – di veder scomparire metà dello schieramento. E le grandi Case dovranno comunque tagliare personale, alla luce dei disastrosi dati del mercato auto. Proviamo almeno a salvare la F.1». La miglior medicina sarebbe tornare a correre a tutti i costi: vorrebbe dire incassare diritti tv, soldi da organizzatori, circuiti e sponsor. Già, ma quando? E dove? Oggi, a questo proposito, ci sarà una riunione a distanza tra Liberty e i dieci team nella quale gli organizzatori del Mondiale proporranno una bozza di calendario tra mille ostacoli. Al momento il primo GP in programma - o meglio, non cancellato è quello del Canada a Montreal, a metà giugno. Ma difficilmente si potrà disputare, visto che l’epidemia in Nord America
è in ritardo di almeno due settimane rispetto all’Europa. La decisione se annullare l’evento è attesa entro il giorno di Pasqua. Mentre a fine mese si conoscerà il destino della gara di Silverstone, in programma a metà luglio. La decisione di annullare il torneo di tennis di Wimbledon – che doveva iniziare il 29 giugno - non costituisce un bel segnale. La F.1 ha bisogno di un salvagente. C’è una serie di domande che possono aiutare a capire quali strade imboccare per salvare la stagione e il futuro dei GP. Alle quali proviamo a rispondere.
1 Si sta ipotizzando una serie di gare a porte chiuse?
È un’idea che è stata presa in considerazione. Il pericolo è, sulla carta, anche dentro al paddock, con squadre che provengono da ogni parte del mondo. Ma è un’ipotesi percorribile, perché accorcerebbe i tempi necessari per mettere in piedi l’evento. Senza pubblico, dunque senza un piano per il traffico, un GP si può allestire in due settimane. La più grande controindicazione, evidente, è che per gli organizzatori il guadagno sarebbe zero, venendo a mancare gli introiti dei biglietti. E così anche i team perderebbero una fetta consistente dei ricavi.
2 Esiste davvero lo spettro, evocato da Bernie Ecclestone, di dover annullare il Mondiale 2020?
Non è una possibilità al momento contemplata. Chase Carey, numero uno di Formula 1 (la società che gestisce i GP), è convinto di poter salvare tra le 15 e le 18 gare. A termini di regolamento ne basterebbero otto per dare validità al Mondiale. Questo concede a tutti il tempo necessario a osservare l’evoluzione della pandemia nei mesi a venire. In teoria si potrebbe far scattare il campionato in occasione del GP d’Italia a Monza, in calendario il 6 settembre, e concluderlo comunque prima di Natale. Ovviamente si spera di partire molto prima.
3 A proposito di GP: si pensa a un format diverso disputare più corse possibili?
L’idea è di ridurre l’evento a due soli giorni: sabato mattina le libere, pomeriggio le qualifiche e domenica la gara.
4 Può essere un format anche per il futuro?
Questa era l’idea originaria di Liberty per il post “Patto della Concordia”. Ma si è scontrata con gli organizzatori che, dovendo pagare molti soldi (Monza versa 20 milioni di euro l’anno), chiedono almeno tre giorni di presenza della F.1 all’interno dei propri autodromi per attrarre più pubblico. Dal 2021 è dunque previsto un venerdì dedicato alle attività media (non ci sarà più il giovedì) con le prove libere al pomeriggio. Ma il coronavirus ha cambiato lo scenario e l’ipotesi di rendere definitivo il format dei due giorni resta sul tavolo.
5 I team hanno scelto date differenti per chiudere le proprie sedi. Quando si riaprirà? E, in attesa dei primi GP, potranno continuare a sviluppare le power unit?
Sì. Il giovedì a Melbourne i motori erano stati sigillati, ma poiché il GP è stato annullato e non si è andati in pista, l’omologazione della prima power unit stagionale è slittata. Per cui da qui alla prima gara che andrà in scena si potrà continuare nello sviluppo dei propulsori.
6 Quando saranno congelati i telai per il 2021? All’inizio o alla fine della stagione?
Di fatto lo sono già: si potranno effettuare solo le normali evoluzioni legate all’aerodinamica. Ancora da stabilire che cosa succederà a livello di sospensioni. Bloccato invece il progetto 2022 che potrebbe slittare persino al 2023. Sempre che la F.1, così come la conosciamo, sopravviva.