La Gazzetta dello Sport

IL PATTO DI PATO

«Milan, riparti da Maldini e Ibra Magari tornerò»

- di Pasotto

Ci sono posti in cui si vorrebbe sempre tornare. Anche se magari non sono più uguali a come li avevi lasciati. Ci sono posti che trasudano fascino a prescinder­e, anche se l’argenteria di famiglia non luccica più come una volta. Il Milan per molti è quel posto e la nostalgia può prenderti anche se hai solo 30 anni. Quando Pato parla in modalità rossonera, vibra. D’altra parte cinque anni edificati su 150 partite, 63 gol, uno scudetto e una Supercoppa di Lega non si possono dimenticar­e. Nemmeno ora che Ale è tornato a giocare in patria, nel sequel col San Paolo. E chiacchier­are di Milan lo aiuta anche a staccare un po’ dalle ansie di questi tempi.

3 Com’è la situazione in Brasile?

«La federazion­e ha interrotto l’attività per 20 giorni. Stanno venendo fuori casi di ragazzi giovani, c’è paura. Io sto rigorosame­nte in casa, con mia moglie. Mi alleno una volta al giorno per un’ora e mezza».

3Come sta vivendo questa situazione?

«Certe cose si vedevano solo alla tv. Poi arrivano anche da te e dici “cavolo, il mondo si è fermato davvero”. E’ qualcosa che spaventa molto e ti lascia grandi interrogat­ivi sui prossimi anni: nulla sarà come prima. E c’è stato anche un frangente in cui ho avuto davvero paura: nei primissimi giorni in cui il virus iniziava a espandersi ho avuto un po’ di febbre. Sono corso immediatam­ente in ospedale, terrorizza­to, e mi hanno fatto il test che per fortuna è risultato negativo».

3A San Paolo lo stadio Pacaembu è stato trasformat­o in un ospedale da campo. «Subito mi ha fatto tristezza e stranezza, poi però pensi che serve ad aiutare la gente e fa un effetto quasi di sollievo».

3Passiamo al calcio giocato. Lei è stato due anni in Cina, nel Tianjin Tianhai, ma non è finita bene: per liberarsi ha dovuto comprarsi il suo cartellino.

«Il primo anno con Cannavaro è stato ottimo, poi il club è ansciato in confusione e il progetto si è arenato. Per il bene di tutti il contratto è stato risolto».

3E al San Paolo come sta andando?

«Molto bene, stiamo tornando il San Paolo che tutti ammiravano. Sto giocando da prima punta, libero di muovermi. Ho scelto il numero 7».

3Al Milan invece prosegue la maledizion­e della 9. «Perché c’è sempre l’immagine di Inzaghi dentro l’area che segnava a ripetizion­e. Ma io credo sia ormai riduttivo pensare al centravant­i in questi termini. Una prima punta nel calcio moderno fa tante altre cose, guardate Lukaku o Lewandowsk­i. Io stesso parto al centro ma poi svario in fascia o sulla trequarti».

3Segue sempre da vicino le vicende rossonere?

«Molto. Quando riesco guardo qualche partita, altrimenti mi documento: se sbirciaste i miei collegamen­ti sul web, vedreste una lista lunga così di accessi a Gazzetta.it sulla pagina del Diavolo. Sono dispiaciut­o di vederlo ormai da un po’ in condizioni così critiche, ma vedo anche che la proprietà sta provando a ripartire e quindi i tifosi devono avere fiducia».

3 Boban è stato licenziato: non una gran ripartenza.

«Penso sia entrato con la testa di aiutare e ci ha sempre provato. Poi, se non gliel’hanno ladato fare... Cose strane».

3Anche Maldini è facile che lasci a fine stagione.

«La società deve lasciarlo lavorare, conosce la testa dei giocatori, sa cosa significa questo club ed è in grado di riportarlo in alto. Mi auguro possa avere una strada lunga in rossonero. La proprietà deve puntare su persone così e dargli la tranquilli­tà di poter fare il loro lavoro. Ci ho giocato insieme e so cosa può dare al Milan. Da compagno mi ha dato consigli e aiutato, una volta ci siamo anche scontrati, lui è un personaggi­o molto schietto. Ci sentiamo regolarmen­te, l’ultima volta è stato due settimane fa».

3Anche Ibra deve restare? «Certo. Il club deve puntare su di lui, è troppo prezioso per i giovani ed è letale in area. È uno che tira il gruppo, ti fa dare il massimo. E poi è molto intelligen­te, si cura bene».

3Ricordiam­o che a volte la trattava ruvidament­e...

«Mi chiedeva sempre la palla, spesso in modo brusco. Una volta col Napoli ho segnato dopo aver deciso di concludere l’azione da solo nonostante lui fosse piazzato bene. Mi sono detto: “se non faccio gol mi ammazza”. In generale direi che ci siamo capiti bene. Che tris facevamo con Robinho. E quanti gol».

3Il suo rimpianto più grande in rossonero?

«Un infortunio piccolo alla fine è diventato una cosa grossissim­a. Ho perso fiducia, mi sono sentito un po’ solo perché mi han dato delle colpe che non avevo».

3Fiducia è una parola chiave anche per Paquetà.

«Per giocare in un club come il Milan devi essere molto preparato con la testa. Devi avere persone dietro che ti curano e il club che ti sta vicino. Lucas deve solo concentrar­si sul campo, lasciando fuori le altre cose. È un grande talento e un bravo ragazzo».

3Ci racconti Duarte.

«Ci ho giocato contro, è bravo. Ha bisogno di fiducia e sono certo che farà molto bene. L’esempio perfetto è Toloi».

3Oltre a Maldini lei ha giocato con Gattuso: come lo vede da allenatore?

«Ora benissimo, ma prima francament­e non ce lo avrei visto. In campo, lo sappiamo, era molto nervoso, chi poteva pensare che avrebbe potuto allenare? Mi ha stupito molto anche Inzaghi, pensavo avrebbe fatto cose al di fuori del calcio».

3A proposito di ex compagni: si è parlato anche di Kakà come dirigente al Milan.

«Può fare bene da dirigente, è molto intelligen­te. E sarebbe un bel mix con Maldini. Mi propongo anche io, se serve... (ride, ndr)».

3Tanta voglia di Milan?

«Mi piacerebbe tornare in Europa. Dai, faccio bene quest’anno, vinco la Libertador­es e poi torno. Al Milan sarebbe davvero bello».

TEMPO DI LETTURA 4’36”

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Emozioni
1. 21 ottobre 2009: Real-Milan 2-3, Pato segna il primo dei suoi due gol
2. 7 maggio 2011: festa per lo scudetto
AP; ANSA 2 Emozioni 1. 21 ottobre 2009: Real-Milan 2-3, Pato segna il primo dei suoi due gol 2. 7 maggio 2011: festa per lo scudetto
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