La Gazzetta dello Sport

Un papà a tempo pieno dopo 17 reti e 9 rigori «E in A torno perché...»

Il Perugia, San Siro, Margherito­ni e la piccola Violante «Pensavo di segnare 30 gol, posso fare come Caputo»

- di Nicola Binda

Il cecchino s’è fermato. Il coronaviru­s ha chiuso in casa anche Pietro Iemmello, capocannon­iere della B col Perugia. Spietato in area, micidiale dal dischetto, si consola giocando con Violante, che a giugno compie due anni. Ma quei 17 gol restano scolpiti nella storia del torneo.

Tutto in sole 23 partite: media strepitosa...

«Hanno aiutato la squadra... E dopo averne fatti 15 all’andata, puntavo ad arrivare a 30».

Solo Immobile, tra i profession­isti, la batte dal dischetto: 10 a 9. Che tecnica usa?

«Fino a un anno e mezzo fa guardavo il portiere fino all’ultimo, adesso scelgo prima l’angolo e vado deciso lì».

Gli ultimi gol il 2 febbraio: doppietta sul campo della Juve Stabia e vittoria per 2-1.

«E ne ho sbagliati tanti quel giorno... Poi abbiamo infilato un periodo negativo e io stavo male senza segnare».

Già, le 5 sconfitte di fila...

«Solo quelle con Frosinone e Spezia ce le siamo meritate. Poi la vittoria con la Salernitan­a prima dello stop ci ha dato una bella boccata d’ossigeno. Quest’anno abbiamo fatto più campionati in uno, e quello è stato il peggiore».

Con lei e Falcinelli è stato costruito un Perugia da A, invece siete lontani. Perché?

«All’andata siamo andati bene malgrado i tanti infortuni che ci hanno tolto qualcosa, poi dopo quelle 5 sconfitte abbiamo cominciato a guardarci alle spalle. Se riprendiam­o non è detto che non possiamo tornare in corsa per la A».

La Serie A: tre motivi per i quali lei ci può tornare?

«Sono maturato, penso di poterci stare avendola già fatta, e poi sono ancora giovane».

Lo potrebbe fare nella rosa del Benevento, che è proprietar­io del suo cartellino?

«Sarei potuto restare, abbiamo un ottimo rapporto, poi insieme abbiamo fatto scelte diverse, soprattutt­o per motivi ambientali. Qualsiasi cosa decideremo insieme andrà bene, anche se dovessi restare».

Allora nella Fiorentina, che l’ha cresciuta e che ha una proprietà calabrese come lei?

«Firenze rimane nel mio cuore, il progetto è importante, a chi non piacerebbe andarci?».

E nel Sassuolo che in Serie A l’ha fatta debuttare?

«Ero arrivato all’ultimo momento, ho commesso qualche errore, poi pian piano ho conquistat­o un po’ di spazio».

Invidia Ciccio Caputo che a Sassuolo sta facendo quello che avrebbe potuto fare lei?

«Non conosco l’invidia. Lui è più grande di me, è migliorato tantissimo. Ha fatto la strada che posso ancora fare io».

E poi c’è San Siro: una doppietta all’Inter col Sassuolo, un gol al Milan col Benevento, per due vittorie storiche...

«La prima volta mi sembrava di essere a teatro. Sono interista, ci andavo da tifoso, ogni volta è un’emozione forte».

L’importante sarà ripartire. Quale soluzione andrebbe bene per questa stagione?

«Leggo ipotesi molto opportunis­tiche. Credo che la stagione vada conclusa. Se si torna in campo vorrà dire che il problema sarà risolto, se ci vorrà tanto tempo aspetterem­o».

E il taglio degli stipendi?

«Va fatto squadra per squadra, perché non siamo tutti uguali. Ma è giusto che i dipendenti aiutino le loro aziende».

Da cecchino a papà a tempo pieno... Come se la passa?

«E’ l’unica cosa positiva... Vedo la bimba crescere tutti i giorni, è la cosa più bella».

Quando avete scelto il nome Violante pensava a Firenze?

«No no... Piaceva anche a mia moglie, è un nome raro».

Sua moglie è Giulia Elettra Gorietti, attrice che ha fatto anche Suburra e altri film con Virzì e Muccino. Racconti...

«Sapevo chi era e l’ho voluta conoscere a Catanzaro dove girava un film: ero tornato a casa per qualche giorno in vacanza, ho fatto pressing e lei ha resistito, poi quando ha ceduto ci siamo subito messi insieme».

Invece il compagno di sua suocera è Andrea Roncato, centravant­i anche lui in “Mezzo destro, mezzo sinistro...”, quando faceva il mitico Margherito­ni. Un vero bomber...

«Sì, ma il massimo è stato quando faceva il procurator­e ne “L’allenatore nel pallone”. E' troppo simpatico, quando segno mi scrive un messaggio e ogni volta sono battute...».

Per esempio?

«A mia moglie e mia suocera dice sempre che dobbiamo fare una serata insieme soltanto io e lui: quando finisce questa storia la faremo di sicuro. Però voglio anche che venga a vedere una mia partita!».

È il compagno di mia suocera, quando si riparte lo invito allo stadio

 ?? LAPRESSE ?? L’ultimo timbro Pietro Iemmello, 28 anni, segna sul campo della Juve Stabia: era il 2 febbraio ed è stato il suo ultimo gol in questo torneo
LAPRESSE L’ultimo timbro Pietro Iemmello, 28 anni, segna sul campo della Juve Stabia: era il 2 febbraio ed è stato il suo ultimo gol in questo torneo
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Su Andrea Roncato «Margherito­ni»
Pietro Iemmello Su Andrea Roncato «Margherito­ni»

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