Un papà a tempo pieno dopo 17 reti e 9 rigori «E in A torno perché...»
Il Perugia, San Siro, Margheritoni e la piccola Violante «Pensavo di segnare 30 gol, posso fare come Caputo»
Il cecchino s’è fermato. Il coronavirus ha chiuso in casa anche Pietro Iemmello, capocannoniere della B col Perugia. Spietato in area, micidiale dal dischetto, si consola giocando con Violante, che a giugno compie due anni. Ma quei 17 gol restano scolpiti nella storia del torneo.
Tutto in sole 23 partite: media strepitosa...
«Hanno aiutato la squadra... E dopo averne fatti 15 all’andata, puntavo ad arrivare a 30».
Solo Immobile, tra i professionisti, la batte dal dischetto: 10 a 9. Che tecnica usa?
«Fino a un anno e mezzo fa guardavo il portiere fino all’ultimo, adesso scelgo prima l’angolo e vado deciso lì».
Gli ultimi gol il 2 febbraio: doppietta sul campo della Juve Stabia e vittoria per 2-1.
«E ne ho sbagliati tanti quel giorno... Poi abbiamo infilato un periodo negativo e io stavo male senza segnare».
Già, le 5 sconfitte di fila...
«Solo quelle con Frosinone e Spezia ce le siamo meritate. Poi la vittoria con la Salernitana prima dello stop ci ha dato una bella boccata d’ossigeno. Quest’anno abbiamo fatto più campionati in uno, e quello è stato il peggiore».
Con lei e Falcinelli è stato costruito un Perugia da A, invece siete lontani. Perché?
«All’andata siamo andati bene malgrado i tanti infortuni che ci hanno tolto qualcosa, poi dopo quelle 5 sconfitte abbiamo cominciato a guardarci alle spalle. Se riprendiamo non è detto che non possiamo tornare in corsa per la A».
La Serie A: tre motivi per i quali lei ci può tornare?
«Sono maturato, penso di poterci stare avendola già fatta, e poi sono ancora giovane».
Lo potrebbe fare nella rosa del Benevento, che è proprietario del suo cartellino?
«Sarei potuto restare, abbiamo un ottimo rapporto, poi insieme abbiamo fatto scelte diverse, soprattutto per motivi ambientali. Qualsiasi cosa decideremo insieme andrà bene, anche se dovessi restare».
Allora nella Fiorentina, che l’ha cresciuta e che ha una proprietà calabrese come lei?
«Firenze rimane nel mio cuore, il progetto è importante, a chi non piacerebbe andarci?».
E nel Sassuolo che in Serie A l’ha fatta debuttare?
«Ero arrivato all’ultimo momento, ho commesso qualche errore, poi pian piano ho conquistato un po’ di spazio».
Invidia Ciccio Caputo che a Sassuolo sta facendo quello che avrebbe potuto fare lei?
«Non conosco l’invidia. Lui è più grande di me, è migliorato tantissimo. Ha fatto la strada che posso ancora fare io».
E poi c’è San Siro: una doppietta all’Inter col Sassuolo, un gol al Milan col Benevento, per due vittorie storiche...
«La prima volta mi sembrava di essere a teatro. Sono interista, ci andavo da tifoso, ogni volta è un’emozione forte».
L’importante sarà ripartire. Quale soluzione andrebbe bene per questa stagione?
«Leggo ipotesi molto opportunistiche. Credo che la stagione vada conclusa. Se si torna in campo vorrà dire che il problema sarà risolto, se ci vorrà tanto tempo aspetteremo».
E il taglio degli stipendi?
«Va fatto squadra per squadra, perché non siamo tutti uguali. Ma è giusto che i dipendenti aiutino le loro aziende».
Da cecchino a papà a tempo pieno... Come se la passa?
«E’ l’unica cosa positiva... Vedo la bimba crescere tutti i giorni, è la cosa più bella».
Quando avete scelto il nome Violante pensava a Firenze?
«No no... Piaceva anche a mia moglie, è un nome raro».
Sua moglie è Giulia Elettra Gorietti, attrice che ha fatto anche Suburra e altri film con Virzì e Muccino. Racconti...
«Sapevo chi era e l’ho voluta conoscere a Catanzaro dove girava un film: ero tornato a casa per qualche giorno in vacanza, ho fatto pressing e lei ha resistito, poi quando ha ceduto ci siamo subito messi insieme».
Invece il compagno di sua suocera è Andrea Roncato, centravanti anche lui in “Mezzo destro, mezzo sinistro...”, quando faceva il mitico Margheritoni. Un vero bomber...
«Sì, ma il massimo è stato quando faceva il procuratore ne “L’allenatore nel pallone”. E' troppo simpatico, quando segno mi scrive un messaggio e ogni volta sono battute...».
Per esempio?
«A mia moglie e mia suocera dice sempre che dobbiamo fare una serata insieme soltanto io e lui: quando finisce questa storia la faremo di sicuro. Però voglio anche che venga a vedere una mia partita!».
È il compagno di mia suocera, quando si riparte lo invito allo stadio