RICOMINCIARE A GIOCARE... L’IDEA TEDESCA MERITA ATTENZIONE
L’ultimo bollettino della Protezione civile regala nuovi piccoli segnali positivi. Anche il calcio italiano segue con attenzione quella che è la fotografia quotidiana del contagio. Nessuno ha più voglia di fare fughe in avanti, tutti hanno capito che dovrà essere la medicina a dettare i tempi di una possibile ripartenza. Ma almeno si comincia a guardarsi intorno. Per trarre indicazioni da chi ha già imboccato una strada. In Europa ci sono un paio di esempi, diciamo, estremi. In Bielorussia il campionato continua regolarmente con gli stadi aperti. Il presidente Aleksandr Lukashenko, andando anche contro gli inviti a fermarsi dei tifosi, ha ordinato al segretario generale della federcalcio di continuare l’attività come se il Covid-19 non esistesse. E pazienza se i contagiati sono quasi 400 e se ci sono stati alcuni morti. Il presidente ha addirittura suggerito la “ricetta” giusta per combattere il coronavirus: «I migliori anticorpi sono fare la sauna, bere vodka e guidare il trattore». Beh, di sicuro l’esempio della Bielorussia non merita nessun tipo di attenzione. A dire il vero, non convince neppure la scelta del Belgio di dichiarare chiusa, quattro giorni fa, la Jupiter Pro League, a una giornata dal termine della stagione regolare e con playoff e playout da disputare. Lo scudetto è stato assegnato al Bruges che, al momento dello stop, era in testa alla classifica. Perché tanta fretta? Perché non cercare di capire quali potranno essere le tempistiche di un virus che non conosciamo? Chiudere un campionato prima che abbia emesso le sue regolari sentenze non è mai una vittoria. E un po’ di tempo a disposizione ancora c’è prima di alzare bandiera bianca. Insomma, in Europa c’è chi ha scelto di andare avanti e chi ha deciso di chiudere i battenti. Posizioni estreme che non ci convincono. Troviamo meritevole di attenzione, invece, il fatto che Borussia Dortmund, Bayern e altre squadre tedesche abbiano ricominciato ad allenarsi. Con mille cautele, naturalmente. Sedute a piccoli gruppi, campi separati, spogliatoi blindati.
L’idea della Bundesliga è quella di ricominciare il campionato il 3 maggio o la settimana successiva. Il
percorso della Germania è da tenere d’occhio per tanti
motivi. Intanto perché stiamo parlando di una nazione che fa sempre scelte valutate con cura. Poi, perché per casi di Covid-19 è al quarto posto dietro a Stati Uniti, Spagna e Italia. Quindi sta vivendo i nostri stessi tormenti anche se il numero dei morti, e questo non è un aspetto trascurabile, è molto più basso rispetto a noi. Ricordiamo che la Germania sta ospitando alcuni dei nostri malati più gravi. Il Bayern, un mondo a pochi chilometri da noi, ha deciso di ripartire e allora è giusto allungare lo sguardo in Baviera. Per valutare se i loro paletti sono giusti o se ne servono di più rigidi. Per capire se, quando la medicina darà il via libera, ci saranno le condizioni per tornare ad allenarci. Siamo ancora dentro al tunnel questo è giusto ribadirlo ma in fondo una piccola luce si comincia a intravedere.
L’esempio tedesco, quindi, merita di essere seguito con grande attenzione. Può farci guadagnare tempo nel momento in cui anche i nostri calciatori dovessero tornare in campo. E per provare a chiudere la stagione non possiamo sprecare nemmeno un minuto.