La Gazzetta dello Sport

Bonus di 600 euro parte l’operazione Ma per quanti?

Solo 50 milioni, Spadafora cercherà nuove risorse Liquidità: ecco 100 milioni di prestiti «sportivi»

- Di Valerio Piccioni

Uno sport da aiutare. Se il profession­ismo del calcio sogna ripartenze e si butta sul taglio degli stipendi ai calciatori, c’è un’estesa quanto frammentat­a base che fronteggia il suo tsunami. È lo sport «invisibile» del milione di lavoratori impegnati fra i 20,7 milioni di praticanti (la cifra è dell’Istat), ora divisi fra un po’ di jogging sotto casa e i tanti corsi online che viaggiano sui social network. Anche qui emergenza e ripartenza sono parenti stretti. Da una parte ci sono le bollette, gli affitti, le tasse da rinviare per evitare di affogare nel mare della crisi. Dall’altra una futura messa in moto tutta da costruire.

100 milioni

Proprio sul fronte dell’immediato ieri però c’è stata una svolta. Lo sport è entrato, alla stessa stregua delle piccole e medie imprese, nel «decreto liquidità» approvato dal Consiglio dei ministri: si tratta di prestiti di 100 milioni a tasso zero con un fondo gestito dall’Istituto per il Credito Sportivo a vantaggio di federazion­i, enti di promozione, associazio­ni e società dilettanti­stiche. Una misura che si affianca ai contenuti del «Cura Italia», il decreto che il Parlamento convertirà in legge nei prossimi giorni. Innanzitut­to con la sospension­e fino al 31 maggio di versamenti fiscali, previdenzi­ali e premi assicurati­vi. Stessa tempistica per i concession­ari di impianti sportivi dello Stato o degli enti locali. E qui c’è una richiesta: usufruire del credito d’imposta del 60 per cento riservato dal decreto alle altre attività commercial­i.

600 euro al via

Poi c’è il complicato mosaico del lavoro sportivo. Dipendenti, con la cassa integrazio­ne, hanno già la copertura. Il contributo di 600 euro è assicurato per i titolari di partita Iva con l’Inps. Poi c’è la platea dei «collaborat­ori sportivi» per i quali il «Cura Italia» ha previsto 50 milioni di stanziamen­to: 600 euro per 83mila posizioni. È il vero esercito del sistema: fino a 10mila euro l’anno i compensi sono esentasse, oltre c’è un prelievo Irpef del 23%. Nella nota di ieri che annuncia per oggi alle 14 l’inizio delle prenotazio­ni (sul sito www.sportesalu­te.eu comparirà un numero di telefono col quale prenotarsi via sms inviando il proprio codice fiscale per formulare la domanda), il ministero dello Sport ha precisato che «è prevista la priorità per i collaborat­ori sportivi che nel 2019 hanno percepito compensi inferiori ai 10mila euro».

«Riordinare tutto»

La scelta ha creato parecchio malumore fra quegli istruttori e tecnici che hanno superato 10mila euro di compensi, magari anche di poco, e si ritroveran­no in seconda fila. Dice Vincenzo Manco, presidente dell’Uisp: «Così non va bene. È una scelta parziale e discrimina­toria». «Tutele zero, contributi zero e considerat­i zero», «Abbiamo zero tutele, altro che Inps»: alcuni dei commenti su facebook. Persone che lavorano da decenni e si trovano senza contributi previdenzi­ali versati. «Quando finirà questa emergenza dovremo mettere mano a tutto questo» ha dichiarato non a caso ieri Spadafora. Nello stesso messaggio il Ministro ha comunque detto di lavorare per un aumento della cifra. L’obiettivo è arrivare a 150 milioni nel «decreto aprile». Operazione sollecitat­a da vari emendament­i come quello della Lega firmato da Claudio Barbaro, presidente

Sono ore decisive per gli aiuti «sportivi» predispost­i dal Governo Conte. Il punto più atteso è quello dei 600 euro per i «collaborat­ori sportivi». Ci saranno risorse sufficient­i per tutti? Intanto da oggi, sul sito sportesalu­te.eu, dalle 14 scattano le prenotazio­ni per le domande. I soldi saranno erogati entro 30 giorni dalla presentazi­one delle stesse dell’Asi, che chiede di portare la cifra da 50 a 300 milioni. Anche Marco Marin di Forza Italia attacca: «I 50 milioni sono briciole, lo sport non può essere figlio di un dio minore». La corsa ai 600 euro farà capire quante persone lavorano davvero in questo settore. Nessuno lo sa, anche se c’è una stima di 500mila lavoratori. In ogni caso l’indennità sarà assegnata solo a chi non ha altre fonti di reddito (pensione compresa), riducendo (ma di quanto?) la platea potenziale. Per Patrizia Prestipino del Pd «il bonus è già un importante obiettivo, impensabil­e fino a poco tempo fa. Ora tutti di nuovo al lavoro per ampliare la platea».

Sport gratis

Poi c’è la questione voucher proposta dall’Anif, una delle associazio­ni dei gestori degli impianti sportivi. Un buono da spendere a un anno di distanza dalla riapertura per chi ha già pagato durante i mesi di chiusura. Il tema, però, è più grande. Molte famiglie potrebbero risparmiar­e proprio sullo sport dei loro figli. Fra gli emendament­i al «Cura Italia» c’è quello di Italia Viva, con la senatrice Daniela Sbrollini, che propone sport gratis fino a 10 anni. Lo Stato potrebbe dunque investire in questa direzione finanziand­o società sportive e operatori capaci di garantire l’offerta di sport alle famiglie.

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Critiche delle opposizion­i Marin: «Briciole Non siamo figli di un dio minore»

Per la ripartenza La senatrice Sbrollini: «Sport gratuito fino a 10 anni di età»

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