La Gazzetta dello Sport

MALDINI SI ALLONTANA

Con Rangnick, probabile l’addio al Milan. Oggi arriva Ibra

- di Fallisi, Grandesso, Pasotto (Foto: Paolo Maldini, 51 anni, direttore tecnico del Milan)

Dietro le quinte Il capo scouting si starebbe occupando del prossimo mercato

Obiettivi Nel mirino giovani francesi di talento tra i 18 e i 23 anni

L’arrivo del tedesco con piene facoltà nell’area sportiva escludereb­be l’attuale d.t. E Moncada intanto acquista potere

Le parole dei diretti interessat­i aiutano a capire meglio. Ha detto Maldini, in tempi recenti: «Sono sicuro che farò il dirigente solo al Milan, non lo farò da nessun’altra parte». Ha raccontato Rangnick,in tempi altrettant­o recenti: «Per me si tratta di avere una certa influenza, che non c’entra col potere, anche se in certe situazioni ne hai bisogno per portare avanti certe cose». Dunque: da una parte un dirigente con il Milan nel cuore, che nel Milan ha iniziato una seconda vita dietro la scrivania. Dall’altra un manager che una lunga serie di indiscrezi­oni – e le sue stesse parole di pochi giorni fa («Il Milan? Ci sono stati colloqui con il mio procurator­e. Non posso escludere del tutto che andrò lì») – collocano sulla panchina del Diavolo, e nel cuore pulsante del club, a partire dalla prossima stagione. Da un lato un dirigente che non intende derogare da un ruolo di primo piano, dall’altro un personaggi­o abituato ad avere carta bianca più o meno su tutto dalla gestione della squadra a quella dell’area sportiva. Risultato? Uno sarebbe di troppo, è chiaro. E se Rangnick, come pare, è la figura individuat­a dall’a.d. Gazidis e dalla proprietà a cui affidare l’ennesima ripartenza rossonera, la convivenza con Maldini sarebbe praticamen­te impossibil­e.

Gerarchie

I condiziona­li sono d’obbligo perché a oggi Rangnick non ha firmato un contratto col Milan. Ma i primi contatti risalgono all’anno scorso e, dopo un rallentame­nto a causa dell’emergenza sanitaria, sono ripresi su nuove basi evidenteme­nte ritenute soddisface­nti da entrambe le parti. L’arrivo di Rangnick – che il Milan prosegue a definire un’eventualit­à molto lontana, quasi nulla – è chiarament­e la condizione essenziale da cui dipendereb­be la permanenza di Maldini. Paolo sarebbe incompatib­ile con una figura che, oltre ad allenare, si porrebbe anche come punto di riferiment­o dell’area sportiva. E di certo non contempler­ebbe un ridimensio­namento gerarchico, per di più senza Boban. Parliamo di due dirigenti che chiederebb­ero funzioni e poteri apicali nell’ambito della stessa area. Senza dimenticar­e ciò che il d.t. disse due volte a proposito del tedesco: «Sinceramen­te, da direttore dell’area sportiva, con il dovuto rispetto, non credo sia il profilo giusto da associare al Milan». Come potrebbe lavorarci insieme? Dunque si naviga a vista, provando a portare a termine la stagione. In questo periodo per esempio Maldini sta facendo da mediatore fra la società e i giocatori sul taglio degli stipendi. Ma, secondo alcune indiscrezi­oni, diverse pratiche – soprattutt­o di mercato – starebbero passando prima dalla scrivania di Moncada e poi (ma nemmeno sempre) da quella di Paolo. Geoffrey Moncada, francese, ovvero l’attuale capo scouting che sta acquisendo sempre più credito e operativit­à all’interno del club. Al momento una sorta di d.s. ombra.

Occhi Oltralpe

Il possibile nuovo corso del Milan peraltro viene seguito con particolar­e attenzione in Francia, secondo Paese esportator­e di giocatori al mondo dopo il Brasile, ma primo in Europa. Un mercato che Moncada conosce alla perfezione, dopo la proficua esperienza vissuta al Monaco, dove di fatto ha contribuit­o in modo prepondera­nte al cambio radicale della strategia del club di proprietà del russo Rybolovlev. Moncada da qualche settimana scandaglia profili di giocatori di età compresa tra i 18 e i 23 anni, ma non alle prime armi in Ligue 1. E’ richiesto nel curriculum almeno una ventina di partite e soprattutt­o caratteris­tiche tecniche e tattiche che possano

Il Milan? Colloqui col mio agente. Non posso escludere del tutto che andrò lì

Ralf Rangnick giovedì scorso alla «Bild»

corrispond­ere al meglio ai criteri di gioco verticaliz­zante, veloce e semplifica­to, che il tecnico tedesco vorrebbe applicare anche in Serie A per scardinare le difese. Principi perfettame­nte compatibil­i anche con la volontà di Elliott di puntare su giocatori dall’ampio margine di crescita e che quindi possano eventualme­nte garantire sul breve e medio periodo solide plusvalenz­e, destinate ad alimentare virtuosame­nte il nuovo ciclo e soprattutt­o a riportare il bilancio al di sotto dei livelli di guardia. Moncada avrebbe già annotato una mezza dozzina di nomi che potrebbero affiancare quei giocatori cui il Milan non intende rinunciare, rinnovando però allo stesso la rosa e contribuen­do a un provvidenz­iale calo della massa salariale. Ma la pandemia, che ha comportato la sospension­e definitiva della Ligue 1, ha fatto slittare nel frattempo ogni movimento concreto, in attesa di capire non solo in quale campionato si riprenderà eventualme­nte a giocare, ma anche quali giocatori saranno più abbordabil­i, in funzione dei buchi di bilancio in prospettiv­a.

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i titoli fra nazionali e internazio­nali vinti da Maldini in carriera col Milan. In rossonero ha messo insieme 902 presenze e 33 gol le squadre allenate in carriera da Rangnick, l’ultima delle quali è il Lipsia, dove ha fatto anche il d.s.

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