MALDINI SI ALLONTANA
Con Rangnick, probabile l’addio al Milan. Oggi arriva Ibra
Dietro le quinte Il capo scouting si starebbe occupando del prossimo mercato
Obiettivi Nel mirino giovani francesi di talento tra i 18 e i 23 anni
L’arrivo del tedesco con piene facoltà nell’area sportiva escluderebbe l’attuale d.t. E Moncada intanto acquista potere
Le parole dei diretti interessati aiutano a capire meglio. Ha detto Maldini, in tempi recenti: «Sono sicuro che farò il dirigente solo al Milan, non lo farò da nessun’altra parte». Ha raccontato Rangnick,in tempi altrettanto recenti: «Per me si tratta di avere una certa influenza, che non c’entra col potere, anche se in certe situazioni ne hai bisogno per portare avanti certe cose». Dunque: da una parte un dirigente con il Milan nel cuore, che nel Milan ha iniziato una seconda vita dietro la scrivania. Dall’altra un manager che una lunga serie di indiscrezioni – e le sue stesse parole di pochi giorni fa («Il Milan? Ci sono stati colloqui con il mio procuratore. Non posso escludere del tutto che andrò lì») – collocano sulla panchina del Diavolo, e nel cuore pulsante del club, a partire dalla prossima stagione. Da un lato un dirigente che non intende derogare da un ruolo di primo piano, dall’altro un personaggio abituato ad avere carta bianca più o meno su tutto dalla gestione della squadra a quella dell’area sportiva. Risultato? Uno sarebbe di troppo, è chiaro. E se Rangnick, come pare, è la figura individuata dall’a.d. Gazidis e dalla proprietà a cui affidare l’ennesima ripartenza rossonera, la convivenza con Maldini sarebbe praticamente impossibile.
Gerarchie
I condizionali sono d’obbligo perché a oggi Rangnick non ha firmato un contratto col Milan. Ma i primi contatti risalgono all’anno scorso e, dopo un rallentamento a causa dell’emergenza sanitaria, sono ripresi su nuove basi evidentemente ritenute soddisfacenti da entrambe le parti. L’arrivo di Rangnick – che il Milan prosegue a definire un’eventualità molto lontana, quasi nulla – è chiaramente la condizione essenziale da cui dipenderebbe la permanenza di Maldini. Paolo sarebbe incompatibile con una figura che, oltre ad allenare, si porrebbe anche come punto di riferimento dell’area sportiva. E di certo non contemplerebbe un ridimensionamento gerarchico, per di più senza Boban. Parliamo di due dirigenti che chiederebbero funzioni e poteri apicali nell’ambito della stessa area. Senza dimenticare ciò che il d.t. disse due volte a proposito del tedesco: «Sinceramente, da direttore dell’area sportiva, con il dovuto rispetto, non credo sia il profilo giusto da associare al Milan». Come potrebbe lavorarci insieme? Dunque si naviga a vista, provando a portare a termine la stagione. In questo periodo per esempio Maldini sta facendo da mediatore fra la società e i giocatori sul taglio degli stipendi. Ma, secondo alcune indiscrezioni, diverse pratiche – soprattutto di mercato – starebbero passando prima dalla scrivania di Moncada e poi (ma nemmeno sempre) da quella di Paolo. Geoffrey Moncada, francese, ovvero l’attuale capo scouting che sta acquisendo sempre più credito e operatività all’interno del club. Al momento una sorta di d.s. ombra.
Occhi Oltralpe
Il possibile nuovo corso del Milan peraltro viene seguito con particolare attenzione in Francia, secondo Paese esportatore di giocatori al mondo dopo il Brasile, ma primo in Europa. Un mercato che Moncada conosce alla perfezione, dopo la proficua esperienza vissuta al Monaco, dove di fatto ha contribuito in modo preponderante al cambio radicale della strategia del club di proprietà del russo Rybolovlev. Moncada da qualche settimana scandaglia profili di giocatori di età compresa tra i 18 e i 23 anni, ma non alle prime armi in Ligue 1. E’ richiesto nel curriculum almeno una ventina di partite e soprattutto caratteristiche tecniche e tattiche che possano
Il Milan? Colloqui col mio agente. Non posso escludere del tutto che andrò lì
Ralf Rangnick giovedì scorso alla «Bild»
corrispondere al meglio ai criteri di gioco verticalizzante, veloce e semplificato, che il tecnico tedesco vorrebbe applicare anche in Serie A per scardinare le difese. Principi perfettamente compatibili anche con la volontà di Elliott di puntare su giocatori dall’ampio margine di crescita e che quindi possano eventualmente garantire sul breve e medio periodo solide plusvalenze, destinate ad alimentare virtuosamente il nuovo ciclo e soprattutto a riportare il bilancio al di sotto dei livelli di guardia. Moncada avrebbe già annotato una mezza dozzina di nomi che potrebbero affiancare quei giocatori cui il Milan non intende rinunciare, rinnovando però allo stesso la rosa e contribuendo a un provvidenziale calo della massa salariale. Ma la pandemia, che ha comportato la sospensione definitiva della Ligue 1, ha fatto slittare nel frattempo ogni movimento concreto, in attesa di capire non solo in quale campionato si riprenderà eventualmente a giocare, ma anche quali giocatori saranno più abbordabili, in funzione dei buchi di bilancio in prospettiva.
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