Scovò Mbappé, preferisce il basso profilo L’enfant prodige scala il Diavolo
Da ragazzino notò la stella del Psg 12enne Nel Monaco da videoanalista a caposcout
Geoffrey Moncada ha solo trentadue anni ma sembra quasi un personaggio mitologico: più si parla di lui, più la sua importanza all’interno del Milan cresce, meno lo si sente e ancora meno lo si vede. Sul web girano un paio di foto, non di più, sui social non ci sono tracce. Qualcuno lo segnala in tribuna di questa o quella partita di un campionato estero, qualcun altro lo racconta come un divoratore di skills davanti al monitor dell’inseparabile pc: del resto, l’occhio di Moncada è abituato a scorrere veloce sulle immagini dei potenziali campioni che inondano i suoi archivi digitali fin da quando era ragazzino. Moncada osserva, annota e seleziona il diamante da sgrezzare, il resto tocca a qualcun altro.
Scalata
Perché è così che funziona il lavoro di un talent scout, ed è così che Moncada si è fatto strada nel mondo del pallone. All’età in cui Rafael Leao è sbarcato in rossonero, per dire, Geoffrey realizzava i primi report per gli agenti di mezza Europa. Nel 2012, a venticinque anni, entrava nello staff di quel Monaco che poco più tardi avrebbe messo le mani su un certo Mbappè: si dice che il suo nome fosse finito sul taccuino di Moncada quando aveva 12 anni e giocava nel Bondy. Nel club del Principato Moncada ha cominciato da videoanalista – specializzandosi sulle piattaforme digitali a cui si appoggia oggi la maggior parte dei procuratori e degli stessi club − e ha chiuso da responsabile dello scouting, stessa carica ricoperta oggi nel Milan. In sei anni a Montecarlo ha contribuito alla costruzione di un modello di successo basato sui giovani di belle speranze scovati in anticipo rispetto alla concorrenza, valorizzati e rivenduti a peso d’oro. Nel frattempo i biancorossi vincevano una Ligue 1 e accarezzavano il sogno della finale di Champions, sfiorata prima che la Juve li eliminasse nel 2017. Nel portfolio di Moncada,da capo-scouting del Monaco, ci sono tra gli altri i nomi di Tielemans, oggi al Leicester, Meitè (Torino) e Barreca (Genoa).
Peso
In via Aldo Rossi il dirigente francese è entrato insieme all’a.d. Gazidis nel dicembre di due anni fa, ma pare che il suo “ingaggio” fosse già stato pianificato
Dalla Francia Aprì la carriera a vent’anni mandando report agli agenti
da Leonardo e Maldini. Al Milan Moncada coordina una squadra di 13 osservatori sparsi in giro per il mondo, dal Nord-Est europeo al Sudamerica, con i quali si relaziona regolarmente prima di gettare le coordinate preliminari per le operazioni in entrata. Un lavoro nell’ombra che paga chiaramente alla distanza, ma che diventa prezioso in una società che punta a crescere senza svenarsi, rispettando i paletti del fair play finanziario. In una macchina ibrida come quella che Elliott vuole mettere a punto per tentare velocemente la risalita, infatti, i confini tra profili su cui investire per le giovanili e quelli da lanciare in prima squadra si avvicinano sempre di più fino quasi a toccarsi: ecco perché i consigli, le segnalazioni e il parere di Moncada, in questi due anni, hanno avuto sempre più peso nelle dinamiche di mercato del Milan. Qualcuno sussurra che i tempi siano maturi per una promozione, magari come d.s. (ruolo che potrebbe ricoprire solo dopo aver sostenuto e superato il corso di idoneità a Coverciano) o come collaboratore di Rangnick, nel caso in cui il tedesco dovesse davvero arrivare in rossonero e vestire i panni di allenatore-d.t.. Chi lo conosce, però, giura che Geoffrey sta benissimo dove sta e che avanzare fino a sotto i riflettori non è mai stata la sua vocazione. Nonostante l’anagramma di Moncada sia comanda...
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SCOPERTE
21 anni, al Psg dall’estate 2017 23 anni, al Leicester dal 2019 26 anni, al Torino dal 2018
In rossonero Coordina una squadra di 13 osservatori in tutto il mondo