La Gazzetta dello Sport

Gaudenzi non si arrende «Salveremo la stagione»

Stop fino al 3 agosto? Il n. 1 Atp: «Decideremo venerdì» Parigi, idea porte chiuse. Lo Us Open vuole il pubblico

- Di Federica Cocchi

Si gioca, non si gioca, quando si gioca, come si gioca? Interrogat­ivi snervanti come la goccia che scava la pietra. La pandemia da Covid-19 ha messo in ghiacciaia il tennis mondiale, e al momento tutto è sospeso almeno fino al 13 luglio. Ma il fermo della racchetta potrebbe anche durare di più, si parla di un nuovo spostament­o, probabilme­nte al 3 agosto. Una sola certezza per ora: la stagione non si cancella. Lo ha detto anche ieri Andrea Gaudenzi, ora numero 1 dell’Atp: «Smettere ora non sarebbe saggio, nessuno sa cosa accadrà — ha spiegato alla Reuters—. Vogliamo rimanere ottimisti».

Calendario

Lo stop del circuito resta fino al 12 luglio, il torneo di Wimbledon è già stato cancellato per la prima volta dal secondo dopoguerra, e sul resto dei tornei maggiori, tra Masters 1000 e Slam, c’è grande incertezza.Gli organismi che guidano il tennis hanno già fissato una data entro la quale organizzar­e il futuro prossimo della stagione: «Al momento davanti a noi ci sono solo scenari ipotetici — ha continuato l’ex azzurro — ed è per questo che non abbiamo ancora deciso.Tra le opzioni potrebbero esserci le porte chiuse, oltre a varie scelte da fare soprattutt­o in merito alle restrizion­i per i viaggiator­i». Mancano pochi giorni dunque prima che si conosca il destino dei tornei come Cincinnati e lo Us Open: «Ci siamo dati il 15 maggio (venerdì, ndr) come data di scadenza per i tornei post Wim

bledon a luglio, mentre il primo giugno sarà la dead line per decidere sugli appuntamen­ti di agosto. Abbiamo un periodo di sei-otto settimane per decidere se giocare o no un torneo».

Sì, viaggiare

Che sia tra gli sport più sicuri dal punto di vista della trasmissio­ne del virus, con i giocatori distanziat­i e separati dalla rete, è certo, ma allo stesso tempo il tennis è tra quelli più a rischio per gli spostament­i. Se anche l’epidemia dovesse pian piano scemare, i viaggi saranno comunque ancora difficolto­si per diverso tempo. Alcune nazioni si sono organizzat­e con dei piccoli tornei nazionali, o esibizioni, ma il circuito è un’altra cosa: «Ogni Paese è in una situazione diversa e sarà difficile organizzar­si con nazioni in fasi diverse e con regole differenti prosegue Gaudenzi —. La Svezia, ad esempio, sta avendo un approccio diverso, potremmo pensare di giocare un torneo lì, ma è evidente che allo stato attuale non possiamo portare 100 giocatori in Svezia».

Slam in bilico

Il Roland Garros sarebbe dovuto partire tra una settimana, ed è stato il primo a fare uno scatto in avanti e spostare la data in un periodo più al riparo dalla pandemia. Al momento la data di inizio dello Slam sul rosso è dal 20 settembre e le ultime da Parigi parlano di un torneo a porte chiuse. I biglietti già acquistati per maggio verranno rimborsati: «Non escludiamo alcuna opzione —, ha detto Bernard Giudicelli, numero 1 della federazion­e francese —. Giocando, pur senza pubblico, potremmo comunque tutelare e far girare parte del modello economico, dai diritti tv agli sponsor. Elementi non da trascurare». Stesso problema che si pongono a New York, dove dal 31 agosto dovrebbe partire lo Us Open: «Una decisione definitiva non ci sarà prima di giugno — ha spiegato il direttore della Usta, Michael Dowse —. Sulla possibilit­à delle porte chiuse dico che è altamente improbabil­e che l’Us Open si svolga senza pubblico, non escludiamo nulla, ma è contro lo spirito del gioco». Intanto, in Australia cominciano a porsi il problema per il gennaio 2021. Craig Tiley, a capo di Tennis Australia, è preoccupat­o: «Lo scenario peggiore è che l’Australian Open non si disputi, quello migliore è che si riesca a far arrivare i giocatori e che ci siano solo spettatori locali. Abbiamo stabilito i tempi e le date entro cui dovremo prendere una decisione, abbiamo considerat­o chi più sarà condiziona­to da queste scelte e come. Ora stiamo lavorando sui giocatori, cercando di far capire loro che cosa comportano questi scenari e come metterli in atto. Ma tutto dipenderà dal virus e se per fine anno sarà scomparso».

Non vogliamo dichiarare chiusa la stagione ora. Il problema? I viaggi

 ?? AFP ?? Lo stadio Il Philippe Chatrier, il campo centrale del Roland Garros di Parigi gremito per la finale del 2019. Lo stadio conta circa 15.000 posti a sedere
AFP Lo stadio Il Philippe Chatrier, il campo centrale del Roland Garros di Parigi gremito per la finale del 2019. Lo stadio conta circa 15.000 posti a sedere
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Presidente Andrea Gaudenzi, 46 anni, numero uno dell’Atp

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