La Gazzetta dello Sport

Maxicono Parma dei miracoli La cinquina trent’anni dopo

La squadra guidata da Montali vinse 5 trofei con fenomeni come Bracci, Zorzi, Giani e Stork

- di Valeria Benedetti

Trent’anni dopo è ancora un’impresa memorabile: cinque titoli in una stagione. Come Parma nessuno mai. Nell’eldorado del volley che stava diventando l’Italia, Maxicono scrisse nella stagione 1989-90 una pagina indelebile nella storia del campionato italiano vincendo scudetto, Coppa Italia, Coppa delle Coppe, Mondiale per club e Supercoppa europea. Una favola i cui protagonis­ti erano i volti della Generazion­e di Fenomeni, non solo quella italiana: da Jeff Stork, ad Andrea Zorzi, Marco Bracci, Andrea Giani, Renan Dal Zotto, per finire con Galli e Passani, guidati da un giovanissi­mo Gian Paolo Montali nella società in cui era dirigente Carlo Magri, poi presidente federale.

La prima volta

Il gusto inebriante della prima volta: dopo averci già provato inutilment­e negli anni precedenti, Parma sfatò il tabù Modena (li aveva battuti nell’88 e nell’89) e si prese in un anno tutto quello che poteva entusiasma­ndo una città che viveva il suo periodo d’oro a livello sportivo. «Era il mio primo scudetto, ma anche il primo vinto da Parma - racconta Marco Bracci -. Lo vincemmo a Modena e un minuto dopo che cadde a terra l’ultima palla, schiacciat­a da me, dovemmo scappare sotto una pioggia di monetine. Poi con me i tifosi di Modena si sono fatti perdonare quando ho vestito la loro maglia. Ma l’impression­e quando arrivammo col pullman a Parma, il parcheggio e le strade intorno al PalaRaschi affollate di gente con i carabinier­i costretti a dirigere il traffico e tenere la situazione sotto controllo. Una cosa incredibil­e. Fu la prima vittoria, per fortuna non fu l’ultima». Parma vinse infatti ancora negli anni seguenti con il brasiliano Bebeto in panchina e il cambio di alcuni giocatori prima della crisi economica e del veloce declino della società che cedette il titolo nel’96.

Incontro di talenti

Il segreto di quella squadra? I grandissim­i talenti, la carica crescente e...anche un po’ di fortuna. È la ricetta che confessa Bracci: «Era una squadra molto forte che svoltò con l’arrivo di Stork in regia. La velocità di gioco aumento molto. Io trovai subito feeling con lui con la super in posto 4, un attacco che a quei tempi non si usava molto. Le caratteris­tiche di certi giocatori si adattarono a quelle dei grandi giocatori stranieri che arrivavano nel nostro campionato e portavano elementi nuovi. Il pizzico di fortuna è nell’essere arrivati tutti in buona condizione alla fine di una stagione lunghissim­a e piena di impegni, il grosso ovviamente lo fece la forza della squadra. Tutte le caselle andarono al posto giusto in quell’annata memorabile». Erano anche gli anni dell’esplosione del volley in Italia grazie ai successi della Nazionale guidata da Velasco e dell’ingresso di finanziato­ri come Mediolanum, il gruppo Ferruzzi , la Parmalat e, appunto, Motta del marchio Maxicono: «Erano anni incredibil­i, cominciamm­o ad andare in television­e regolarmen­te con le partite ma anche i singoli giocatori apparivano più spesso e la popolarità cresceva. Anni indimentic­abili».

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Con i 5 trofei La squadra della Maxicono dell’89-90 in posa con i cinque trofei conquistat­i in quel favoloso 1990

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