La Gazzetta dello Sport

MENO DIBATTITI È ORA DI DECIDERE

- di Gianfranco Teotino

Forse è arrivato il momento di smetterla di dare i numeri, bisognereb­be cominciare ad arrivare a qualche conclusion­e. Rinviare ogni scelta sulla ripartenza della Serie A è stata cosa buona e giusta finché eravamo tutti chiusi in casa...

Forse è arrivato il momento di smetterla di dare i numeri, bisognereb­be cominciare ad arrivare a qualche conclusion­e. Rinviare ogni scelta sulla ripartenza della Serie A è stata cosa buona e giusta finché eravamo tutti chiusi in casa e la curva dei contagi era ben diversa dalla traiettori­a più rassicuran­te di questi

giorni. Ora non più. La decisione sul calcio è sicurament­e una delle più delicate lungo il percorso del graduale ritorno a una vita che nei prossimi mesi non sarà comunque quella di prima. I pro e i contro sono numerosiss­imi e quasi tutti

fondati. Aggrappars­i, come fanno i nemici della ripresa, alla conta dei positivi attuali di ogni singola squadra è puerile tanto quanto ignorare i problemi che lo stesso modello tedesco comporta, come tendono a fare i più accaniti tifosi del ricomincia­re a tutti i costi. Neppure ieri è arrivato l’atteso via libera alla ripresa degli allenament­i collettivi. Ok, era un incontro tecnico e ormai si è capito che l’ultima parola spetta alla politica, più specificam­ente al governo. Il che per il calcio non è detto sia un male, anzi è un bello scarico di responsabi­lità: il verdetto negativo sarebbe una causa di forza maggiore da far valere nel contenzios­o con le tv. Il protocollo di cui tanto si sta parlando è tuttavia alla base di qualsiasi possibilit­à di riavvio. Ne vanno valutate tutte le conseguenz­e, oltre che i costi. Il peggio sarebbe ripartire sapendo che vi è una possibilit­à molto concreta di essere fermati di nuovo: rimettere in moto la macchina per poi arrestarla bruscament­e sarebbe molto peggio, anche da un punto di vista economico, che non tenerla ferma del tutto.

Fuor di metafora: se il protocollo prevedesse che il campionato al primo contagiato dopo la ripresa dovrà essere interrotto, meglio lasciar perdere. Inutile girarci attorno: è questo il punto nodale. Era sembrato che in Germania la questione fosse stata risolta accettando il rischio e prevedendo la quarantena solo per il giocatore positivo. La realtà è un po’ diversa. In materia sanitaria ogni Land ha l’autorità per decidere. La Sassonia, dopo i due casi della Dinamo Dresda, ha messo in quarantena l’intera squadra, costringen­do così al rinvio della prima partita in programma (Serie B). Considerat­o il differente andamento del virus nelle varie Regioni italiane, si potrebbe seguire la stessa strada. Ma riprendend­o dopo metà giugno, non ci sarebbe spazio per i rinvii, se si vuole finire entro il 2 agosto. Già, ma perché questa data capestro? Non si potrebbe chiedere all’Uefa, vista la situazione un po’ in tutta Europa, di poter andare anche oltre?

Il tempo stringe. Se si vuole ripartire, e il non farlo da metà giugno sembra sempre meno comprensib­ile vedendo come le strade e i parchi delle nostre città si siano già ripopolati. Dal primo giugno, se non ci saranno sgradevoli sorprese, si riavvierà qualsiasi attività, soprattutt­o all’aperto. Ecco se si vuole ripartire bisogna decidere e organizzar­e insieme ripresa degli allenament­i e riavvio del campionato. Le misure di sicurezza all’interno dei centri sportivi dovranno essere verificate, magari individuan­do una squadra di ispettori selezionat­i dalla Federazion­e medici sportivi.

Le questioni relative a durata dei contratti e fine prestiti vanno risolte subito dalla Federcalci­o, così come quelle altrettant­o importanti della responsabi­lità dei sanitari delle singole squadre e delle stesse società. Vanno perfeziona­ti al più presto anche gli accordi fra club e giocatori a proposito degli stipendi. Bisogna fare in fretta, dibattere meno e agire di più.

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 ??  ?? Ritorno Gli allenament­i di Daniele Rugani, 25 anni. Il difensore della Juve è stato il primo calciatore di A positivo
Ritorno Gli allenament­i di Daniele Rugani, 25 anni. Il difensore della Juve è stato il primo calciatore di A positivo

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