La Liga spera nel 12 giugno ma il governo ci va cauto
«Dove c’è meno rischio è nelle partite. Quello che chiedo è di rispettare le norme sanitarie»
«La data del ritorno in campo non la sa nessuno.Dipenderà da possibili picchi e dal rispetto delle regole. Il virus è ancora lì. Se può essere il 12 giugno, meglio». Così ha detto il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas. Che ha spiegato anche il piano per procedere: «Dobbiamo adattarsi alle circostanze e lo abbiamo fatto lavorando sui protocolli, per agire nelle migliori condizioni senza causare danni».
In dubbio
Il campionato spagnolo è fermo dall’otto marzo. In testa in quel momento si trovava il Barcellona, con due punti di vantaggio sul Real Madrid. Per portare al termine il torneo, vanno giocate ancora 11 partite. Ovviamente la decisione sulla ripartenza spetta al governo e dipenderà da come proseguirà il processo di riapertura graduale del paese. Considerando le questioni sanitarie: «Dove c’è meno rischio è nelle partite. Quello che chiedo è di rispettare le norme sanitarie per iniziare con il minor numero possibile di infetti. Avremo il pieno controllo sui giocatori. A casa chiedo loro di continuare a rispettare il protocollo». I calciatori hanno molto seguito. «La condotta deve essere esemplare per la società. Vedo molta responsabilità nei giocatori. Se tutti rispettiamo le normative sanitarie, penso che non avremo problemi a far riprendere la Liga», ha aggiunto Tebas.
A porte chiuse
Come nel resto d’Europa, la riaccensione dei tornei potrà avvenire soltanto con gli stadi a porte chiuse. Tebas ammette: «Non avremo il pubblico negli stadi, ma stiamo pianificando situazioni molto nuove per i tifosi a casa». Sergio Ramos a Marca ha aggiunto: «Voglio dare un messaggio di sostegno a tutti coloro che hanno perso una persona cara. Usciremo e dovremo stare insieme. Ci vuole tempo per iniziare. Il Paese ha bisogno del calcio come supporto economico e per le persone come distrazione». E il calcio ha bisogno di tornare in campo per evitare il tracollo economico.
La conferma
Intanto, dopo le anticipazioni, è arrivata anche la conferma ufficiale. Cinque sono i casi riscontrati tra i calciatori dopo i test effettuati in vista della ripartenza di Liga e Segunda Division. La Lega ha annunciato che i cinque giocatori positivi sono tutti asintomatici. Secondo i media tra i positivi ci sarebbero Alex Remiro della Real Sociedad, Yangel Herrera del Granada, Renan Lodi dell’Atletico Madrid e Joel Robles del Betis Siviglia. I cinque ora si dovranno sottoporre ad un periodo di quarantena, seguendo le istruzioni dei club, per poi fare dei nuovi test. Ancora Tebas: «Ci aspettavamo 25-30 aspetti positivi. Se sono di meno è una buona notizia per il calcio e la società spagnola. Contando anche i non calciatori, i membri dello staff, si arriva a otto su 2.500 persone. I giocatori saranno sottoposti a un altro tipo di test martedì. Sono nelle fasi finali della malattia».
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