Studio e video: due mesi dopo il tecnico vede la sua Juve
Basta lavoro a distanza: a metà settimana può rientrare al J Center
L’ultima volta è stata due mesi fa, praticamente un’eternità per uno che in campo ci passerebbe anche la notte. Maurizio Sarri è uscito dalla Continassa nel primo pomeriggio dell’11 marzo e non immaginava quello che sarebbe successo poche ore dopo: in serata è arrivata la notizia della positività di Daniele Rugani, il primo contagiato della Serie A, che ha avuto lo stesso effetto di uno tsunami per il mondo del calcio. Juventus tutta in quarantena, tecnico compreso, e sospensione del campionato e della Champions League. Era un mercoledì e nello stesso giorno della settimana il timoniere della Juventus potrebbe tornare a varcare quel cancello per rivedere i suoi ragazzi e seguire di persona gli allenamenti individuali.
Relazioni e attesa
Sarri è uomo di campo, per lui l’allenamento quotidiano è linfa vitale. Si fida dei suoi uomini, però sa quanto sia importante osservare e annotare. Per questo il periodo di riposo forzato è stato particolarmente duro e già da qualche giorno ha cominciato a scalpitare. Ha seguito a distanza gli allenamenti individuali degli undici bianconeri che nella scorsa settimana hanno ricominciato a lavorare al centro sportivo bianconero. Adesso attende la conferma della ripresa delle sedute di gruppo (prevista per il 18 maggio) per tornare al comando. Già a metà settimana potrebbe fare un salto al J Center, per riprendere confidenza con le vecchie abitudini.
Fedelissimi al campo
Intanto per la prima settimana si è affidato ai suoi uomini più fidati, in particolare a Marco Ianni, preparatore (difeso a spada tratta ai tempi del Chelsea, dopo la lite con Mourinho) e Gianni Picchioni, amico fidatissimo da decenni. Oltre ai due fedelissimi, ai campi si sono alternati in questi giorni con i giocatori anche Daniele Tognaccini (responsabile dei preparatori, ex Milan) e i due allenatori dei portieri, Claudio Filippi (che era già alla Juve) e Massimo Nenci. Da tutti Sarri ha preteso relazioni dettagliate, esattamente come succedeva ad agosto, quando la polmonite lo costrinse ad allenare a distanza per un po’, per cominciare a farsi un’idea su come ritroverà i giocatori. Su alcuni non ha dubbi: sa che Chiellini e Bonucci, con cui ogni tanto si sente, hanno lavorato duro anche a casa, idem Cristiano Ronaldo, che sta continuando le sedute solitarie durante la seconda quarantena. I tre, insieme a Dybala, finalmente guarito, Cuadrado e Ramsey, tra i pochi stranieri rimasti a Torino, saranno le certezze da cui ripartire se la stagione ricomincerà.
Ossessione video
Per Sarri lo smart working non è una novità in questa stagione, anche se avrebbe fatto a meno del bis. Però ne ha approfittato per una full immersion in partite e allenamenti, un aggiornamento professionale in solitudine. Sarri è a Torino, nella sua casa alla Crocetta. Lui e la moglie Marina, che vive in Toscana,
hanno passato il lockdown separati. Le abitudini sono rimaste più o meno le stesse, anche se prima del virus gli amici di sempre a turno si presentavano a Torino per fargli compagnia. In questi due mesi è stato solo col cane Ciro, adottato ai tempi del Napoli. A parte le passeggiate col quadrupede, la lettura (libri gialli di autori italiani) e qualche esperimento in cucina, ha guardato e riguardato match e allenamenti: maratone di 6-7 ore per studiare nei dettagli gli avversari (Lione e Lazio in particolare). Sarri è un maniaco della video analisi ed è capace di rivedere la stessa azione un’infinità di volte. Ha approfittato del tempo libero anche per studiare minuziosamente tutti i dati dei giocatori, dai chilometri percorsi ai passaggi sbagliati e per fare qualche chiacchierata di mercato con Fabio Paratici. Tutto lavoro utile, però ora il tecnico non vede l’ora di tornare in campo.
Sarri ha in testa il campo, sia quello fisico sia quello sui suoi taccuini