Pallotta punta su Londra come ponte per l’Oriente
In attesa di Friedkin, il presidente muove le sue pedine britanniche per la cessione del club. Tor di Valle: è stallo
È la spietata legge del mercato: se la tua controparte è in difficoltà, è il momento di spuntare le migliori condizioni possibili. In fondo, è quanto sta accadendo nella trattativa per la cessione della Roma al tempo del coronavirus. La storia è nota: dai circa 700 milioni di partenza (debiti compresi) il magnate Dan Friedkin è sceso parecchio, perché la crisi coinvolge non solo il calcio, ma anche i suoi affari. Così, mentre la vera trattativa è in stand-by, sottotraccia girano informalmente posizioni diverse: una forbice tra 650 e 550 milioni accontenterebbe (in misura diversa) James Pallotta e la maggior parte del patto di sindacato che controlla la Roma (e che vorrebbe uscirne); fare proposte più al ribasso (non impossibili) avrebbe l’effetto invece di affondare tutto. Scenario, peraltro, non da escludere. Per questo il presidente si è mosso da tempo per correre ai ripari.
Operazione Londra
In ogni caso, qualora decidesse di non «svendere» e di aspettare tempi migliori per la cessione del pacchetto di maggioranza (un paio d’anni), la banca d’affari che cura il dossier Roma, Goldman Sachs, sta operando non solo attraverso le sedi statunitensi, sfruttando peraltro le entrature nel mondo finanziario dello stesso Pallotta, ma anche lavorando su Londra, vero ponte con il Medio e l’Estremo Oriente. In ogni caso, infatti, per il club giallorosso quelli sono mercati dove è possibile fare affari per incrementare la redditività della società.
Stallo Tor di Valle
D’altronde, lo stallo che si sta verificando sul fronte relativo al nuovo stadio, che dovrebbe sorgere nell’area di Tor di Valle, di sicuro non facilita le operazioni per la cessione della Roma nel modo migliore. Il congelamento della trattativa col magnate ceco Vitek, infatti, non spinge di certo i «malpancisti» del Movimento 5 Stelle ad accelerare, in Comune. L’iter per l’approvazione della Convenzione Urbanistica, peraltro virtualmente concluso, e che pure difficilmente passerà in assemblea consiliare prima della fine dell’estate. Detto che anche il primo proprietario dell’area, Papalia – che lamenta di non essere stato saldato dal costruttore Parnasi – potrebbe rientrare in gioco, lo slittamento in avanti da parte dell’amministrazione comunale consentirebbe anche a Vitek di tornare in scena, portando a termine l’acquisizione della Eurnova dello stesso Parnasi, con i relativi terreni. Fonti ceche, infatti, assicurano che Vitek vuole solo prendere tempo, e forse spuntare un pezzo migliore. Secondo le classiche leggi del dio mercato.