La Gazzetta dello Sport

Zeman contro «Troppi morti e niente tifosi Ripartire così non ha senso»

«TROPPI MORTI E NIENTE TIFOSI RIPARTIRE COSÌ NON HA SENSO» «Si aspettano le scelte del Governo, ma è il virus a decidere. La salute prima di tutto: evitare i contagi nel calcio è utopia. È cambiata la vita di tutti. Io? Ho smesso di fumare...»

- di Di Caro

Partiamo da due notizie. La prima è che a 73 anni, compiuti ieri, il vecchio leone ruggisce ancora e non ha perso nè la voglia di allenare, nè di giocare all'attacco in campo e con le parole come dimostrano le sue opinioni sulla ripartenza del campionato. La seconda è che la foto in pagina dove manca la perenne nuvola di fumo di una sigaretta non è casuale: il «mister» infatti ha praticamen­te smesso di fumare passando da tre pacchetti a 5 sigarette al giorno. Ma il lockdown per colpa del coronaviru­s non c’entra: ha scelto lui, come sempre nella sua vita.

3 Zeman quanto le è mancato il calcio in questi mesi?

«Tanto, come tutto lo sport»

3Quindi è favorevole a una ripartenza del campionato?

«No. Per me si dovrebbe ripartire solo quando tutto diventa chiaro, e oggi non lo è. Tutti aspettano le scelte del governo sul calcio. Ma non è il governo a decidere, è il virus. E se non se ne va, per me non ha senso ricomincia­re».

3Si dice: il calcio è una importante industria del Paese. Se ricomincia­no le altre attività perché il pallone no?

«Il calcio è un’industria particolar­e perché genera più debiti che ricavi. Vale la pena rischiare per limitare i debiti?».

3Ripartenz­a: si guarda quasi più ai conti da far tornare che all’aspetto sportivo.

«Da tempo conta più il business di tutto il resto. Ma se si deve giocare senza pubblico, per me il calcio non ha senso».

3Beh, potrebbe essere senza pubblico anche a settembre.

«E allora non ha senso neanche a settembre».

3Serviva il Covid per capire che il calcio è pieno di debiti e che se non viene pagata una rata dei diritti tv, il sistema rischia di finire gambe all’aria?

«Si sapeva anche prima e vuol dire che il calcio è gestito male. Si spende molto più di quanto sia possibile. E non è neanche detto che se le tv pagheranno l’ultima rata questo salverà quei club sempre sull’orlo dei libri in tribunale».

3Tifosi:

le Curve non vogliono ripartire. Per interesse?

«Non credo, penso che vorrebbero vedere il calcio dal vivo e purtroppo oggi non è possibile. Se si riprende solo per i diritti tv e per recuperare qualche soldo, è normale che ci restino male».

3Taglio degli stipendi: giusto contribuir­e a questo momento di difficoltà?

«Si, penso sia giusto. Leggo che molti giocatori e tecnici si sentono sfruttati. Credo che questo mestiere andrebbe fatto con più amore, mentre la maggior parte guarda solo ai soldi»

3Qualora si dovesse ripartire, quanto ritiene difficile per un club mantenere un gruppo in sicurezza per mesi tra allenament­i, partite e trasferte?

«Sono scettico: il calcio è uno sport di contatto. Nella vita dobbiamo camminare con una mascherina a più di un metro di distanza, nel calcio non si può fare. Sa qual è la cosa che fa più spesso un calciatore durante una partita? Sputare, la cosa più pericolosa».

3 Alcuni protocolli vietano di sputare. stranieri

sa che la bocca si impasta, ci sono problemi di salivazion­e».

3Altro tema: si riparte, ma se c’è un contagiato ci si ferma...

«Una spada di Damocle. È un’utopia pensare che con tanta gente impegnata non si infetti nessuno: normale che possa accadere. E’ avvenuto durante il lockdown figuriamoc­i adesso».

3Parliamo delle difficoltà di rifare la preparazio­ne.

«Quello è l’ultimo dei problemi: le squadre non la fanno più neanche in estate, si allenano 5 giorni e poi cominciano i tornei in giro per il mondo. Per me il campionato se si riparte è falsato: hanno approvato pure i cinque cambi, ma le regole non si cambiano in corsa».

3 Si riparte tutti alla pari, mentre alcune squadre prima dello stop volavano e altre erano in difficoltà. La Lazio veniva da 11 partite vinte...

«Beh non è detto che non avrebbe perso la dodicesima. Ma sono tutti temi secondari. Per me non bisogna giocare finché non sparisce il virus».

3 Come ha vissuto questi mesi?

«Male, come tutti. È un momento brutto, si è fermato il mondo. Speriamo di uscirne. Due mesi in casa si fanno sentire. Però molti hanno rifatto i conti con il tempo: quello passato e quello che resta e avranno avuto modo di riflettere sulla vita, su come vogliono viverla».

3 Lei ha compiuto 73 anni, come vuole vivere la sua?

«Intanto sono 73 anni meno due mesi, perché questi di clausura non li conto. Ho visto tanti già nati vecchi, mentre io mi sento ancora giovane».

3Com’è la giornata tipo?

«Ormai dormo poco: mi sveglio prestissim­o e mi metto davanti alla tv. Ne ho già bruciata una: la tenevo accesa ininterrot­tamente 22 ore su 24. Ho dovuto comprane un’altra».

3Scorpacci­ata di vecchie partite?

«No non mi piacciono le partite già fatte. Piuttosto film e tanta politica: anche se vedendo le sedute in Parlamento e al Senato per il caos sembrava di stare nei mercatini romani».

3Come giudica l’operato del premier Conte?

«Sembra sia tutta colpa sua, ma non è lui a guidare il virus. Sta facendo quello che può».

3 Gli ultimi due anni sono stati particolar­i, inaspettat­i dolorosi: la malattia di suo figlio Andrea, lo stop alla carriera di allenatore, il Covid.

«Non me lo sarei mai aspettato, purtroppo è successo. Sono felice che mio figlio ne sia uscito bene e speriamo continui così. Queste esperienze fanno capire che la salute è impagabile. Ci sono stati 30 mila morti in Italia per il Covid. Molti parlano dei danni economici del lockdown, ma se non ci fosse stato, quanti altri morti avremmo contato?».

3Ha ripreso ad uscire?

«Solo una volta, ho preso un caffè take away. Non l'ho potuto consumare al mio solito tavolino, ma assaporarl­o è stata una bella sensazione».

3Aveva fatto una scorta di sigarette per la quarantena?

«Sono tre mesi che praticamen­te non fumo più. Sono sceso da tre pacchetti a 5-6 sigarette al giorno. E non perché ne avevo poche, ho scelto io. Non è stata poi così dura».

3E come si sente?

«Uguale a prima. Anche se quando dico che non fumo, tutti mi rispondono: stai meglio... Ma che ne sanno?».

3Ha passato un compleanno anomalo.

«Di solito andavamo al ristorante, stavolta siamo rimasti in casa, con una torta preparata da mia moglie Chiara».

3Ieri è stato anche il centenario del Foggia...

«Ho scoperto da poco questa coincidenz­a. Il Foggia ha 100 anni, io al confronto sono ancora un bambino...»

3È stato il Foggia il suo capolavoro calcistico?

«Il capolavoro io voglio ancora farlo. Il primo Foggia in A giocava un grande calcio, il secondo con nove undicesimi nuovi e quasi tutti provenient­i dalla serie C, realizzò un'impresa restando in A. Sono affezionat­o a tutte le mie avventure a partire dai settori giovanili, dal Licata fino a Lazio, Roma, Lecce... Ma forse il capolavoro è stata la promozione col Pescara».

3Un suo rimpianto?

«Che ora sto fermo, vorrei ancora allenare»

3 La cosa di cui va più orgoglioso?

«Tutte le volte che la mia squadra è uscita tra gli applausi. Quando vinci è facile, spesso a me è successo da sconfitto: non capita a tutti».

sTEMPO DI LETTURA 5’42”

 ?? (Foto: Zdenek Zeman, 73 anni) ??
(Foto: Zdenek Zeman, 73 anni)
 ??  ??
 ?? ARCHIVIO ?? Foggia
Zeman ai tempi del Foggia dei miracoli «È ridicolo, non si sputa per il gusto di farlo, chiunque fa sport
ARCHIVIO Foggia Zeman ai tempi del Foggia dei miracoli «È ridicolo, non si sputa per il gusto di farlo, chiunque fa sport
 ??  ?? Pescara
Zeman conquista una storica Promozione in A
Pescara Zeman conquista una storica Promozione in A

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy