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Ibrahimovic e l’ultima danza di Michael Jordan
Potrebbe essere il nuovo tecnico del Milan
Che fare? Niente. Nel senso che l’intervista di Zvone Boban alla Gazzetta dello Sport, concessa senza il placet e l’exequatur del club, nel senso che nessuno a casa Milan era stato ufficialmente avvertito, aveva creato un certo scompiglio. Ci saranno strascichi in tribunale, chi lo sa, cose che adesso non servono a identificare il futuro del Milan. Che però sembra essere quello che era stato identificato dal manager croato. Con Rangnick contattato, non contrattato, perché una scrittura ancora non c’è, nei mesi scorsi. Dicono che l’a.d. Gazidis già ad ottobre, visto il fallimento del progetto Giampaolo, abbia contattato i due allora esponenti dell’area tecnica per incontrarsi con Rangnick. Incontro mai avvenuto, è evidente che fra le due bandiere ormai ammainate (come altre) del Milan non ci sia empatia. Sono idee di calcio e di gestione che non coincidono. Zvone è uscito dal Milan in maniera fragorosa. Paolo Maldini è rimasto nelle regole, cercando di gestire il gestibile. Ma di gestibile ormai non c’è molto. E intanto il tecnico Pioli aspetta.
Ripresa
Il giorno dopo, la tempesta perfetta è amabile. C’è il sole che asciuga la pioggia battente, ci sono i giocatori che si allenano in gruppi, c’è Ibrahimovic che potrebbe definirsi scherzosamente il custode di Milanello, visto che resta da solo in un posto che non è casa sua, ma è più accogliente di tanti altri. Le dichiarazioni di Paolo Maldini non hanno provocato ufficialmente nessuna reazione a casa Milan e tantomeno a Londra, perché nel quartier generale del fondo Elliott vengono
per le nazionali europee e sudamericane l’appuntamento è rimandato al 2021, mentre i club restano tra coloro che son sospesi. Al momento dello stop, in bell’evidenza sul taccuino dei “giurati”, potevano esserci questi nomi, protagonisti di campionati e coppe: Messi e Ronaldo, naturalmente, più Haaland (Borussia), Gnabry (Bayern), De Bruyne (City), Alexander-Arnold (Liverpool), Adama Traoré (Wolverhampton), Saul e Partey (Atletico), Valverde (Real Madrid), Neymar (Psg), Camavinga (Rennes). Ognuno proponga il suo.
In Italia
In Italia, quello con più diritto a inserirsi tra i candidati sarebbe stato per noi l’atalantino Ilicic. Nella scia, altri tre nomi: Dybala (Juve), Luis Alberto (Lazio) e Lukaku (Inter). Parlando di tecnici, perché non sulle dichiarazioni di Rangnick
Rangnick invade i ruoli. Prima dell’italiano impari il rispetto
Non mi preoccupo per il mio futuro. Queste voci fanno parte del ruolo
sull’arrivo di Rangnick considerare Nagelsmann, Klopp, Gasperini e Inzaghi? Non è neanche detto che per tutti loro resti l’altro premio, il Pallone d’oro di France Football, assegnato tradizionalmente a dicembre. Certo, in Francia hanno due mesi in più per fare le loro valutazioni. Ma, per ora, no pallone no party.
Congresso online
Prosegue intanto l’attività politica della Fifa. Ieri il Consiglio ha spostato il Mondiale Donne Under 20 (Costarica e Panama) al gennaio 2021 e quello Under 17 (India) al febbraio 2021. Spostato anche il Congresso: previsto a giugno ad Addis Abeba, in Etiopia, si svolgerà in video il 18 settembre. Altra “prima” storica.
sTEMPO DI LETTURA 2’ 42” considerate semplicemente una sorta di dialogo a distanza fra l’ex capitano e l’esuberante manager tedesco. Che Paolo sia in uscita, perché la convivenza con Rangnick sarebbe complicata dopo tanti botta e risposta, è evidente a tutti. Più difficile capire che cosa accadrebbe se per qualche motivo Elliott, nella persona di Gordon Singer e quindi del suo incaricato Ivan Gazidis, abbandonasse il progetto di rivoluzione e anno zero che il tedesco desidera. Un disegno costoso, ma nessuno ha voglia di commentare quello che non c’è. Tantomeno l’algida proprietà, che è abituata a trattare ben altri temi finanziari, e riguardo alla disputa fra dirigenti dell’area tecnica o presunti tali preferisce rimanere alla finestra.
Ricominciamo
La stessa finestra scelta da Stefano Pioli, il tecnico attuale, che mai si è pronunciato contro l’arrivo del profeta tedesco. La filosofia che ha guidato l’intervento di Maldini e le parole registrate dall’agenzia Ansa («Rangnick impari il rispetto prima dell’italiano») è semplice: fare da ombrello a Pioli e ai suoi collaboratori in un momento di grande incertezza, generato non soltanto dal Covid e dalla situazione del calcio italiano. Da Londra, casa madre europea del fondo proprietario del Milan, nessun commento, e dai dirigenti del club neppure. Maldini ha detto quel che voleva senza sbagliare tempi e toni. Adesso bisognerà trovare una soluzione che metta tutti d’accordo ed è impossibile.
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I BEST ITALIANI?
Lo sloveno ha fatto il fenomeno con l’Atalanta
L’argentino è tornato “lui” alla Juventus
Il belga sempre decisivo per l’Inter di Conte