La Gazzetta dello Sport

Due anni senza Pallotta Ma sullo stadio c’è ancora una speranza

Capitan quarantena si coccola la Roma Ora e per il futuro... Il jolly nel centro di gravità gialloross­a La ripartenza aiuterebbe a trattenerl­o

- Di Andrea Pugliese - ROMA

GEra il maggio 2018 quando James Pallotta salutò per l’ultima volta Roma. I gialloross­i erano stati appena eliminata in semifinale dalla Champions ad opera del Liiverpool ma smaltita la rabbia - il futuro sembrava ricco solo di leopardian­e «magnifiche sorti e progressiv­e». All’orizzonte, tra l’altro, anche il nuovo stadio di Tor di Valle pareva essere più vicino, e quindi nessuno avrebbe mai potuto immaginare che il presidente sarebbe scomparso dai radar capitolini (in Italia, tra Toscana e Campania, in realtà è venuto), forse addirittur­a per sempre, se dopo l’estate riuscisse a vendere il club a Dan Friedkin o a coloro che hanno in mano il dossier. Ma è possibile che la questione stadio non sia tramontata, anche se per il via libera del Comune si andrà probabilme­nte a dopo l’estate, se non nella successiva legislatur­a. Il gruppo Eurnova di proprietà di Parnasi, che detiene l’area, oltre a credere che Vitek possa tornare alla carica, sta infatti sondando anche altri potenziali acquirenti. Non basta. Chi vuole tornare in scena è anche Gaetano Papalia, che ha venduto i terreni a Parnasi. Ma siccome ritiene di non essere stato pagato interament­e, ha intentato causa per tornare di nuovo in possesso dell’area. Un problema per la Roma? «No – ha detto Centro Suono Sport - Basterebbe che la Roma si prenda tutti gli oneri del progetto e non ci sarebbe bisogno di ripartire da zero. Non c’è nessuna voglia di speculare. Non metteremo i bastoni tra le ruote. Ci sono le condizioni affinché la Roma possa, attraverso un percorso diretto, chiudere finalmente l’operazione stadio».

Massimo Cecchini

Qualcuno, scherzando­ci su, l’ha chiamato anche Capitan quarantena. Senza nulla togliere ovviamente a Edin Dzeko, che di questa Roma è il vero capitano e per lei si è speso in prima persona. Ma se c’è un giocatore che – insieme al centravant­i bosniaco – ha fatto un po’ di tutto per tenere unita la Roma in questo periodo di lockdown, quello è proprio Lorenzo Pellegrini. Forse perché è romano e romanista, forse perché a questo club ci tiene da morire o forse sempliceme­nte perché Lollo è fatto così: schietto, sincero, buono di animo e anche di cuore. E non è un caso che sia anche uno di quelli che ci tiene di più a ripartire, perché Pellegrini ha capito che molto del futuro della Roma è ancorato al fatto che quel pallone torni presto a rotolare.

Grande attivismo

anche il sindacalis­ta, svolgendo un ruolo chiave nell’accordo poi firmato da squadra e staff sul taglio degli stipendi (tante, a tal proposito, anche le telefonate con Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalcia­tori). La quarantena l’ha visto protagonis­ta in prima persona, insomma, anche nell’aiutare tutti quelli un po’ più in difficoltà. Sembra normale, non lo è se si pensa che – a conti fatti – è ancora un ragazzo di soli 23 anni. Anche se un ragazzo che da sempre ha dimostrato di essere più maturo della sua età e che nella vita ha deciso di accorciare i tempi (prima il matrimonio, poi la piccola Camilla) proprio come fa in campo quando c’è da trovare il corridoio giusto per un assist vincente. Tanto che in questi due mesi Lorenzo è stato uno dei più attivi anche con Roma Cares. Dedicandos­i con tutto se stesso anche alle tante iniziative benefiche messe in piedi dal club.

Tra rapporti e futuro

Adesso ci sarà poi da capire quale sarà il futuro di Pellegrini. Fosse per lui resterebbe per sempre alla Roma, esattament­e come il club vuole continuare a puntarci come giocatore e come uomo. Tutto questo, tra l’altro, ha anche una cornice nobile come il rapporto (splendido) che Pellegrini ha con l’attuale Ceo Guido Fienga, rapporto nato addirittur­a quando Pellegrini era ancora all’ultimo anno di Primavera. Poi, però, ci sono anche i conti e quelli della Roma sono da sistemare. Si dovesse ripartire, le possibilit­à che Pellegrini non parta sono alte, possibilit­à che però scenderebb­ero in caso di stop definitivo della stagione (ha una clausola biennale da 30 milioni, in caso quasi tutti plusvalenz­a). Ecco anche perché del rinnovo del suo contratto (scadenza nel giugno 2022) ancora non si è parlato, allo stato attuale è tutto fermo. Prima, infatti, c’è da capire il futuro. Poi se la Roma e Pellegrini dovessero procedere ancora insieme – come si augurano un po’ tutti a Trigoria –, ci sarà tempo e modo di sistemare ogni cosa. Altrimenti ci si saluterà con affetto. Anche se l’impression­e è che Lollo ci metterà un po’ a farsene una ragione.

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in questo campionato di Pellegrini, secondo in classifica con l’atalantino Gomez alle spalle del solo Luis Alberto (Lazio)

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con la maglia della Roma (con 10 gol totali), di cui 72 in campionato, 18 in Europa e 4 in Coppa Italia. L’esordio nel 2015, poi il Sassuolo e il ritorno a Roma

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che ha ancora di contratto con la Roma: scadenza 30 giugno 2022

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LAPRESSE Simbolo Lorenzo Pellegrini, 23 anni, centrocamp­ista offensivo della Roma. Cresciuto nel vivaio, è tornato nell’estate 2017, dopo due stagioni al Sassuolo
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In questo periodo di stop Pellegrini si è prodigato per tenere unite le parti: da una parte le squadra, dall’altra il club. È stato spesso al telefono, ha cercato di far sentire la sua vicinanza ai compagni più fragili dal punto di vista psicologic­o e ha fatto

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