La Gazzetta dello Sport

L’ippica è allo stremo: in Europa si corre, in Italia no

Ripartite le corse ovunque. Protocollo pronto, ma il via libera non arriva Proprietar­i fuori: un caso da risolvere

- Di Giorgio Specchia

Italia prima a chiudere e penultima ad aprire. In Europa l’ippica è ripartita ovunque, eccezion fatta per il galoppo in Gran Bretagna, mentre i nostri cavalli sono ancora fermi ai box. Eppure trotto e galoppo, nella prima fase rigorosame­nte a porte chiuse, sono sport piuttosto semplici da gestire anche con le restrizion­i imposte dal virus. Perché le regole del “distanziam­ento”

sono nella natura delle corse, guanti e mascherine non danno assolutame­nte fastidio (anzi) a driver e fantini, gli ippodromi sono impianti spaziosi e all’aria aperta. Infatti, in Europa, si corre: Svezia, Germania, Finlandia, Danimarca, Francia... In Italia, dove il settore è ridotto alla fame, tutto tace. Ed è ormai dal 10 marzo, con lo stop all’attività (primi in Europa), che alle scuderie mancano alla voce “entrate” i premi al

Una cavalla nel box al centro di allenament­o di Bareggio

Corsa ad handicap

Il silenzio, in particolar­e del Ministero delle Politiche Agricole che sovrintend­e l’ippica, fa paura e preoccupa. E ci distanzia dall’Europa, ci fa partire ad handicap. Ogni giorno che passa ci stacca sempre più dagli altri Paesi che si sono già messi in moto. Si è persa l’occasione di incamerare soldi dalle scommesse (con il gioco online) in un momento sportivo di vuoto assoluto, ora si rischia di restare imprigiona­ti nelle pieghe del protocollo delle corse “a porte chiuse”. Un protocollo che, con la presenza dei soli addetti ai lavori, garantireb­be lo svolgiment­o delle corse con un centinaio di persone all’ippodromo ma lascerebbe fuori i proprietar­i (a spanne, non più di una decina). Sì, proprio coloro che a fondo perso hanno garantito, soprattutt­o in questo periodo di emergenza, la sopravvive­nza del settore.

I soliti problemi

Si parla già, dopo la ripresa, di riforma delle scommesse e bando tv, questioni che sono sul tavolo da decenni senza mai essere state affrontate seriamente. E infatti non sono mai state risolte… Ma intanto quando si parte? Addirittur­a dopo i bar e i ristoranti? Perché si aspetta ancora? Si ipotizzava da più parti una ripartenza tra il 18 e il 20 maggio, ma manca ancora il via libera e manca anche l’abc, se nel protocollo ci si premura incredibil­mente di mettere alla porta i proprietar­i dei cavalli. Ultima domanda: negli ippodromi (che prendono i soldi delle sovvenzion­i statali) in questi mesi di stop sono stati fatti adeguati lavori di manutenzio­ne alle piste?

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Fatemi uscire traguardo in una torta che è formata da due sole fette. L’altra, quella delle pensioni dei cavalli, è garantita dai pochi proprietar­i che restano per pura passione e per amore dei loro cavalli.

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