L’ippica è allo stremo: in Europa si corre, in Italia no
Ripartite le corse ovunque. Protocollo pronto, ma il via libera non arriva Proprietari fuori: un caso da risolvere
Italia prima a chiudere e penultima ad aprire. In Europa l’ippica è ripartita ovunque, eccezion fatta per il galoppo in Gran Bretagna, mentre i nostri cavalli sono ancora fermi ai box. Eppure trotto e galoppo, nella prima fase rigorosamente a porte chiuse, sono sport piuttosto semplici da gestire anche con le restrizioni imposte dal virus. Perché le regole del “distanziamento”
sono nella natura delle corse, guanti e mascherine non danno assolutamente fastidio (anzi) a driver e fantini, gli ippodromi sono impianti spaziosi e all’aria aperta. Infatti, in Europa, si corre: Svezia, Germania, Finlandia, Danimarca, Francia... In Italia, dove il settore è ridotto alla fame, tutto tace. Ed è ormai dal 10 marzo, con lo stop all’attività (primi in Europa), che alle scuderie mancano alla voce “entrate” i premi al
Una cavalla nel box al centro di allenamento di Bareggio
Corsa ad handicap
Il silenzio, in particolare del Ministero delle Politiche Agricole che sovrintende l’ippica, fa paura e preoccupa. E ci distanzia dall’Europa, ci fa partire ad handicap. Ogni giorno che passa ci stacca sempre più dagli altri Paesi che si sono già messi in moto. Si è persa l’occasione di incamerare soldi dalle scommesse (con il gioco online) in un momento sportivo di vuoto assoluto, ora si rischia di restare imprigionati nelle pieghe del protocollo delle corse “a porte chiuse”. Un protocollo che, con la presenza dei soli addetti ai lavori, garantirebbe lo svolgimento delle corse con un centinaio di persone all’ippodromo ma lascerebbe fuori i proprietari (a spanne, non più di una decina). Sì, proprio coloro che a fondo perso hanno garantito, soprattutto in questo periodo di emergenza, la sopravvivenza del settore.
I soliti problemi
Si parla già, dopo la ripresa, di riforma delle scommesse e bando tv, questioni che sono sul tavolo da decenni senza mai essere state affrontate seriamente. E infatti non sono mai state risolte… Ma intanto quando si parte? Addirittura dopo i bar e i ristoranti? Perché si aspetta ancora? Si ipotizzava da più parti una ripartenza tra il 18 e il 20 maggio, ma manca ancora il via libera e manca anche l’abc, se nel protocollo ci si premura incredibilmente di mettere alla porta i proprietari dei cavalli. Ultima domanda: negli ippodromi (che prendono i soldi delle sovvenzioni statali) in questi mesi di stop sono stati fatti adeguati lavori di manutenzione alle piste?
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